Giovanni Grippo, Rappresentante Sindacale Aziendale Fp Cgil della Casa Circondariale di Matera, in una nota commenta l’aggressione di un assistente capo da parte di un detenuta avvenuta domenica 27 ottobre. Di seguito la nota integrale.
Il 27 ottobre 2019 un assistente capo coordinatore di servizio presso il primo piano della Sezione giudiziaria della Casa Circondariale di Matera è stato aggredito da un detenuto, il quale ha preso a schiaffi l’assistente capo e gli ha sputato in faccia e solo per mera fortuna non è stato colpito con un fornello da campeggio. L’aggressione è avvenuta senza un apparente motivo, inoltre, dopo l’aggressione la vittima si è dovuta recare al Pronto Soccorso da sola e con la propria autovettura in quanto, a causa della carenza di organico in turno, non vi era nessuna unità disponibile che potesse accompagnarlo. Il problema della carenza di personale di Polizia Penitenziaria presso la Casa Circondariale di Matera è una questione che si trascina irrisolta da anni. Recentemente, ad aggravare la situazione è stata l’apertura di un nuovo reparto particolare. Conseguentemente, per far fronte a tutte le esigenze gestionali si aumentano carichi di lavoro, si accorpano i reparti e si svolge servizio continuativo per oltre dodici ore, e in alcuni casi si superano anche le 15 ore. Oramai il personale è allo stremo delle forze fisiche e mentali; inoltre, ad aggravare la situazione, si associa anche il sovraffollamento, con la presenza di detenuti di varie etnie e le conseguenti criticità in termini di organizzazione e gestione. Gli ispettori di Sorveglianza hanno difficoltà di gestione o organizzazione del personale soprattutto nelle ore pomeridiane e notturne, in quanto la programmazione del servizio nasce già carente di personale e con accorpamenti di reparti e posti di servizio; ad esempio, nel turno pomeridiano (che è composto di otto ore) la Sorveglianza Generale ha chiesto al personale di turno di avanzare la richiesta dei buoni pasto perché impossibilitato a consumare la cena per mancanza di personale.
Si segnala un fatto grave, con riferimento alla questione del rispetto e della valorizzazione del personale, già provato pesantemente dalle difficili condizioni di lavoro: il giorno successivo all’aggressione il Comandante del reparto durante una conferenza di servizio alla presenza del personale montante non ha speso una sola parola di conforto nei confronti del collega aggredito. Non è accettabile questa distanza tra chi ha la responsabilità organizzativa e il personale operativo, che lavora in condizioni molto difficili, prestando servizio per 12/15 ore continuative, in presenza di accorpamenti dei posti di servizio, con la mancata fruizione della cena.
Inoltre, deve essere sottolineato che l’aggressione subita, gli schiaffi e gli sputi erano diretti contro un’unità di personale ma, indirettamente, erano diretti a tutta la struttura: il Direttore, il Comandante, il corpo di Polizia Penitenziaria, e le istituzioni tutte nessuno escluso.
Le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria sono onorati di essere servitori dello Stato, ma stanchi di essere aggrediti e maltrattati senza che nessuno intervenga anche solo con una frase di conforto.