Il Sindaco Bennardi risponde alle polemiche sugli aumenti alle indennità dei Sindaci e assessori d’Italia. Di seguito la nota integrale.
In merito alla polemica dal carattere estivo sull’aumento degli stipendi da parte degli amministratori locali, vorrei fare qualche precisazione. Il provvedimento non riguarda solo i sindaci d’Italia ma anche assessori, presidenti di consigli comunali e presidenti di provincia.
Non si tratta quindi di una decisione presa da Sindaco e Giunta di Matera come di nessun’altra città, nessuna richiesta è stata avanzata mai in questo senso dall’amministrazione di Matera, nemmeno dalle precedenti, è un provvedimento del Governo italiano introdotto con la Legge di Bilancio 2022, dopo una lunga battaglia portata avanti in modo deciso dall’ANCI e dal suo presidente Antonio Decaro, “il sindaco più amato d’Italia”, a buon ragione.
Sono risorse del Governo, che non vengono sottratte a quelle comunali e che non possono essere distratte su altri capitoli delle amministrazioni comunali. Quindi in caso di rinuncia il Governo si sarebbe ripreso le somme stanziate. Non mi risulta che alcun sindaco o giunta d’Italia abbia rinunciato nelle regioni a statuto ordinario.
Personalmente mi sono candidato senza sapere di questo provvedimento nazionale e con la consapevolezza che i Sindaci percepiscono un indennizzo notevolmente inferiore a presidenti di Regione, consiglieri regionali e naturalmente parlamentari. Ho sentito e letto tante falsità e attacchi strumentali, su cui desideravo fare un po’ di chiarezza. Il Sindaco di Matera prende al momento e fino all’ultima busta paga di luglio, circa 3100 euro netti al mese (la cifra è leggermente variabile da mese in mese), con questa disposizione nazionale è previsto un aumento progressivo fino al 2024, (nel 2022 per il 45 per cento circa, nel 2023 per il 68 per cento e nel 2024 per il 100 per cento). Somme che vanno considerate sempre al netto, soprattutto in considerazione del fatto che per gli eletti non dipendenti subordinati ma a partita Iva come il sottoscritto, non c’è alcuna contribuzione ai fini pensionistici, quindi al corrispettivo netto va sottratto ancora la trattenuta pensionistica e l’assicurazione da amministratori. Rimane una cifra certamente del tutto dignitosa, rispetto alla crisi sociale che viviamo, ma va commisurata anche alla responsabilità civile, penale e finanziaria, al grande impegno personale richiesto a Sindaci e assessori, alle ansie rispetto alle decine di firme quotidiane che si appongono. Spesso citati e celebrati anche da molti parlamentari come “l’ultimo avamposto istituzionale sui territori”, svolgono un lavoro che ritengo bellissimo, ma sono nei fatti abituati a prendersi tutte le colpe, tutte le responsabilità e tutti i demeriti nei più disparati ambiti della società, anche là dove non hanno competenza istituzionale, in un rapporto diretto coi cittadini. Fare il Sindaco rimane uno dei lavori più entusiasmanti, fare il Sindaco di Matera poi è semplicemente emozionante. Ma è superfluo sottolineare che l’unico modo per fare bene questo lavoro è impegnarsi 24h su 24h, è quello che ho chiesto anche ai miei assessori dal primo giorno. Ai Sindaci e agli assessori si richiede un impegno ed una presenza costante sul territorio e in Comune. Ma ci sono molti Sindaci per non parlare degli assessori, soprattutto nei comuni più piccoli che a causa del basso emolumento sono costretti a continuare a fare la propria professione, chi medico, chi avvocato, pregiudicando a volte la propria carriera dopo il mandato. Spero che questo provvedimento possa offrire la possibilità di garantire soprattutto nei comuni più piccoli una presenza costante.
Spiace leggere speculazioni politiche che fomentano giudizi populisti basati su inesattezze, gli amministratori materani non hanno chiesto o aumentato nulla di propria iniziativa, si tratta di un adeguamento ad un provvedimento nazionale per tutti gli enti locali, che nella sua organicità ha una sua ragione, ma occorre che vadano sostenute e rafforzate tutte le categorie professionali del settore pubblico, a partire dagli insegnanti e finire alle forze dell’ordine, tra le più efficienti di Europa, ma anche le meno pagate del vecchio continente.