Caporalato, denunciato dalla Polizia un immigrato a Metaponto. Fermato mentre trasportava 6 immigrati africani a lavorare nelle campagne di Castellaneta. Di seguito i particolari dell’operazione di Polizia di Stato.
Un immigrato di nazionalità sudanese è stato denunciato dalla Polizia di Stato per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (c.d. “caporalato”), oltre che per guida senza patente.
L’arrivo della stagione primaverile segna la ripresa delle lavorazioni agricole, specie nella piana jonico-metapontina dove sono impiantate estese colture che richiedono l’impiego di una numerosa monodopera bracciantile.
Non è infrequente che alcuni lavoratori in condizioni di necessità, soprattutto cittadini extracomunitariimmigrati, vengano talora reclutati dai “caporali”, che provvedono a collocarli presso le varie aziende trasportandoli sui campidietro trattenuta di una parte cospicua dei modesti compensi ricevuti per il faticoso lavoro prestato.
Allo scopo di contrastare la periodica ricomparsa del biasimevole fenomeno in questo territorio, il Questore di Matera ha dispostomirati servizi di contrasto.
L’attività è stata attuatanei giorni scorsi nella frazione di Metaponto di Bernalda con la collaborazione di personale dell’Ispettorato del Lavoro.
Vi hanno preso parte diversi operatori della Questura (Ufficio Immigrazione, Polizia Scientifica, Ufficio Tecnico Logistico)e del Commissariato di P.S. di Pisticci, con l’aggiunta di un equipaggio della Squadra Mobile e tre equipaggi del Reparto di Prevenzione Crimine della Polizia di Stato di Potenza.
Appostati in diversi punti attentamente studiati in precedenza, i poliziotti hanno individuato alcuni automezzi sui quali salivano gli immigrati, provvedendo poi a fermarli subito dopo la loro partenza.
Sono stati così sottoposti ad attento controllo tre veicoli e 23 immigrati, di cui 6 rumeni e 17 provenienti da diversi paesi africani (Sudan, Tunisia, Mali, Senegal, Ciad,Nigeria, Burkina Faso).
Tutti gli immigrati controllati sono risultati in regola con il permesso di soggiorno e con le norme sul lavoro, ma nei confronti del conducente di una delle tre vetture sono emersi elementi di colpevolezzaper cui il soggetto è stato denunciato all’Autorità giudiziaria per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
L’uomo, 39 anni, sudanese residente a Bernalda, viaggiava con 6 immigrati africania bordo che stava portando a lavorare nelle campagne di Castellaneta (TA). Già pregiudicato per furto e nel 2014 sottoposto alla misura di prevenzione dell’Avviso Orale dal Questore di Matera, l’individuo era stato già arrestato per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro dai Carabinieri di Metaponto nel marzo dello stesso anno.
Quando i poliziotti hanno fermato quest’ultima autovettura per procedere ai controlli, uno dei sette uomini a bordo, a differenza dagli altri, aveva trovato posto nel baule del veicolo come se volesse nascondersi. Poi, mentre gli altri occupanti fornivano le proprie generalità mostrando i documenti di cui erano in possesso, il soggetto cercava di confondersi con gli altri immigrati fermati degli altri due veicoli sperando evidentemente di sfuggire al controllo.
Quando successivamente gli immigrati sono stati portati negli uffici del Commissariato di Pisticci per gli approfondimenti in ordine alle responsabilità di chi li stava trasportando per lavorare nei campi, lo stesso soggetto, un po’ impaurito, ha confessato di non avere documenti al seguito e dichiarato di non ricordare la propria data di nascita.
Dopo il fotosegnalamento da parte della Polizia Scientifica, è emerso che non era un clandestino: proveniente dal Ciad, sono saltati fuori il suo nome e gli altri suoi dati anagrafici. Contrariamente a quanto egli credeva, era invece coperto da permesso di soggiorno di cui aveva chiesto il rinnovo nel 2013, ma che non aveva mai provveduto a ritirare perché convinto che gli fosse stato rifiutato.
Il “caporale” era inoltre sprovvisto della patente di guida e il veicolo da lui condotto e di cui è anche proprietario, una Lancia Lybra, è risultato privo di copertura assicurativa. Pertanto è stato denunciato anche per reiterazione della violazione di guida in mancanza di patente e il veicolo è stato sequestrato.
Diversamente, il conducente di un altro veicolo dei tre fermati, con a bordo 6 rumeni e due tunisini diretti a lavorare nelle campagne di Bernalda, è stato sanzionato per infrazione al codice della strada in quanto non aveva al seguito la carta di circolazione del mezzo.
Pietro Simonetti, Coordinamento politiche migranti Regione Basilicata: “Continua in Basilicata l’azione degli organismi che combattono il caporalato ed il lavoro nero. Stamani nell’area metapontina l’ennesimo intervento”. Di seguito la nota integrale di Simonetti
Intanto presso il Ministero dell’Interno, presente anche il Ministero del Lavoro, sono state presentate dalle Regioni Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia progetti per l’eliminazione dei “ghetti” gestiti da criminalità organizzata e caporali che ogni anno utilizzano, in regime di schiavitù oltre 15 mila migranti.
Gli interventi proposti dalle Regioni, in attuazione anche dei protocolli sottoscritti con le Prefetture, prevedono la realizzazione di centri di accoglienza pubblici, l’utilizzo delle liste di prenotazione per il lavoro regolare, già sperimentato in Basilicata, il trasporto, sperimentato a Palazzo S. Gervasio nel 2017, attività delle inclusione, formazione e integrazione che coinvolgono anche i lavoratori comunitari ed italiani.
Attualmente il caporalato bianco e nero gestisce nel mezzogiorno oltre 300 mila lavoratori in grande parte migranti.
Nel intero arco ionico circa 100 mila lavoratori sono oggetto della attenzione dei caporali, delle false cooperative e di strutture che gestiscono il lavoro in affitto.
La proposta avanzata unitariamente per la prima volta dalle cinque Regioni è all’ esame della Commissione Europea, nell’ambito delle risorse FAMI Emergenziale, che nei prossimi giorni valuterà modalità e contenuti per l’erogazione delle risorse.
La Regione Basilicata, che nel contempo sta procedendo per la realizzazioni dei nuovi centri per stagionali di Palazzo S. Gervasio e Scanzano con il PON legalità, ha inserito nel progetto anche misure per recuperare patrimonio pubblico inutilizzato (immobili, terre e servizi) per l’occupazione, a partire dal comparto agro alimentare, per l’occupazione dei giovani Lucani e migranti. Secondo un uso integrato dei fondi europei e nazionali con la partecipazione delle Prefetture, delle parti sociali,dei Comuni e del Volontariato.