L’avvocato materano Angela Maria Bitonti, presidente ADU (Associazione Diritti Umani), in una nota annuncia il ricorso contro la Russia per la violazione del diritto alla vita a seguito dei bombardamenti nei pressi della Centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina. Di seguito la nota integrale.
I cittadini di mezza Europa portano la Russia davanti alla CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) per violazione del diritto alla vita: salvate l’umanità dal rischio di una catastrofe nucleare.
Messi in pericolo dalla minaccia grave ed imminente proveniente dalla Centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina, a causa delle operazioni militari non sicure condotte dalla Russia in prossimità della stessa, alcuni cittadini europei si rivolgono alla Corte di Strasburgo chiedendo che vengano fatte cessare le operazioni militari rischiose per la incolumità di tutti.
I ricorsi, su mandato conferito alle avvocate Bitonti e Sommacal, e a cui hanno collaborato l’avvocato Gianluca Pipitone di ADU Sicilia , l’avv. Stefano Zacchetti di ADU Liguria e Mattero Francavilla – ADU Lombardia, sono sostenuti dall’associazione ADU (per la promozione e la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, dall’associazione ADRI (associazione donne rumene in Italia) e dall’Associazione Culturale Europea Italo-Ucraina Maidan.
Le notizie che giungono relativamente alla Centrale nucleare di Zaporizhzhia fanno temere che possa accadere l’irreparabile. Si stanno compiendo operazioni militari che mettono a rischio la vita di tutti, non solo di chi vive in prossimità della Centrale o degli ucraini tutti, ma anche dell’Europa e della Russia stessa.
Le forze militari Russe hanno occupato l’area della centrale nei primi giorni di marzo. Kiev accusa il nemico di avere posizionato la propria artiglieria a poca distanza dai reattori per scoraggiare attacchi diretti. Da giorni la centrale è al centro di un pericoloso fuoco incrociato di missili.
Quando venne occupata dalle truppe russe ai primi di marzo si paventò la catastrofe imminente, a Kiev la follia delle bombe russe sparate direttamente sui reattori e nei giacimenti di scorie radioattive scatenò lo spettro «cento volte più grave» del disastro atomico di Chernobyl nel 1986.
L’agenzia atomica ucraina Energoatom ha ribadito i suoi timori per la centrale, ritenendo che stia operando con il rischio di violazione delle norme di sicurezza antincendio e antiradiazioni. «Permangono rischi di fuoriuscita di idrogeno e dispersione di sostanze radioattive e anche il rischio di incendio è elevato. Inoltre tre sensori di monitoraggio delle radiazioni attorno al sito dell’impianto di stoccaggio sono stati danneggiati», si legge in un report dell’agenzia.
«Quello che sta accadendo lì è un vero e proprio terrorismo nucleare, la situazione è pericolosa e ciò che preoccupa di più è che non vi sia alcun processo di de-escalation”
Anche la diplomazia europea e il governo americano affermano che «Si violano in modo irresponsabile le regole di sicurezza nucleari. Un altro esempio di come la Russia non rispetti gli accordi internazionali», sostiene il responsabile della politica estera Ue, Josep Borrell.
È dallo scorso 5 agosto che le zone che circondano la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia sono state colpite. La questione sta destando grande preoccupazione nella comunità internazionale. La scorsa settimana il segretario generale dell’Onu António Guterres ha chiesto alla Russia e all’Ucraina di interrompere gli scontri nell’area che circonda la centrale e istituire una zona demilitarizzata per scongiurare eventuali incidenti. Già prima dell’inizio dei bombardamenti Rafael Grossi, il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), aveva definito la situazione nell’impianto, che dallo scorso 4 marzo è sotto il controllo delle forze russe, “completamente fuori controllo”, ribadendo che “ogni principio di sicurezza nucleare è stato violato” e che le conseguenze potrebbero essere “estremamente serie ed estremamente gravi e pericolose”
Rafael Martino Grossi ha spiegato, ancora, in un’intervista a Bloomberg tv, che la «situazione è delicata e tutto può accadere a questo punto».
L’eventuale esplosione di un reattore nucleare darebbe vita ad un’immensa palla di fuoco (il cosiddetto fungo atomico) che, trasformandosi in vapore, si innalzerebbe verso l’alto, insieme al suolo e all’acqua. Gli elementi radioattivi dell’ordigno atomico si mescolerebbero con il materiale vaporizzato.
Una volta raffreddatosi si scorporerebbe in piccole particelle che, ricadendo sulla terra come una pioggia, causerebbero distruzione e morte in un’area molto estesa.
Le ripercussioni sulla salute possono essere a breve o lunga distanza e dipendono dalle modalità e dalle tempistiche di esposizione.
L’esplosione di uno dei reattori di Zaporizhzhya provocherebbe un disastro, milioni di scorie radioattive si propagherebbero in tutta Europa che verrebbe totalmente contaminata, secondo quando riportato dall’AIEA.
Si porta all’attenzione della CEDU la violazione dell’art.2 da cui scaturisce l’Obbligo positivo per lo Stato Russo di tutelare la salute e la vita messa a rischio dalle azioni militari non sicure nei pressi della centrale nucleare di Zaporizhzhia che possano causare un disastro nucleare e che possano mettere in pericolo la salute e la vita di tutti i cittadini europei e non solo.
Si rammenta che la Russia pur essendo uscita formalmente dal consiglio di Europa è responsabile della violazione di diritti umani perpetrate fino al 16 settembre e che fino a tale data è tenuta a rispettare la convenzione e gli obblighi derivanti dalla stessa.
Bitonti ( presidente ADU) ribadisce che “la vita umana prima ancora di figurare nell’elenco dei diritti fondamentali della persona è un valore assoluto perché incarna la dignità umana. Nessun Potere può metterla in pericolo.
Il rispetto della vita umana e il presupposto della legalità e il limite al Potere di ogni governo.
Il rispetto dei diritti fondamentali è, anzi, la prima responsabilità dei Governi.!”