Reati sempre più gravi commessi da ragazzini che hanno alle spalle famiglie disgregate e percorsi scolastici disastrosi. E’ l’ultima fotografia delle baby-gang che rilancia l ’allarme: la criminalità minorile in tutto il Paese ha già superato ogni livello di guardia e va affrontata con ogni strumento e non certo rimettendo in libertà gli autori di delitti efferati come nel caso delle violenze sessuali contro ragazzine. E’ quanto afferma Aldo Di Giacomo, segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) sottolineando che i dati più aggiornati di fonte del Ministero Grazia e Giustizia sono preoccupanti: i minori italiani che hanno commesso reati (dall’omicidio alla resistenza a pubblico ufficiale) sono stati 18.200, mentre i minori condannati a scontare le pene inflitte dai giudici nei 17 Istituti Penitenziari Minorili d’Italia, a giugno 2016, erano 462. Ci sono anche particolari aspetti che riguardano la popolazione carceraria minorile per quanto riguarda gli stranieri. Dopo quella italiana la nazionalità più rappresentata è quella rumena, con il 29,4% di ragazzine provenienti dalla Romania e finite nelle carceri italiane. Su 462 detenuti, quelli europei sono stati il 68,4%. In valore assoluto quindi i cittadini comunitari minorenni che stanno scontando la loro pena sono 316. Di questi più di 250 sono cittadini italiani e 49 provengono da altri paesi dell’Unione europea. Oltre 50 sono gli under 18 provenienti da uno degli altri paesi europei al di fuori dell’Unione europea. Il secondo continente per numero di detenuti negli istituti penali per minorenni in Italia è l’Africa. Sono stati 81 i cittadini provenienti dall’altra sponda del Mediterraneo e finiti nei nostri istituti correttivi . Pochissimi gli americani (6) e gli asiatici (5) finiti nei “riformatori” e presi in carico dai servizi sociali dell’Italia. C’è la necessità di un maggiore collegamento tra i vari soggetti che operano sul fenomeno, a partire dalla scuola. Il problema è capire l’incremento, la frequenza di questi episodi e la loro efferatezza. I dati delle denunce ci dicono che per l’efferatezza siamo di fronte a episodi sempre più gravi. Questo anche perché si tratta di una generazione di ragazzi molto assuefatti alla violenza.
Siamo comunque di fronte ad un’emergenza sociale che – sottolinea Di Giacomo – solo in piccola parte questi numeri riescono a fotografare tenuto conto che troppi episodi vengono derubricati in “fatti di microcriminalità” come se l’età degli autori dovesse rappresentare un elemento di comprensione e troppi non vengono denunciati. Ma come sanno bene i cittadini di Napoli non è più tollerabile sopportare i raid e le sparatorie di ragazzi tra la gente. E l’affidamento ai servizi sociali dei giovanissimi protagonisti di furti, rapine, violenze, vandalismi non aiuta certo ad incoraggiare alla denuncia le vittime che potrebbero imbattersi nei loro carnefici magari diventati camerieri in pizzeria
Apr 21