Sovraindebitamento delle famiglie, intervento di Festa (Associazione Antiracket e Antiusura “Famiglia e Sussidiarietà”: “Elevati sono i costi della procedura. Occorre apportare le modifiche alla Legge 3/2012 e prevedere il gratuito patrocinio per le famiglie sovraindebitate”. Di seguito la nota integrale.
Il sovraindebitamento delle famiglie, provate da anni di crisi economica e finanziaria, assume giorno dopo giorno dimensioni sempre più preoccupanti e molte di queste rischiano di vedere la propria casa, acquistata con anni di sacrifici, messa all’asta ad un prezzo che non copre neppure la situazione debitoria.
In base alla Legge n. 3 del 2012 per sovraindebitamento si intende il “perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte dal debitore ed il suo patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà di adempiere le proprie obbligazioni”; ovvero la “definitiva incapacità ad adempierle regolarmente”.
La precitata normativa, per le famiglie e per le piccole imprese non fallibili, pur se rappresenta un valido strumento per la riduzione del debito sta mostrando molti limiti nella sua applicazione, fra questi sicuramente vi sono i costi del procedimento che si aggirano complessivamente, fra le spese dei legali e quelli dell’Organismo di composizione della crisi, intorno ai 5-6 mila euro, una cifra molto elevata da corrispondere da parte di chi è sovraindebitato e che intende avviare, in base alla suindicata Legge, la procedura della riduzione del debito.
Tali difficoltà – ha affermato Angelo Festa, Presidente dell’Associazione Antiracket e Antiusura “Famiglia e Sussidiarietà” le abbiamo riscontrate anche fra i nostri assistiti che appartengono in larga misura a nuclei familiari con figli, per lo più lavoratori dipendenti (70 per cento), pensionati (20 per cento), lavoratori autonomi (8 per cento) e disoccupati o lavoratori in nero (2 per cento).
Questi nostri assistiti – ha continuato Festa – non avendo la disponibilità economica, nell’impossibilità di sostenere gli elevati costi, rinunciano ad avviare la procedura del “piano del consumatore” per l’esdebitazione e sono portati così a un lavoro sommerso promuovendo e alimentando, con gravi danni alla collettività, una economia illegale.
Occorre, quindi, – conclude Festa – intervenire per modificare la Legge 3 del 2012 e ridurre i costi delle procedure concorsuali con riguardo ai compensi dei professionisti e prevedere per le famiglie il gratuito patrocinio al fine di evitare che il pagamento dei crediti prededucibili assorbano in misura rilevante l’attivo della procedura e nel contempo condividiamo la proposta formulata dalla Consulta Nazionale Antiusura “Giovanni Paolo II” inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri in merito alla possibilità di abilitare le Associazioni e Fondazioni Antiusura a costituire gli Organismi di Composizione della Crisi da Sovraindebitamento (art. 15 della Legge 27 gennaio 2012 n. 3) e sia a esercitare funzioni di gestore della crisi da sovraindebitamento.