Il Tribunale di Matera ha rigettato il ricorso di una immigrata non residente sul territorio comunale che aveva chiesto un pronunciamento sul presunto carattere discriminatorio della delibera di Giunta Comunale di adozione delle linee di indirizzo per l’erogazione delle risorse da destinare a buoni spesa.
Il Tribunale ha in particolare rilevato che “la delibera dell’ente comunale deve ritenersi frutto di una scelta ragionevole e, in quanto tale, non in contrasto con la norma che censura i provvedimenti discriminatori. L’ente comunale ha spiegato di aver fondato la sua scelta di richiedere il requisito della residenza, ritenendo correttamente che la sola iscrizione nell’anagrafe della popolazione residente di un Comune scongiuri, in maniera pressoché totale la commissione di comportamenti fraudolenti da parte di soggetti che, non avendone i requisiti, si attivino per procurarseli fraudolentemente. In particolare, come ha osservato l’ente comunale, uno stesso nucleo familiare, variando il proprio domicilio a mezzo di richieste intestate a diversi suoi componenti, potrebbe avanzare in diversi comuni più istanze per ottenere più buoni spesa, comportamento illecito che da un lato sarebbe agevolato dal breve lasso temporale richiesto per il cambio di domicilio e, dall’altro, permetterebbe di ottenere un indebito vantaggio, evento questo già di per sé illecito che assume maggior lesività considerando la riduzione delle risorse finanziarie che comporterebbe per altri legittimi beneficiari della misura emergenziale”.
“Il Tribunale – sottolinea l’assessore alle Politiche sociali, Marilena Antonicelli – ha sancito il corretto comportamento del Comune improntato a criteri di equità e non certo di carattere discriminatorio. Proseguiremo nella distribuzione dei buoni spesa per far fronte alle richieste dei cittadini e avvieremo anche la diffusione dei sussidi previsti dalla social card della Regione. Se l’emergenza sanitaria non può dirsi ancora conclusa, purtroppo quella economico-sociale è solo agli inizi. Il Comune di Matera è stato tra i primi in Italia a erogare i buoni spesa dando prova di efficienza e tempestività nell’intervento. Bisogna ora continuare a lavorare per dare un sostegno concreto a tutti i cittadini che purtroppo non ce l’hanno o non ce l’hanno più”.
Finalmente una sentenza assennata e senza falsi idealismi. Sicuramente ora insorgeranno i cosiddetti buonisti, ai quali consiglio di provvedere di tasca loro al sostentamento della ricorrente.