Giovedì 27 febbraio, nel primo pomeriggio, si è concluso il processo per usura nei confronti dell’imputato Carlo Leonardo Cerabona di Ferrandina. Il Tribunale collegiale di Matera presieduto da Gaetano Catalani, con i giudici a latere Rosa Bia e Danilo Staffieri, ha ritenuto il Cerabona colpevole del reato di usura continuata nel periodo fra il 1998 e il 2015, ai danni di quattro persone del proprio paese, applicando un interesse mensile del 10% sulle somme prestate. Il buon lavoro svolto dai Carabinieri e dalla Procura di Matera ha conseguito un importante risultato. Il Cerabona è stato condannato a 6 anni di carcere, a Euro 12 mila di multa oltre alle spese legali. Alla Fondazione Lucana Antiusura Mons. Vincenzo Cavalla e all’Associazione antiracket e antiusura Famiglia e Sussidiarietà, costituitesi unitamente parte civile a sostegno delle vittime, il Tribunale collegiale ha riconosciuto a ciascuna il risarcimento del danno non patrimoniale di Euro 5.000,00. La condanna del Cerabona appare proporzionata. Soprattutto spinge al coraggio civico e alla denuncia contro troppi usurai che delinquono nell’impunità. Il Cerabona è stato difeso dagli avvocati Pietro Damiano Mazzoccoli e Giuseppe Cristalli, mentre la Fondazione Lucana Antiusura e l’Associazione Famiglia e Sussidiarietà, rappresentate da don Basilio Gavazzeni e da Angelo Festa, sono state difese dall’avvocato Pietro Mazzoccoli che con essi, notoriamente, da decenni contrasta racket e usura.