Alle prime ore di questa mattina ad Andria i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Matera hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Matera, Dott. Angelo Onorati su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Matera, Dott.ssa Rosanna Maria Defraia, nei confronti di Di Bisceglie Nunzio, cl. ’66 e Piombarolo Francesco, cl. ’61, entrambi pregiudicati della cittadina pugliese, ritenuti responsabili del furto a mezzo di materiale esplodente ai danni dell’ATM della filiale della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, sita in località “Borgo La Martella” di Matera, perpetrato il 31 dicembre 2016.
I fatti risalgono, appunto, alla nottata dell’ultimo dell’anno del 2016, allorché fu messo a segno un assalto alla postazione bancomat della BPER in località La Martella, attraverso il cosiddetto metodo della “marmotta”, ovvero facendo deflagrare un manufatto rudimentale in metallo (“marmotta”) con all’interno esplosivo, inserito nella fessura di erogazione delle banconote. La deflagrazione, oltre a causare ingenti danni all’Istituto bancario, consentì ai malviventi di impossessarsi di oltre 30.000 (trentamila) euro.
La complessa attività d’indagine avviata fin dai minuti successivi al compimento dell’azione criminosa, svolta con metodologie tradizionali e con l’ausilio delle tecniche scientifiche più moderne da parte degli specialisti del Nucleo Investigativo di Matera permise di rinvenire, sin da subito, importanti tracce che poi si rivelarono decisive per l’identificazione dei responsabili. Come noto, infatti, si procedette inizialmente all’individuazione di uno dei componenti del’assalto, tale Fratepietro Celestino, cl. ’86, pregiudicato anch’egli di Andria, tratto in arresto dagli stessi investigatori materani il 24 marzo scorso in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere del Tribunale di Matera. Già in quel frangente gli elementi investigativi raccolti dagli uomini dell’Arma si confermavano estremamente solidi anche nella fase dibattimentale, tanto che il Fratepietro con sentenza del 14 luglio di quest’anno, al termine del giudizio abbreviato, veniva condannato a 3 anni e 2 mesi di reclusione ed 800 euro di multa.
Il prosieguo delle indagini ha consentito di individuare l’intero gruppo delinquenziale e grazie anche agli accertamenti di natura tecnica svolti dai Carabinieri del RIS di Roma, sono stati raccolti indizi gravi, precisi e concordanti che convergevano nel dimostrare l’esistenza di una vera e propria “consorteria criminale familiare” con base logistica in Andria alla quale facevano parte gli odierni arrestati, i quali, espletate le formalità di rito, sono stati tradotti presso la casa circondariale di Matera.