C’è il materano Giovanni Capolupo, ispettore della Squadra Volanti e vice segretario provinciale del sindacato Siap, tra i poliziotti feriti nella serata di mercoledì 28 febbraio 2024 nei pressi della Questura di Torino durante una manifestazione di anarchici e autonomi a seguito di un fermo di un marocchino sorpreso ad imbrattare un muro.
Un’auto della Polizia di Stato parcheggiata davanti alla sede della Questura è stata presa di mira da una cinquantina di anarchici e autonomi, che hanno provato a colpirla a più riprese con calci e pugni senza però riuscire a danneggiarla.
L’azione sarebbe stata organizzata per protestare contro il fermo di un uomo di nazionalità marocchina avvenuto nel sottopasso di corso Grosseto, sorpreso mentre scriveva frasi offensive contro la Polizia, avvenuto due giorni fa.
Cinque antagoniste sono state fermate e trattenute dalla Polizia in Questura, dove si trovava anche il marocchino fermato e denunciato nelle ore precedenti (per imbrattamento, oltraggio a pubblico ufficiale e violazione delle norme sull’immigrazione) e che a breve dovrebbe essere portato in un centro di rimpatrio, preludio all’estradizione.
Le cinque donne sono poi state denunciate mentre l’ispettore della Squadra Volanti e vice segretario provinciale del sindacato Siap è stato costretto alle cure mediche ospedaliere per le ferite riportate.
Durante il corteo sono stati esposti alcuni striscioni come “Fuoco alle galere e ai Cpr” e i manifestanti hanno urlano i nomi di persone attualmente in carcere. Il gruppo si è poi diretto verso il centro cittadino, danneggiato alcune auto parcheggiate e in transito.
Raggiunto al telefono Giovanni Capolupo, 30 anni di servizio e da alcun anni vice segretario provinciale del sindacato Siap, racconta quanto è accaduto a Torino: “Siamo intervenuti in aiuto di nostri colleghi che erano stati aggrediti dagli anarchici e poi pure io sono stato assalito. Uno dei manifestanti mi ha prima morso la mano destra e successivamente mi ha colpito al ginocchio della gamba sinistra. Ho sentito subito un forte dolore. I miei colleghi mi hanno subito soccorso e trasferito al Centro Traumatologico Ospedaliero di Torino, dove mi è stata riscontrata una lesione ai legamenti del ginocchio. Mi è stata prescritta una prognosi di 30 giorni. Quanto è accaduto è frutto della delegittimazione dell’operato delle forze dell’ordine, messe in atto da esponenti politici di rilievo nazionale e da alcuni giornalisti dopo i fatti di Pisa e Firenze. Auspichiamo che la politica possa adottare interventi normativi volti a salvaguardare l’incolumità delle forze dell’ordine”.
Questo episodio per una pura coincidenza arriva a distanza di qualche giorno dai fatti di Pisa e Firenze, alcuni giornalisti e docenti hanno definito i poliziotti dei manganellatori, cosa rispondi?
“Nessuno vuole utilizzare il manganello. Quando i colleghi fanno delle cariche di alleggerimento è perché non hanno altre soluzioni. Però sono amareggiato per quello che è successo. Non posso sentire un professore universitario parlare della Polizia che fa uso di droghe. Infatti verrà denunciato».
Dopo questa nuova aggressione tornerà in servizio sulle Volanti a Torino? “Certamente, faccio questo lavoro con orgoglio anche se Torino, soprattutto ultimamente, non è una piazza facile per la gestione dell’ordine pubblico”.
Cosa vuoi dire a chi ha messo in atto queste aggressioni? “Li conosciamo e non vogliamo reprimere il dissenso. Ma c’è modo e modo di esprimerlo. Noi dobbiamo tutelare l’incolumità pubblica, nel rispetto delle leggi che regolano la nostra democrazia, come facciamo da sempre”.
Michele Capolupo
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato il capo della Polizia per essere informato di quanto avvenuto e per esprimere solidarietà agli agenti della pattuglia aggredita a Torino.
Mattarella ha inoltre ribadito fiducia e vicinanza nei confronti della Polizia. Subito dopo il presidente ha sentito il ministro Piantedosi.
É un “gioco che può diventare molto pericoloso” quello di “togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra”. Sei giorni dopo le botte agli studenti in corteo a Pisa, e il richiamo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul “fallimento” che queste rappresentano per le forze dell’ordine perché “l’autorevolezza” non si misura sui manganelli, la premier Giorgia Meloni conferma il sostegno del governo alla Polizia e mette in guardia dai rischi che potrebbero derivare da un crollo di fiducia nei confronti di chi garantisce la sicurezza.
Parole che arrivano nel giorno in cui si intrecciano due episodi non legati tra loro, ma che è invece il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a mettere in qualche modo in relazione: il trasferimento del dirigente del Reparto Mobile di Firenze Silvia Conti – da cui dipendono amministrativamente i reparti che hanno operato a Pisa – che da giovedì prenderà servizio alla sezione anticrimine di Pescara e che tra sei mesi andrà in pensione, e l’assalto ad una volante della Polizia davanti alla questura da parte degli antagonisti avvenuto ieri pomeriggio a Torino.
“Un’inaccettabile atto di violenza” che è, sottolinea infatti il titolare del Viminale, “sintomatico del clima di veleno e sospetto a cui sono sottoposti in questi giorni le forze dell’ordine e la Polizia in particolare”. Sia la premier che il ministro – che giovedì 29 febbraio farà la sua informativa in Parlamento proprio sui fatti di Pisa – dunque, si schierano apertamente con i poliziotti, perché non si può parlare di loro “solo quando qualcosa non funziona”. Ribadendo, lo ha fatto nei giorni scorsi Piantedosi e lo ha fa oggi Meloni, che “se qualcuno sbaglia, chiaramente si deve intervenire e sanzionare”.
DI SEGUITO L’INTERVISTA A GIOVANNI CAPOLUPO NEL TG1 ORE 20 DEL 29 FEBBRAIO 2024