Chiamate per offerte promozionali ad ogni ora del giorno e della sera, proposte commerciali aggressive e poco chiare, telefonate mute su utenze private: quotidianamente i consumatori vengono pressati da soggetti quasi mai chiaramente identificabili perché aderiscano a proposte commerciali oppure acquistino telefonicamente prodotti o servizi. I telefoni, fissi e mobili, sono lo strumento per mezzo del quale il consumatore e contattato, e molestato a seconda dei casi, ripetutamente per aderire a proposte commerciali.
Ma come si cade nella trappola, e come si fa ad uscirne?
E’ molto semplice dare l´autorizzazione al trattamento dei propri dati personali come indirizzo e-mail e numero di telefono fisso e mobile, ma non altrettanto semplice capire come revocare il consenso ad utilizzare questi dati per noi così importanti, a maggior ragione quando magari è già trascorso molto tempo e non ricordiamo più neanche di averlo prestato.
Raccomandiamo innanzitutto prudenza e attenzione nel barrare quelle famose caselline in fondo ai contratti e alle schede di adesione a programmi premio e tessere fedeltà perché, qualora si acconsentisse anche involontariamente al trattamento dei dati personali, i call center avrebbero tutto il diritto di contattarci.
Stiamo attenti – in particolare – a segnare quelle che autorizzano chiamate, contatti commerciali o il diritto a passare i nostri dati a terzi. Le frasi possono cambiare, ma il senso è sempre lo stesso.
Se non siete sicuri di cosa barrate o autorizzate, negate il consenso. Meglio uno sconto in meno che una scocciatura telefonica in più!
Se la raccolta è preceduta, poi, da un’informativa generica che descrive il relativo trattamento in modo superficiale e non adeguatamente distinto in relazione alla natura ed alla tipologia dei diversi dati raccolti, invitiamo i consumatori a diffidare e a non prestare in nessun caso il proprio consenso.
Ricordiamo, infine, di barrare sempre di proprio pugno le caselle corrispondenti alle scelte da effettuare, per evitare che qualcun altro si sostituisca al legittimo proprietario nella scelta, dopo averne raccolto la firma.
Sono numerosi i punti vendita che spingono i clienti a credere che il rilascio della tessera sia subordinato a fornire certi dati anche sensibili. Non è così: le carte fedeltà possono essere rilasciate anche se il consumatore non intende acconsentire ad eventuali iniziative di profilazione o di marketing, ma solo prestando il proprio consenso al trattamento dei dati per le finalità connesse alle promozioni o agli sconti.
Al fine di limitare il trattamento di dati personali è intervenuto più volte il Garante per la privacy, sancendo delle regole chiare- ad esempio- per l’assegnazione di tessere fedeltà e carte vantaggi. Il primo obbligo per chi rilascia tessere fedeltà è quello di informare in maniera chiara e completa i clienti sull’uso che verrà fatto dei dati che li riguardano, tenendo conto delle diverse finalità perseguite.
L’informativa al cliente deve essere formulata con un linguaggio chiaro e comprensibile, e il punto vendita dovrebbe avere sempre a disposizione un addetto in grado di dare tutte le delucidazioni utili a far compiere al consumatore una scelta consapevole.
Come posso interrompere le chiamate moleste?
L’unico strumento che ad oggi consente al consumatore di “difendersi”, e noi aggiungiamo, parzialmente dalle offerte commerciali indesiderate è il Registro delle Opposizioni. Al Registro può iscriversi- dunque- solo l’intestatario di un’utenza (fissa o mobile, privata o aziendale) pubblicata negli elenchi telefonici.
E se l’utenza, invece, non compare negli elenchi ed è quindi riservata? Le dolenti note riguardano proprio questo aspetto: la normativa attuale non prevede alcuna tutela specifica successiva al rilascio del consenso al trattamento dei dati personali per i consumatori il cui numero non sia inserito negli elenchi telefonici pubblici. Una volta prestata l’autorizzazione alla raccolta e al trattamento dei dati, dunque, diventa praticamente impossibile per il consumatore capire quali soggetti detengano i suoi dati e come revocare l’autorizzazione stessa.
Il cittadino oggi – di fatto- non ha alcuno strumento sempre consultabile per verificare a chi abbia prestato il proprio consenso e facilmente utilizzabile per consentirgli di revocarlo. Proponiamo un Registro dei Consensi, messo a disposizione dall’autorità Garante per la protezione dei dati personali, al quale i cittadini possano accedere semplicemente inserendo il proprio numero e verificando in maniera semplice a chi indirizzare l’eventuale revoca del consenso prestato, potendo – in tal modo- rintracciare anche eventuali violazioni nella cessione dei propri dati a terzi da parte di soggetti non autorizzati.
Chi fa la telefonata commerciale deve rendere visibile il numero chiamante, per cui è bene diffidare delle chiamate provenienti da numeri oscurati o non visibili;
L’operatore di telemarketing ha l’obbligo, su richiesta dell’utente, di informare da quale lista sia stato estratto il suo numero telefonico.
I consumatori possono rivolgersi agli sportelli ADOC presenti sul territorio regionale di Potenza in via Via R. Danzi 2 ( 097146393 – 330798081) e Via Napoli 3, di Matera in Via Annunziatella 34, di Sant’Arcangelo in Piazza de Gasperi 10, di Marsicovetere in Via P. Festa Campanile 3.
Mar 31