Michele Campanaro, segretario provinciale della FIMMG Matera, ha inviato una nota alla nostra redazione in merito al recente fatto di cronaca avvenuto nel carcere di Matera con l’aggressione ad alcune guardie carcerarie e ad un dirigente medico.
Di seguito il testo integrale.
Aggressione nella Casa Circondariale di Matera: episodio isolato o purtroppo ennesimo (e temiamo non ultimo) segno di sofferenza del pianeta Carcere?
Una banale discussione in cella tra detenuti è sfociata, complice il sovraffollamento della sezione “protetti” del Carcere di Matera, in una aggressione violenta, inizialmente verbale, poi fisica, verso gli Agenti di Polizia Penitenziaria ed in ultimo contro il Medico verso cui il detenuto, in piena crisi di agitazione, si è scagliato attanagliandolo, pur attraverso le sbarre della cella, alla gola, per fortuna senza gravi conseguenze, anche grazie alla prontezza di riflessi del sanitario ed al pronto intervento della Penitenziaria. Eppure il Medico, forte della sua ormai quasi trentennale esperienza in carcere, si era recato presso la cella dove il detenuto era stato isolato, sia per prestargli le prime cure (il detenuto si era autoinferto alcuni tagli), sia per ricondurlo alla ragionevolezza. Ma in una situazione di estremo nervosismo, come quello che si può verificare quando si accumulano nel tempo tensioni da entrambe le parti, Polizia Penitenziaria da una parte e popolazione detenuta dall’altra, basta una scintilla, un malinteso, una parola mal interpretata per provocare l’irrimediabile. Quest’ennesimo episodio di aggressione verso un operatore penitenziario, anche in questo caso un sanitario, deve far riflettere sulla situazione esplosiva in cui versano le patrie galere, sovraffollamento, carenza di personale di Polizia Penitenziaria, carenza di figure di supporto – educatori – personale medico ed infermieristico, ma soprattutto carenza di risorse economiche che possano finanziare l’unica attività che nobilita e redime l’uomo e la persona detenuta in particolare: Il Lavoro; ma questo episodio deve anche far comprendere che qualsiasi figura professionale che opera all’interno del Carcere necessita di una preparazione ed esperienza peculiare non solo nel saper affrontare le svariate e complesse problematiche della persona detenuta ma anche nel saper interagire con gli altri operatori del Carcere che hanno mansioni e spesso anche punti di vista completamente diversi. Ecco perché l’Associazione Medici Penitenziari aderente alla FIMMG da tempo si batte per difendere la figura del Medico Penitenziario e per fargli riconoscere la specificità di ruolo e le competenze maturate sul campo.