Il legale Giuseppe Silvano, originario di Irsina e residente a Modena per motivi professionali, in una nota commenta l’ordinanza della Corte di Cassazione che ha risolto gli annosi problemi interpretativi legati all’assegno di mantenimento in caso di separazione tra coniugi. Di seguito la nota integrale.
“Assegno di mantenimento, i papà d’Italia non saranno più da soli”.
Per anni abbiamo dovuto assistere al costante sacrificio del principio di uguaglianza nell’ambito del diritto di famiglia.
Sì, sebbene sulla Carta uomo e donna siano sullo stesso piano, godano degli stessi diritti e rispondano agli stessi doveri, nel Diritto di famiglia la posizione del padre e della madre per anni è stata posta su piani differenti.
E così l’affidamento condiviso, l’assegno di mantenimento e le spese straordinarie più che assurgere alle funzionalità per la quali sono state introdotte, sono divenute pene odiose ed avvilenti per i papà che hanno deciso di convolare a nozze e “dare vita” ad un figlio con la persona sbagliata.
Ora basta però, la tendenza si è invertita!
La Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 19299 depositata il 16/09/2020 ha risolto definitivamente gli annosi problemi interpretativi sollevati dalla giurisprudenza più conservativa in materia.
Tale sentenza è stata dimessa a definizione di un procedimento di impugnazione promosso da un padre che veniva condannato sia in primo, sia in secondo grado al versamento di un assegno di mantenimento ingiusto.
Né il giudice di primo grado, né il giudice d’appello, infatti, avevano valutato le capacità economiche della ex moglie per contribuire alle esigenze del figlio, come se l’obbligo di far crescere il figlio fosse affare esclusivo dell’ex marito.
Fortunatamente i giudici della Corte di Cassazione la pensano in modo differente.
I papà d’Italia esultino!
I giudici ermellini con l’ordinanza sopra citata infatti annullano finalmente la sentenza impugnata dall’ex marito e richiamano i giudici di primo e secondo grado al rispetto dell’art. 155 del Nostro Codice Civile.
Tale norma stabilisce che i coniugi hanno l’obbligo di provvedere al mantenimento in misura proporzionale al proprio reddito. Gli elementi essenziali per la determinazione dell’assegno di mantenimento sono, oltre alle esigenze dei figli, il tenore di vita goduto dagli stessi durante la convivenza, i tempi di permanenza presso ciascun genitore, nonché appunto, le risorse economiche di entrambi i genitori.
Giustizia è stata fatta!
Cari papà, care mamme, non ci sono né vinti né vincitori: “in amore” vincono i figli.