Numerose sono i consumatori che si rivolgono ai nostri sportelli – ha affermato Marina Festa, Presidente dell’Adiconsum di Matera – per avere informazioni sulla modifica della fatturazione delle bollette telefoniche, da mensile a quattro settimane, che comporta un aumento di circa l’8,6 per cento, e sul perchè nonostante l’Autorità Garante per le Telecomunicazioni ha vietato il passaggio a una fatturazione di 28 giorni le aziende continuano ad applicarla.
Quello che molti consumatori non sanno – ha continuato Festa – è che la Delibera dell’Autorità Garante per le Telecomunicazioni, n. 121/17/CONS, che prevede per la telefonia fissa il ritorno a una cadenza mensile è stata impugnata dalle aziende telefoniche innanzi al Tar che si pronuncerà a febbraio 2018. Nel frattempo le aziende, ignorando la Delibera, stanno continuando ad applicare la fatturazione a 28 giorni.
Con la fatturazione a 28 giorni invece che mensile i consumatori hanno avuto un aumento dei costi dell’8,6% nel passaggio da 12 a 13 mensilità, una vessatorietà nell’esercizio del diritto di recesso in quei contratti dove esiste il vincolo di permanenza per un certo periodo di tempo con la medesima azienda, ma soprattutto l’incertezza del giorno del pagamento o del prelievo in caso di RID bancario, che con la cadenza a 4 settimane slitta di mese in mese, andando ad incidere sui bilanci già in crisi delle famiglie italiane, esponendole al rischio di andare in rosso, aggiungendo ai costi della bolletta anche quelli della commissione di massimo scoperto applicati dalla banca.
Per Adiconsum occorre un intervento legislativo urgente che disciplini con chiarezza i tempi minimi di fatturazione e che rafforzi gli strumenti sanzionatori delle Authority che attualmente sono inefficaci nei confronti delle aziende, che continuano a danneggiare i consumatori. Il rischio è che tutto il mercato dei servizi in abbonamento si adegui alla cadenza a 28 gg.