Settembre è il mese della ripresa scolastica e delle tante attività che, nel bene o nel male si rinnovano e rinvigoriscono, il momento deve trovarci preparati anche ad affrontare con tenacia una delle problematiche sociali più gravose. Al proposito intendo concentrare l’attenzione, di tutte le componenti sociali e, ovviamente delle forze di Polizia, alla prevenzione e repressione, con particolare riferimento alle zone limitrofe ai plessi scolastici, su di un fenomeno in evoluzione: “l’eroina, sniffata o fumata”. Fatto che considero in grande crescita nella nostra città e che riguarda tanti giovani spesso in età scolastica, facilmente influenzati da falsi modelli e da spiriti emulativi, che cavalcano disastrosi momenti epocali. Mi riporto al prepotente ritorno dell’eroina. Poco più di due anni orsono, nel corso di una attività investigativa, ebbi modo di sequestrare una ingente partita di droga, ero certo ce si trattasse di cocaina, ma quando i tecnici della Polizia Scientifica l’analizzarono, con meraviglia scoprimmo essere eroina, erano decenni che non la si vedeva. Il notevole abbassamento del prezzo di questa sostanza – una piccola dose può costare soltanto 10 euro- viene indicata fra le ragioni che spiegano il ritorno del consumo dell’eroina fra i più giovani. I casi di teeneger consumatori di eroina sono tantissimi: da pochi giorni al Sert di Verona è ricoverata una ragazzina di soli 12 anni e mezzo, mentre a Padova da qualche settimana sono in cura due adolescenti di 16 anni e quattro giovanissime, (una di 14, una di 15 e due di 17 anni) che fumavano eroina tutti i giorni, al Sert di Teramo lo scorso anno si sono presentati ben quindici minorenni, fra cui alcuni spaventosamente giovani (di 13 e 14 anni). Le operazioni condotte quest’estate delle forze di Polizia, hanno permesso di sequestrare in Matera, interessanti quantitativi della sostanza, detenuta da giovanissimi, questo ha dimostrato che anche qui il fenomeno non va sottovalutato, anzi dal mio osservatorio, lo considero allarmante.
E’ probabile che sia presente un consumo sommerso, costituito dai consumatori che non si rivolgono ai servizi, fatto di giovani, meno esperti riguardo alla pericolosità dell’eroina e più facilmente portati a sottovalutarne i rischi specialmente nella modalità di assunzione “sniffata”e/o “fumata”. Niente buchi nella pelle, niente ago: così i giovani pensano di non prendere l’Aids. I ragazzi cedono alla convinzione che l’eroina fumata, non iniettata in endovena, sia meno pericolosa, ma così non è. In realtà abbiamo abbassato le difese nella lotta al micro spaccio di sostanze stupefacenti, i nostri giovani di età compresa tra i 14 e i 20 anni, non hanno assistito alle stragi per overdose, epatite e Aids dei primi anni Novanta. Altro fenomeno sempre più evidente è il passaggio da un bisogno di droga all’altro più potente e contemporaneamente all’abuso di alcolici. Cosa fare, è difficile dirlo, lo so bene, siamo di fronte a giovanissimi che si muovono a piedi o in scouter, che spesso trovano impreparati gli inquirenti. Tuttavia sono certo che la prima difesa debba giungere dall’interno della famiglia, ogni genitore conosce bene il proprio figlio, quindi non trascuri i minimi dettagli: le frequenti richieste di denaro, il cambiamento dell’umore, il disturbo del sonno, con difficoltà a svegliarsi al mattino.
La situazione è molto grave e rischia di diventarlo sempre di più se non si interviene. La lotta a questo tipo di droga è ferma a vent’anni fa, si deve tornare indietro con i ricordi per vedere giovani ragazzi riversi in terra e fulminati dall’eroina, spero che ciò non si ripeta. Credo che gli operatori del settore debbano affrontare la questione come se il problema riguardasse solo l’ultimo anello della catena: cioè il consumatore finale, in questo, oltre alla famiglia ed alla scuola, un contributo dev’essere dato da tutte le istituzioni amministrative, sociali e sanitarie, responsabili del futuro delle odierne generazioni.
Adriano Pedicini
Delegato alla Sicurezza della città di Matera