“Il mondo dispone delle conoscenze e dei mezzi per eliminare tutte le forme di insicurezza alimentare e malnutrizione, ma è necessaria una strategia del ‘doppio binario’ che punti ad una generale crescita economica (incluso il settore agricolo) e fornisca reti di protezione sociale per i più vulnerabili”. È quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Francesco Mollica, che ha preso parte ieri, a Potenza, all’incontro sul tema “Cambiamo il futuro delle migrazioni. Investiamo nella sicurezza alimentare e nello sviluppo rurale”, in occasione della giornata mondiale dell’alimentazione. Mollica ha sottolineato che “per una riduzione sostenibile della fame è necessaria una generale crescita economica” e ha fatto riferimento al G7 Agricoltura di Bergamo, “dove i sette grandi Paesi si sono impegnati per ridurre entro il 2030 il tasso di denutrizione, che vede attualmente cinquecento milioni di persone a rischio”.
“La principale priorità – ha ricordato Mollica – è difendere i redditi dei produttori agricoli, soprattutto i più piccoli, dai disastri climatici, con mandato alla Fao per studiare azioni e individuare una definizione comune di eventi catastrofici che oggi manca. La crescita del settore agricolo è particolarmente efficace nel ridurre fame e malnutrizione nei paesi poveri, poiché la maggior parte di essi dipende dall’agricoltura e dalle attività ad essa correlate per la propria sopravvivenza. Una crescita agricola che coinvolga i piccoli contadini, specialmente le donne, si è rivelata lo strumento più efficace nel ridurre la povertà estrema e la fame specialmente quando genera occupazione per i più vulnerabili. Ma la crescita non deve limitarsi a beneficiare i poveri, deve essere anche attenta ai valori nutrizionali per riuscire a ridurre le varie forme di denutrizione”.
Non è mancato così il riferimento alla legge regionale 26/2015 sul “Contrasto al disagio sociale mediante l’utilizzo di eccedenze alimentari e non”, che ha lo scopo di tutelare le fasce più deboli della popolazione, sostenere la riduzione degli sprechi, riconoscere, valorizzare e promuovere l’attività di solidarietà, di recupero e di distribuzione delle eccedenze alimentari e non alimentari a favore delle persone in stato di povertà o grave disagio sociale. Come pure Mollica ha sottolineato la necessità di ridurre gli sprechi di prodotti alimentari e farmaceutici alla luce della legge 166/2015, che mira appunto a favorire il recupero e la donazione di questi ultimi per fini di solidarietà sociale. “Ridurre la fame – ha detto il presidente del Consiglio regionale – non significa soltanto aumentare la quantità di cibo, significa anche migliorare la qualità del cibo in termini di diversità, valori nutritivi e sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti”.
A parere di Mollica “il contenimento dei flussi, obiettivo delle politiche europee degli ultimi anni, ha purtroppo ridotto il nesso fra migrazione e sviluppo a una mera relazione causa-effetto: sostenere lo sviluppo di un paese per fermare le migrazioni. È necessario esplorare con maggiore profondità il nesso fra migrazioni e sviluppo, per restituire alla cooperazione allo sviluppo la sua originale funzione di solidarietà, al servizio di interventi per la riduzione e lo sradicamento della povertà e delle diseguaglianze. Lo sviluppo agricolo e rurale e la sicurezza alimentare e nutrizionale possono certamente aiutare, nel medio e lungo termine, a rispondere ad alcune delle cause profonde delle attuali migrazioni, creando alternative e migliorando i mezzi di sussistenza a disposizione delle persone. Molto possono fare le associazioni”.
“Su questi fronti – ha concluso Mollica – serve più consapevolezza, ognuno deve sentire forte la propria responsabilità. Al fine di un radicale cambio nello sviluppo agricolo e rurale e nelle politiche di sicurezza alimentare e nutrizionale bisogna dare priorità all’agro-ecologia; garantire l’accesso dei piccoli agricoltori ai mercati, all’assistenza tecnica, alla ricerca, al credito e alle risorse naturali, in particolare per le donne; inserire adeguatamente la dimensione urbana nell’agenda di cooperazione allo sviluppo; sostenere adeguati meccanismi di protezione sociale e politiche per il rafforzamento di sistemi alimentari territoriali”.