Un uomo di 54 anni è stato denunciato e iscritto nel registro degli indagati con le accuse di atti persecutori e ingiuria. Il provvedimento gli è stato notificato da personale dell’Anticrimine del Commissariato di P.S. di Pisticci, che ha condotto le indagini, lo scorso 6 marzo.
Alla fine del mese di agosto dell’anno passato, una donna residente a Ferrandina si presentava al Commissariato per denunciare il comportamento persecutorio a cui era sottoposta dal suo ex fidanzato.
Nel 2010 aveva intrapreso una relazione sentimentale con un uomo conosciuto in occasione di incontri di lavoro. Un’iniziale simpatia, gradualmente sfociata in sentimenti più importanti. Tuttavia l’uomo manifestava sin dall’inizio una gelosia che diventava sempre più morbosa, fino ad obbligare la donna, per timore di esserne tradito, a non avere nessun genere di frequentazioni maschili.
Nonostante le rassicurazioni e i numerosi tentativi di convincerlo a cambiare atteggiamento, l’uomo continuava nel suo comportamento incomprensibile, al limite del patologico: quando i due non erano insieme, lui la obbligava a tenere il telefono cellulare “aperto” di modo che potesse sentire le voci delle persone che erano in sua compagnia. Poi lei doveva fotografare i luoghi in cui si trovava e inoltrargli le foto di continuo. Nemmeno un secondo dell’esistenza della vittima doveva sfuggire al possessivo controllo dell’uomo.
Alla donna venivano inoltre rivolte espressioni offensive quando cercava di ribellarsi alle regole imposte dal suo compagno. Una situazione avvertita sempre più come insopportabile tanto che, stanca dei soprusi e della violenza psicologica, la donna decideva infine di interrompere la relazione.
Da questo momento in avanti un vero e proprio dramma. Per nulla intenzionato ad accettare la decisione, l’uomo iniziava a ricattare la sua ex perché tornasse sui suoi passi, minacciando di rivelare la loro relazione ai genitori di lei, del tutto ignari del rapporto.
Lo stalker sapeva che i genitori non avrebbero mai accettato la situazione e che tale ricatto costituiva il vero punto debole della donna, costantemente preoccupata delle conseguenze negative che una tale notizia avrebbe determinato sulle già precarie condizioni di salute degli anziani genitori.
Così i primi ripensamenti, una certa riapertura a nuovi incontri ma le condotte morbose e possessive riprendevano ancora più forti di prima. Da qui alla definitiva chiusura da parte della donna, il passo è stato breve. Ne conseguivano ulteriori pedinamenti, appostamenti sotto casa, un vero e proprio “bombardamento” fatto di telefonate, squilli e messaggi all’indirizzo del cellulare della denunciante, nella speranza di farle cambiare idea.
Non riuscendo ad arrivare direttamente alla ex, l’uomo iniziava a farle “terra bruciata” attorno perseguitando le sue amiche.
La dettagliata denuncia e la successiva precisa ricostruzione investigativa permettevano al personale della Polizia di Stato di fornire un quadro probatorio particolareggiato all’Autorità giudiziaria che ha iscritto l’uomo nel registro degli indagati per il reato di atti persecutori e ingiurie, poiché con condotte reiterate minacciava e molestava la donna in modo da cagionarle un perdurante e grave stato di ansia e di paura, tale da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria e da costringerla ad alterare le proprie abitudini di vita.
Una pesante accusa da cui l’uomo dovrà ora difendersi in Tribunale.
Durante tutta l’attività di indagine, gli operatori del Commissariato non hanno mai fatto mancare il loro sostegno emotivo alla denunciante, consapevoli dell’importanza di un corretto approccio psicologico in casi delicati come quello descritto.