La strategia di tutela dell’olio extravergine lucano attraverso il percorso del marchio unico – che è l’unico strumento in grado di proteggere le nostre produzioni di qualità e al tempo stesso accrescere la remuneratività degli olivicoltori lucani, secondo il percorso avviato di intesa con l’assessore Luca Braia – è la più efficace per difendere dalle frodi i nostri produttori e naturalmente i consumatori.
E’ quanto sostiene in una nota l’OPROL (Organizzazione Produttori Olivicoli Lucani) che aderisce alla Cia ed è associata all’organismo nazionale CNO (Consorzio Nazionale Olivicoltori).
La frode sulla quale sta indagando la Procura di Torino che riguarda la vendita del falso olio extravergine di oliva – si aggiunge nella nota – è un ulteriore richiamo alla necessità di moralizzare il settore e di fare pulizia di tutti quegli operatori che mettono in atto comportamenti commerciali illegittimi, truffaldini, irresponsabili e dagli effetti economici e di immagine devastanti per gli olivicoltori italiani.”
“La piaga della contraffazione e delle frodi sta determinando delle gravi conseguenze per gli olivicoltori italiani, sottoposti ad un processo di concorrenza non solo sleale, ma anche delittuosa. Alla lunga, questo andazzo porta al declino del nostro settore ed all’abbandono dell’attività da parte dei produttori onesti che non hanno armi per difendersi. Noi di OPROL-CNO siamo in prima linea nel combattere queste operazioni di raggiro, rivolte non solo nei confronti dei produttori, ma chiaramente anche degli ignari consumatori. Anche questa volta il Consorzio degli Olivicoltori Nazionale non starà fermo e tutelerà gli interessi dei produttori italiani in tutte le sedi e con ogni mezzo.”
L’Oprol inoltre sottolinea la necessità di mettere in campo anche altre iniziative per debellare tali fenomeni, tra cui una campagna di sensibilizzazione dei consumatori e dei responsabili di acquisto, i quali devono essere messi in condizioni di riconoscere l’autentico olio extravergine di oliva italiano ed essere consapevoli che dietro un prezzo conveniente si celano truffe e inganni. E’ arrivato, inoltre, il momento di rendere più selettiva la classificazione degli oli di oliva. Abbiamo proposto in sede internazionale di abbassare a 0,5 il limite massimo di acidità per l’olio extravergine.
Siamo consapevoli – è scritto ancora nella nota – che la “Dop” da sola non basta a superare le criticità del comparto e dispiegare le potenzialità di sviluppo con misure del nuovo PSR 2014-2020. Occorrono politiche di sostegno al settore, tutelando e salvaguardando la vocazione e la tradizione olivicola della Basilicata, (in tutti i 131 comuni è presente l’ulivo), che rappresenta una parte importante dell’economia agricola regionale con una forte e positiva valenza sotto il profilo ambientale e paesaggistico.