Filippo Massaro, Csail; “Aumentano richieste sospensione per morosità servizio elettrico e fornitura gas”.
C’è una notizia che rischia di non trovare spazio nell’informazione regionale: nella terra del petrolio le richieste di sospensione per morosità del servizio elettrico e della fornitura di gas ad uso domestico risultano su livelli elevati e in crescita. A riferirlo è l’Autorità per l’energia. Nel 2013 le richieste di sospensione in Basilicata hanno subito un aumento tra l’8 e il 9% e in dettaglio per il gas hanno interessato il 6,3% degli utenti del mercato libero a cui aggungre il 2,5% del servizio di tutela e l’8,2% dei condomini. Per le utenze “altri usi” con consumi fino a 50.000 Smc/anno si sfiora il 10%. In questo caso rientrano piccole attività artigianali e commrciali, stalle ed aziende di trasformazione dei prodotti agricoli. La stessa Autorità per l’energia nel suo rapporto, avverte che i dati sono da considerare approssimativi e che le richieste di sospensione effettive sono state ottenute eliminando dal computo quelle revocate per motivi diversi dal pagamento. Quindi la morosità è reale.
Mentre da giorni si è riaccesa l’attenzione sul gas che sarà erogato gratuitamente, per effetto dell’intesa Regione-Società Energetica Lucana-Eni-Shell in alcuni comuni della Val d’Agri, il pensiero non può che andare a quei nuclei familiari del resto dei comuni della regione (la stragrande maggioranza) che non ce la fanno a pagare la bolletta. Nelle contrade rurali e nei paesi più piccoli solo la legna per alimentare camini e impianti domestici evita a tante famiglie e nuclei di persone anziane di non restare nel freddo. E’ anche questo un segnale che la crisi economica e sociale da noi è sempre più pesante e che i benefici del petrolio e del gas di derivazione dai pozzi sono sempre meno efficaci. La povertà non è dunque un’invenzione statistica come qualcuno vorrebbe farci credere. Il Csail ha deciso pertanto di intensificare una “campagna contro la povertà” con la raccolta di una petizione popolare a sostegno della proposta perché l’Eni-Total, tutte le compagnie petrolifere concessionarie delle attività estrattive, versino direttamente ai Comuni una quota percentuale delle royalties del petrolio riconosciute alla Regione (sarebbe sufficiente l’1,5%-2%) da destinare esclusivamente alle famiglie iscritte in quelli che sono, purtroppo, ancora gli elenchi delle persone indigenti depositati presso i municipi”. si tratta di “un modo concreto e semplice per affrontare il problema povertà senza emettere “card” e senza disperdere soldi.