Lunedì 17 febbraio 2025, alle 9.15, il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Donato Capece sarà a Potenza in visita al carcere accompagnato dal Segretario SAPPE della Basilicata Saverio Brienza e dai dirigenti sindacali regionali e locali: alle 15 visiterà il penitenziario di Melfi. Martedì 18 febbraio 2025, alle 10 è in programma la visita nella casa circondariale di Matera. Al termine delle visite, Capece, con la delegazione del SAPPE, incontrerà i giornalisti.
“Potenza è un carcere che ospita stabilmente oltre 90 persone, Melfi ne ospita invece oltre 130: più di 180 i ristretti a Matera per un contesto regionale che vede detenute complessivamente più di 400 persone”, evidenzia Capece. “La mia, nostra, presenza vuole essere soprattutto una testimonianza e un segnale di solidarietà e di vicinanza alle poliziotte ed ai colleghi lucani che operano con umanità e grande professionalità. Altro obiettivo è rilanciare la denuncia per i problemi legati al sovraffollamento e alla mancanza di risorse per far funzionare meglio gli istituti penitenziari”. Per Capece, “sarebbe fondamentale, per dare dignità alla detenzione, che i detenuti lavorassero, tutti, così da non stare tutto il giorno nell’apatia e senza fare nulla. Il dato oggettivo è che il budget largamente insufficiente assegnato per la remunerazione dei detenuti lavoranti ha condizionato e condiziona in modo particolare le attività lavorative necessarie per la gestione quotidiana di ogni istituto penitenziario (servizi di pulizia, cucina, manutenzione ordinaria del fabbricato) incidendo negativamente sulla qualità della vita all’interno dei penitenziari. Mi sembra evidente che se i detenuti fossero impegnati nel lavoro, nello studio ed in altre attività difficilmente ci sarebbero così tanti eventi critici in carcere”,evidenzia il leader del Sappe. Che rilancia: “L’integrità psicofisica dei poliziotti penitenziari impiegati nelle carceri della Basilicata in particolare, è stata messa a dura prova specialmente nei mesi di giugno, luglio ed agosto di quest’anno”. Per il leader nazionale del primo Sindacato del Corpo, “dopo i tanti episodi di violenza di queste ultime settimane, non possiamo che invocare misure di maggiore rigore, per riportare la legalità nelle carceri. Chiediamo che i detenuti violenti vengano ristetti in appositi istituti, dove dovrebbero scontare la pena al regime chiuso, con applicazione delle misure restrittive di cui all’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, perché mettono a rischio l’ordine e la sicurezza e, spesso, si avvalgono anche della loro posizione di supremazia nei confronti degli altri reclusi. Chiediamo inoltre la dotazione del taser, o di altro strumento simile, affinché gli agenti possano difendersi ed evitare che la violenza dei detenuti venga portata a conseguenze estreme».