Ventitre perquisizioni fra Matera e provincia e contestuali persone denunciate a piede libero con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa in danno di ente pubblico e alla frode sportiva. I particolari dell’operazione Ghost runner sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che ha coinvolto la responsabile della comunicazione Luisa Fasano, il capo della Squadra Mobile Nicola Fucarino e il capo della criminalità organizzata primo settore della squadra mobile della Questura di Matera Giuseppe Giasi.
“Questa operazione – ha ricordato in apertura la Fasano – rappresenta una sorta di vaso di pandora perchè probabilmente consentirà ad altre Questure di accertare reati simili in altre regioni d’Italia. Si tratta di un sistema che consentiva di truggare gare di atletica leggera, in prevalenza maratone, per ottenere i premi in denaro dalla Regione Basilicata”.
Nicola Fucarino spiega i dettagli dell’operazione”: “Una società sportiva quando poartecipa ad una competizione internazionale oltre ai rimborsi spese riceve dalla Regione Basilicata una somma di denaro di 5, 7 e 10 mila euro per i piazzamenti sul podio. La Regione Basilicata ha deciso di assegnare questi fondi dal 2008 ma l’indagine fa riferimento agli ultimi cinque anni. Può succedere che una società abbia un parterre di atleti che non riesca mai a vincere gare oppure può accadere che una società disponga di un’atleta che sia in grado di vincerle tutte. Per evitare che ci sia un monopolio nell’assegnazione dei contributi garantiti alle società che ottengono successi con i propri aleti la Regione ha fissato un tetto nell’erogazione. Le persone coinvolte in questa operazione hanno pensato di far correre il miglior atleta della società in tutte le maratone ma per aggirare il regolamento sui contributi in ogni gara si falsificavano i documenti in modo tale che il premio veniva assegnato ad un brocco, perchè in una maratona con migliaia di atleti nessuno riconosce se il pettorale con quel nome e cognome corrisponde realmente all’atleta che la correrà e sicuramente avrà ottime possibilità di vincerla. Negli ultimi cinque anni sono nate diverse società proprio con questo obiettivo ma grazie alla denuncia di un atleta marocchino le forze dell’ordine della Questura di Matera, coadiuvate dalla Polizia Postale e della Polizia Scientifica sono riusciti a fermare questa organizzazione che ora dovrà rispondere di concorso continuato per truffa aggravata mediante sostituzione di persona. Secondo una prima ricostruzione ogni anno con questa frode sportiva queste società avrebbero incassato 65 mila euro all’anno, per 5 anni consecutivi.
A partire dal 2012 sono state falsate le maratone e mezze maratone organizzate a Stoccolma 2011, Lisbona nel 2011 e nel 2012, a Oslo nel 2012, a Stoccolma e Oslo nel 2013, a Dublino nel 2014 e in Lettonia nel 2015 oltre ad una gara europea disputata a Grosseto che ha falsato anche una vittoria della squadra nazionale italiana. In una di queste gare sono stati utilizzati due microchip per conquistare il primo e il secondo posto grazie alla presenza di un atleta favorito per la vittoria e di un brocco che dopo aver guardato per due ore la tv in un albergo si è presentato al traguardo per far registrare il suo microchip in modo da poter essere registrato tra i partecipanti alla gara. Il procuratore sportivo ha convocato a Roma gli atleti che sono stati coinvolti per questa truffa e adesso rischiano una squalifca a vita per illecito sportivo. In mattinata gli inquirenti hanno perquisito le abitazioni del segretario regionale della Fidas Basilicata e del presidente regionale della Fidas Basilicata, che ha sede nella città dei Sassi, di presidenti di società sportive e degli atleti coinvolti. Il sostituto procuratore che si occupa delle indagini per conto della Procura della Repubblica di Matera è Annunziata Cazzetta. Le indagini proseguono per verificare se questa truffa è stata messa in atto anche negli anni precedenti rispetto ai cinque esaminati in questa operazione, visto che la Regione Basilicata garantisce questo tipo di contributi dal 2008”.
Michele Capolupo
Bufera giudiziaria sulla Fidal Basilicata per truffa in danno di ente pubblico e frode sportiva, report della Polizia di Stato
Da questa mattina personale della Polizia di Stato in servizio presso la Questura di Matera, con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Basilicata, sta effettuando numerose perquisizioni a Matera e provincia nell’ambito dell’operazione Ghost runner.
L’indagine della Squadra mobile Materana nasce da una serie di segnalazioni in merito ad alcune gare di atletica sospette.
Di fatto, da quando la Regione Basilicata, nel triennio 2008/2010 istituisce il fondo di incentivazione alle attività sportive, iniziano a fiorire a Matera numerose società sportive. E’ note che alle maratone solitamente si iscrivono numerosissimi atleti e pertanto la maggior parte delle incombenze come l’iscrizione, il ritiro di pettorine e microchip è demandata ai presidenti di società o propri delegati, quindi risulta difficile un controllo sull’identità degli atleti, e risulta per cui fattibile che un corridore gareggi sotto falso nome, o non gareggi proprio, o addirittura gareggi con due microchip a polsi diversi.
Dall’attività di indagine emerge che l’intera attività truffaldina si occulta dietro una attività stabile e duratura, ben strutturata, che con il passar del tempo è andata sempre più perfezionandosi. Nei primi anni, i promotori della associazione a delinquere, approfittando della propria posizione privilegiata, l’uno presidente, l’altro segretario del comitato regionale della Fidal, essendo in possesso delle password necessarie e avendo conoscenza degli atleti, compilavano documenti falsi e creavano società fittizie con atleti inesistenti, da utilizzare per la richiesta di contributi alla Regione Basilicata-vittima della truffa- al solo scopo di moltiplicare le somme dei contributi da percepire.
Vengono create apposite società, atleti tesserati inesistenti, o con false identità, con i quali moltiplicare i contributi regionali. Insomma dal 2010, una vera e propria associazione a delinquere, con compiti ben distribuiti: i promotori organizzano le trasferte, tesseramento e creazione di società false, i presidenti provvedono a compilare le istanze di contributi alla Regione, gli atleti si tesserano con false generalità o gareggiano a nome di altri, familiari ed amici partecipano alle trasferte e contribuiscono al raggiro facendo risultare anche loro di aver gareggiato.
E’ per questo che sono stati denunciati a piede libero, e risponderanno di una serie di reati che vanno dall’associazione a delinquere, alla sostituzione di persona, falso ideologico, falso materiale, truffa e frode sportiva.
La fotogallery della conferenza stampa (foto www.SassiLive.it)