FIDAPA E MINORI. SGUARDO ATTENTO SUI MEDIA E ATTENZIONE ALLA CULTURA COME VALORE
Evitare di considerare la televisione come il nemico numero 1 ma, al contrario, trarne i benefici migliori osservando, al tempo stesso, l’evoluzione del costume e della società dei nostri tempi.
Un confronto attento e un dibattito vivace hanno caratterizzato, venerdì, i lavori del convegno “Mass media e minori: la misura dell’informazione”, promosso dalla sezione di Matera della Fidapa.
La presidente Giuseppina Berardi, aprendo i lavori dell’incontro, ha sottolineato la centralità delle problematiche giovanili, da sempre al centro dell’attività dell’associazione e del tema nazionale 2009-2011: “Il percorso del rispetto: l’esperienza della donna nella realtà culturale e socio-economica”.
Per il consigliere provinciale Giovanna Vizziello “Il servizio reso da realtà come la Fidapa è utile per il patrimonio che rappresenta. L’attenzione della Provincia verso questi temi, d’altronde, è confermata dal servizio di patrocinio gratuito che da tempo è attivo a favore di donne e minori maltrattati”.
“Vogliamo incidere sui cambiamenti che, nel tempo, hanno cambiato i nostri stili di vita – ha spiegato Lucia Moccia, presidente del distretto sud-est della Fidapa – e l’intesa con le istituzioni, in questo senso, è importante. I mass media sono un veicolo importante e non si può ignorare che quella di cui si occupa il convegno di oggi è una fase importante nella vita dei ragazzi che, comunque, leggono sempre meno”.
Di società di massa e del ruolo sempre più importante della televisione ha parlato il preside del Liceo classico di Matera, Giuseppe De Rosa – “La tv si vede molto e tra i 4 e 5 anni andrebbe vietata”. Il peso del messaggio, spesso fuorviante, del mezzo televisivo è stato sottolineato dal dirigente scolastico che ha ricordato tra l’altro la lezione di Gianni Rodari e le sue riflessioni sulla tv.
Del compito di sorveglianza che spetta agli adulti ha parlato il presidente della scuola media “Pascoli”, Giovanni Pizzolla che ha anche sottolineato la mancanza di spirito critico. “La scuola ha aggiunto – deve lasciare un segno educativo perché l’homo sapiens è diventato homo videns. Oggi l’approccio all’immagine è più semplice di quello alla lettura e per questo si rischia il solipsismo”.
Vizi e virtù del mezzo televisivo ma anche della psicologia infantile che ne scaturisce sono stati sottolineati da Oreste Lopomo caporedattore del Tg rai Basilicata e autore del volume “I telecomandati – minori e tv. Gli effetti della teledipendenza”.
“Bisogna fare rete affinché le agenzie educative e la tv collaborino – ha detto – la tecnologia e i suoi effetti dipendono dall’uso che se ne fa. Nel rapporto fra minori e mass media, bisogna evitare la dimensione totemica di questi ultimi”. Nello studio che il giornalista ha effettuato nel corso della sua carriera, le conseguenze patologiche provocate sui minori non sono sempre legate all’abuso di questo elettrodomestico ma, al contrario, all’assenza del sistema familiare chiamato a garantire la propria influenza nella vita dei ragazzi e dei bambini.
Nelle conclusioni di Eufemia Ippolito, vice presidente nazionale della Fidapa sono stati riassunti alcuni elementi fondamentali tra cui la necessità di considerare la cultura un valore primario. La Fidapa è attualmente impegnata in una serie di progetti come “Save the children” (per lo sviluppo dei diritti dei minori), “Ti sei connesso?” e “Easy”. Di ritorno da Strasburgo, dove ha partecipato all’assemblea delle Ong, la Ippolito ha sottolineato l’importanza della figura del garante e la mancanza di strumenti adeguati per affrontare nel modo migliore un tema delicato come il rapporto fra mass media e minori.