Si è tenuto venerdì 3 giugno un importante incontro a Matera per discutere l’attuazione della riforma ordinamentale dell’avvocatura e del nuovo ruolo dell’avvocato in questa società. L’incontro è stato organizzato dagli ordini professionali degli avvocati di Basilicata e che ha avuto come ospite il presidente del Consiglio Nazionale Forense, l’avvocato Andrea Mascherin.
I primi saluti all’ospite li ha fatti il sindaco di Matera, l’avvocato De Ruggieri, che ha riferito al pubblico presente che pur avendo ricevuto la toga d’oro, lui l’avvocato l’ha fatto “a tempo perso” perché spinto da senso civico per la città di Matera. Il sindaco ha tenuto ad evidenziare che non si può mortificare il territorio con la soppressione della Corte di Appello di Potenza, così come occorre costruire livelli culturali, anche per il diritto, su cui operare visioni e risultati da proiettare anche verso l’Europa. Anche il diritto, come area di ricerca e servizio, deve avere il suo ruolo, costruendo un modello stabilizzato di una città meridionale che funziona ed emana un esempio per gli altri e per la nazione e per il Mezzogiorno.
Il giudice Antonello Vitale, in rappresentanza del Tribunale di Matera, ha posto invece degli interrogativi alla classe forense, anch’essa operatore del diritto, per meglio collaborare tutti insieme.
Il presidente degli avvocati materani, Nicola Rocco, ha ribadito che la riforma dell’avvocatura la si attendeva da anni ed era stata chiesta a gran voce già al Congresso di Bari. Le novità di una riforma ordinamentale erano nell’aria e finalmente sono state disciplinate. Ha concluso Rocco dicendo che l’avvocatura ha inseguito il mercato e il mondo delle imprese, ma l’avvocatura ha bisogno di penetrare di più la società civile. Il Paese necessita di un’avvocatura al passo con i tempi, deontologicamente corretta e professionalmente più vicina alla gente.
L’avvocato Rosa Capria, della segreteria del CNF, ha evidenziato le necessità e le novità da cogliere al volo in tema di formazione e di attuazione della legge professionale, partendo dagli obiettivi che la stessa legge si pone. L’avvocato deve riappropriarsi della perdita di prestigio culturale, senza dimenticare che l’avvocatura ha creato questo Stato; gli avvocati hanno contribuito al dibattito politico-sociale, per questo devono continuamente aggiornarsi e specializzarsi a seconda della zona e delle prospettive migliori di lavoro.
Ha concluso i lavori l’avvocato Andrea Mascherin con un richiamo a preservare la Giurisdizione e il diritto di accesso al giudice da parte di ogni cittadino come garanzia di democrazia. Ed un invito a guardare con fiducia all’avvocatura, sostenere il suo percorso di qualificazione e rafforzamento come risorsa per il Paese, da impiegare nella giustizia. L’avvocatura deve assumersi le proprie responsabilità e proprio per salvaguardare il diritto ad un accesso efficace e democratico al giudice; gli Avvocati si stanno impegnando e sempre più dovranno farlo, nei sistemi alternativi al processo, con correttezza deontologica, competenza, specializzazione. Avvocati e magistrati dovranno lavorare alla ricerca di soluzioni da mettere a disposizione del Paese. Per il presidente del CNF, dunque, la strada da perseguire per i governi e la politica è quella di favorire il rafforzamento del ruolo dell’avvocatura e dei Consigli dell’Ordine, divenuti insostituibili centri di sostegno alla giurisdizione e agli utenti del sistema giustizia, non di rado supplendo generosamente alle carenze dello Stato. Il rafforzamento potrà riguardare il ruolo dell’Avvocatura nella giurisdizione, così come in quello delle soluzioni alternative al processo. Gli istituti come la negoziazione assistita, la mediazione, e gli arbitrati, che fra l’altro trovano proprio nei Consigli dell’Ordine la loro sede di garanzia, dovranno sempre più essere incentivati, non solo economicamente, ma anche attraverso l’ampliamento delle facoltà per l’avvocato di autentica della sottoscrizione a verbali di mediazione e accordi di negoziazione, con conseguente trascrivibilità degli stessi; con l’inserimento tra le materie oggetto di negoziazione di quella del lavoro, con l’aumento delle competenze per le camere arbitrali degli Ordini. Nel campo delle esecuzioni, con la facoltà per l’avvocato di eseguire in proprio il pignoramento laddove non sia previsto l’accesso dell’ufficiale giudiziario presso il debitore, nonché con l’accesso alle banche dati tramite i Consigli dell’Ordine. Così come potranno promuoversi percorsi che privilegino la competenza dell’avvocato, in quanto giurista, nella copertura di ruoli come quello di magistrato onorario o all’interno della volontaria giurisdizione, sono proposte percorribili sin da subito.
Pierluigi Diso