Gervasio Ungolo, Cosimo Forina, l’avvocato Arturo Raffaele Covella, l’Osservatorio Migranti Basilicata, l’avvocato Angela Maria Bitonti, ASGI – sezione Basilicata, l’ADU (Associazione per la tutela dei diritti umani – Sezione Basilicata, Calabria e Sicilia), Cristina Davideri e Paola Andrisani, Federcolf Basilicata e Bari, la dottoressa Angela Maria D’Amelio, l’Associazione di Promozione sociale “Casalina”, Giusi Cavallo e Michele Finizio di Basilicata 24, hanno inviato una lettera-diffida al Presidente della Regione Basilicata, al Prefetto della Provincia di Potenza, al Sindaco del Comune di Palazzo San Gervasio, al Sindaco del Comune di Venosa, al Direttore Sanitario ASP- Potenza e al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza per chiedere dignità e diritti dei lavoratori stagionali nelle campagne del Vulture-Alto Bradano. Di seguito il testo integrale.
Oggetto: Lavoratori agricoli stagionali braccianti stranieri nelle campagne del Vulture – Alto Bradano. Diffida e costituzione in mora.
Con la presente le scriventi associazioni intendono esporre quanto segue.
Ogni anno, in questo periodo, nelle campagne del Vulture – Alto Bradano giungono centinaia di lavoratori stranieri che vengono impegnati nelle attività agricole della zona.
Ad oggi, numerosi lavoratori agricoli sono già giunti in zona Mulini-Matinelle, occupando l’insediamento informale nel quale vivono già alcune centinaia di lavoratori.
In data 26.08.2020 un gruppo di braccianti stranieri, appena arrivato sul territorio lucano, si fermava stazionando dinanzi al Centro di Accoglienza – ex Tabacchificio di Palazzo San Gervasio – già gestito dalla Croce Rossa ma attualmente chiuso, perché sono in atti lavori di ristrutturazione e adeguamento.
I braccianti si rifiutavano e si rifiutano di soggiornare nell’insediamento informale di cui sopra, ritenuto troppo rischioso per la salute, vista l’attuale pandemia e perché privo dei minimi servizi che potrebbero rendere dignitosa la loro permanenza. Per queste ragioni hanno dormito per strada e continuano a stazionare lì per protesta, chiedendo un alloggio dignitoso e condizioni di vita accettabili.
Il covid-19 fa paura anche a loro. Le condizioni alloggiative nell’insediamento di “Mulini – Matinelle”, come nella maggior parte degli insediamenti analoghi diffusi su tutto il territorio nazionale, sono proibitive: manca acqua, energia elettrica, servizi igienici. Manca tutto.
Tanto, in concomitanza alla emergenza sanitaria che il nostro Paese sta vivendo e che rende ancora più inaccettabili le già disumane condizioni in cui si trovano a vivere questi lavoratori.
Da anni si denunciano le precarie e poco dignitose condizioni dei braccianti agricoli stranieri che transitano nella nostra regione. Da anni si susseguono solo proclami da parte delle istituzioni: da ultimo, quello dello scorso 26 agosto scorso in cui la Regione diceva di essere pronta con oltre duecento posti letto e servizi ad alloggiare i lavoratori delle nostre campagne. Puntualmente, però, si tratta di un servizio offerto in estremo ritardo e con una connotazione emergenziale. Basti pensare che i lavori per l’adeguamento della struttura presente in Palazzo San Gervasio sono partiti solamente in data 10.08.2020 quando le campagne di Venosa, Palazzo San Gervasio, Montemilone, Lavello già erano piene di lavoratori stagionali arrivati da diverse parti d’Italia per la raccolta del pomodoro e non solo.
In questo modo, ogni proclama viene disatteso e la situazione di assoluto abbandono e degrado si ripete ciclicamente.
Numerose associazioni operanti nel territorio avevano già invitato le Autorità regionale e locali a prendere, per tempo, ogni utile provvedimento organizzativo al fine di garantire alloggio e condizioni igienico sanitarie adeguate ai braccianti agricoli stranieri, anche alla luce della recente regolarizzazione
Quest’anno vi è in più che, oltre alle condizioni di vita inumane e degradanti dei braccianti, ben note da sempre, è necessario salvaguardare la salute di tutti. L’emergenza sanitaria pone tutti, nessuno escluso, in una condizione di rischio per la salute.
Si profilano, pertanto, precise responsabilità di chi ne abbia l’Autorità per il mancato intervento attraverso azioni mirate a prevenire focolai di contagio e a tutela della salute pubblica. E’ quanto mai auspicabile l’esercizio del potere di chi di competenza anche attraverso l’emanazione di ordinanze contingibili e urgenti volte a far fronte ad una situazione di emergenza sanitaria e di igiene pubblica.
Ad oggi, al contrario, nessun presidio medico è presente sul territorio e nessun monitoraggio viene effettuato sulla salute dei migranti, lavoratori delle campagne, che abbia l’effetto di individuare e contenere, tra le altre patologie, eventuali focolai del virus.
Tanto premesso
Le scriventi associazioni invitano e diffidano le parti in indirizzo a prendere senza ulteriore ritardo tutti i provvedimenti che si riterranno necessari al fine di garantire un alloggio dignitoso e rispettoso delle condizioni igienico- sanitarie più elementari, per i braccianti agricoli e che al tempo stesso siano utili a scongiurare qualunque pericolo legato alla diffusione del covid-19.
Il diritto alla salute viene prima di ogni altra considerazione.