Seminudo sul letto, il corpo leggermente piegato verso sinistra, appoggiato a un cuscino. La mansarda di via Rossini 12 è un piccolo, angusto monolocale. Due ingressi, il secondo nel cortile del teatro Gobetti. L’ombra di un giallo sfiora la morte, in apparenza accidentale, di un professore di educazione artistica dell’istituto privato Calamandrei, Antonio Bonavista, 45 anni. Viveva solo, circondato da libri e spartiti musicali. Avrebbe dovuto entrare in aula, come tutti i giorni, alle 8 di mattina. Ma nessuno, a scuola, lo aveva visto. Due colleghi, intorno alle 20 di lunedì 31 gennaio, sono andati a cercarlo in casa. La porta era bloccata solo dal fermo della serratura. Hanno così avvertito il 113. E’ bastato spingere i battenti per aprirla. All’interno, uno strano disordine. «Antonio era così meticoloso, inspiegabile che non si fosse fatto vivo per l’intera giornata. Ho pensato che si fosse sentito male, per questo siamo andati a casa sua, il telefono ha squillato a vuoto per ore».
Il primo esame necroscopico del medico ha escluso segni di violenza. Ma il capo della sezione Omicidi della mobile, Luigi Mitola, non si sbilancia: «Bisogna aspettare l’esito dell’autopsia, al momento non c’è alcun elemento che si tratti di un delitto».Il sostituto procuratore di turno, Eugenia Ghi ha dato infine il benestare per la rimozione della salma. A mezzanotte i necrofori hanno trasferito il cadavere del professore nell’obitorio del cimitero parco.
Antonio Bonavista insegnava alla scuola media statale Calamandrei di corso Benedetto Croce. La C la sua sezione. Gentile, educato, disponibile con tutti, ciò che è certo è che Antonio Bonavita aveva un’autentica passione per Vivaldi. Una passione nata dalla sua vocazione musicale e per essere originario di Pomarico, vicino a Matera, dove era nata anche la madre.
Il Comune di Pomarico dedica un festival a Vivaldi e Bonavista ne era stato il promotore, il presidente del comitato organizzatore, l’animatore. Prima di trasferirsi a Torino Bonavista aveva ricoperto anche la carica di consigliere provinciale presso la Provincia di Matera.
Mentre gli agenti della Scientifica sono al lavoro, nel cortile del palazzo circolano voci e commenti. A proposito di presunte minacce subite dal professore a scuola, che riguarderebbero aspetti personali della sua vita. Ma non ci sono conferme, da parte degli inquirenti. Oggi, ripartono le indagini della squadra mobile. Saranno visionate le immagini registrate dalle videocamere del parcheggio sotterraneo del Gobetti.