Dopo le visite nelle carceri di Potenza e Melfi, questa mattina il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Donato Capece accompagnato dal Segretario SAPPE della Basilicata Saverio Brienza e dai dirigenti sindacali regionali e locali del Sappe ha visitato la casa circondariale di Matera.
Capece ha dichiarato: “Potenza è un carcere che ospita stabilmente oltre 90 persone, Melfi ne ospita oltre 130, Matera ne ospita 180. In totale ci sono oltre 400 detenuti.
Nel carcere di Matera abbiamo trovato una situazione strana, direi abbandonata. Se funziona è grazie ai nostri poliziotti penitenziari, che sono da considerare eroi silenziosi. Sono 138 i poliziotti penitenziari in servizio, compresi quelli che lavorano ad Altamura, che dipendono dalla casa circondariale di Matera. Un fatto particolare perchè si tratta di città che appartengono a due regiono diverse e quindi con problemi diversi e protocolli sanitari diversi. Per questo dico che siamo di fronte ad un caos organizzato. Al provveditore abbiamo chiedo di affrontare questa situazione per sganciare Altamura da Matera rendendola autonoma con un proprio organico. In questo modo si potrebbero aggiungere almeno 30 unità nel carcere di Matera, possibilmente giovani, visto che il personale in servizio oggi nella città dei Sassi è avanti con gli anni e soggetto a tante patologie.
La mia, nostra, presenza vuole essere soprattutto una testimonianza e un segnale di solidarietà e di vicinanza alle poliziotte ed ai colleghi lucani che operano con umanità e grande professionalità. Altro obiettivo è rilanciare la denuncia per i problemi legati al sovraffollamento e alla mancanza di risorse per far funzionare meglio gli istituti penitenziari. Sarebbe fondamentale, per dare dignità alla detenzione, che i detenuti lavorassero, tutti, così da non stare tutto il giorno nell’apatia e senza fare nulla. Il dato oggettivo è che il budget largamente insufficiente assegnato per la remunerazione dei detenuti lavoranti ha condizionato e condiziona in modo particolare le attività lavorative necessarie per la gestione quotidiana di ogni istituto penitenziario (servizi di pulizia, cucina, manutenzione ordinaria del fabbricato) incidendo negativamente sulla qualità della vita all’interno dei penitenziari. Mi sembra evidente che se i detenuti fossero impegnati nel lavoro, nello studio ed in altre attività difficilmente ci sarebbero così tanti eventi critici in carcere. L’integrità psicofisica dei poliziotti penitenziari impiegati nelle carceri della Basilicata in particolare, è stata messa a dura prova specialmente nei mesi di giugno, luglio ed agosto di quest’anno.
Dopo i tanti episodi di violenza di queste ultime settimane, non possiamo che invocare misure di maggiore rigore, per riportare la legalità nelle carceri. Chiediamo che i detenuti violenti vengano ristetti in appositi istituti, dove dovrebbero scontare la pena al regime chiuso, con applicazione delle misure restrittive di cui all’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, perché mettono a rischio l’ordine e la sicurezza e, spesso, si avvalgono anche della loro posizione di supremazia nei confronti degli altri reclusi. Chiediamo inoltre la dotazione del taser, o di altro strumento simile, affinché gli agenti possano difendersi ed evitare che la violenza dei detenuti venga portata a conseguenze estreme”.
Di seguito il testa della lettera inviata al Sappe al Provveditore, al direttore della Casa circondariale di Matera e al segretario generale del Sappe.