L’avvento del sistema elettorale maggioritario e del bipolarismo ha provocato nel nostro paese una diaspora dei liberali, che non trovano più spazi per progetti e azioni politiche coerenti alla difesa dello Stato laico, alla trasformazione in senso liberale della società e dell’economia.
È in atto ovunque un profondo rivolgimento di idee, organizzazioni sociali, istituzioni politiche e non, che riguarda le categorie (destra, sinistra e centro), spesso lontane da quelle del passato. Basti pensare al Presidente della Camera dei Deputati che in questo Governo, da figlioccio del Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante diventa centrista moderato e con i centristi puri. Si configura in tal modo un vuoto politico, un vuoto culturale e non ultimo un vuoto ideologico.
Le nuove formazioni politiche che sono sorte e che stanno sorgendo rischiano di nascere orfane di un univoco riferimento culturale; mentre le formazioni, diciamo così, ristrutturate sono ancora alle prese con il loro triste passato o giacciono vittime di lotte intestine. In entrambi i casi non esiste più democrazia; e questo genera disaffezione del cittadino nei confronti della politica.
Nel bipolarismo maggioritario, ciascuno dei due poli trova la sua identità per mera differenza e contrapposizione dal diverso, piuttosto che per propria identità culturale.
Abbiamo bisogno dunque di una rivoluzione liberale che deve riguardare l’assetto e il funzionamento delle Istituzioni, delle amministrazioni e dell’economia, e che deve strizzare l’occhio alla modernizzazione assegnando ruolo cardine al libero individuo/cittadino.
La sinistra resta dirigista e burocratica e fatica a rendere leciti equilibri sociali spontanei e non rinuncia all’assistenzialismo statale, potente ma obsoleto meccanismo di controllo e, mi sia consentito, vera rovina dello stallo dell’economia meridionale.
La destra, in continua evoluzione, vittima di fazioni interne spinte più dall’interesse privato che dalla passione per la libera amministrazione, di contro non riesce a dare la svolta necessaria per la vera libertà, che non implica concezioni ciniche ed egoistiche della civile convivenza.
Le linee guida ispiratrici dunque dei moderni liberali sono semplice e condivisibili:
– Difesa di tutte le libertà (tolleranza, temperanza e autonomia)
– Correlazione tra diritti e responsabilità (onori e oneri)
– Netta distinzione fra principi morali e vincoli giuridici al fine di facilitare la convivenza (laicità dello Stato)
– Centralità dell’istruzione e della formazione continua per una società di Uomini liberi e con eguali opportunità
– Convinzione che il cittadino sappia meglio del Governo come impiegare i suoi soldi e che il prelievo pubblico non debba superare quella soglia che incentivi l’evasione e/o scoraggi le libere attività dei cittadini
– Fiducia nel mercato e nella concorrenza
– Meritocrazia
– Ai cittadini è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato
– Rispetto dell’ambiente e del territorio che ci ospita (Green Economy)
– Avvicinamento delle Istituzioni al cittadino
– Amore per la patria
– Sempre maggiore integrazione europea.
Con questo rinnovato spirito libero e liberale siamo lieti di annunciare l’apertura a Matera del nuovo Circolo Liberale WHIG (in memoria e onore dei padri della rivoluzione industriale anglosassone e della rivoluzione americana) e l’avvia di una campagna di tesseramento per il Partito Liberale con gli obiettivi comuni di informare l’opinione pubblica circa quanta libertà ci venga sottratta giornalmente e di poter nuovamente seminare e lasciar germogliare quel sopito seme liberale che alberga in ognuno di noi.
Francesco Romito, Circolo liberale WHIG – Matera