“Ci auguriamo che gli annunci di ieri sulla banda ultralarga non siano il solito annuncio estivo: il Paese ha bisogno del digitale e di risorse disponibili immediatamente. Bisogna però fare in modo che i finanziamenti non si traducano in un regalo (leggasi aiuto di Stato mascherato) in favore di Telecom Italia, su questo l’incontro tra Renzi e il suo primo azionista Bollorè non fa ben sperare. Servono regole chiare per garantire che i fondi vengano utilizzati dove serve l’infrastruttura e per assicurare l’afflusso dei 5 miliardi di euro dei privati che secondo quanto previsto dal governo dovranno confluire nel piano”. Lo affermano i deputati 5 stelle della commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni.
“Qualche settimana fa – proseguono i deputati M5S – diverse regioni hanno denunciato l’immobilismo del governo sul piano banda ultralarga. Sulla stampa fonti autorevoli di Palazzo Chigi avevano dichiarato che i finanziamenti non sarebbero partiti prima della primavera 2016. Ora con un tempismo sospetto, dopo l’incontro di Renzi con Bollorè, il governo annuncia lo stanziamento da parte del CIPE dei primi 2,2 miliardi di investimenti pubblici nella banda ultralarga”.
“La società pubblica della rete proposta dal M5S, nonché da autorevoli commentatori, avrebbe assicurato un’infrastruttura capillare e un accesso alla rete omogeneo in tutte le aree del Paese. Prendiamo atto che il governo preferisce affidarsi ai privati e speriamo che non si ripetano i disastri degli ultimi anni. Si dia priorità al Mezzogiorno e alle aree svantaggiate del Paese per un nuovo sviluppo fondato sul digitale. Noi vigileremo come sempre dalla parte dei cittadini”, concludono i deputati.
Ago 07