Si chiama “Una stanza per sé” ed il luogo protetto per le audizioni di donne e minori vittime di violenza. E’ stato inaugurato questa mattina nella caserma “Maggiore Rocco Lazazzera”, sede del Comando Provinciale di Matera dei Carabinieri. Alla cerimonia hanno partecipato il Comandante della Legione Carabinieri “Basilicata”, Generale di Brigata Rosario Castello, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Tenente Colonnello Samuele Sighinolfi, la Presidente del Club Matera Soroptimist International, Patrizia Minardi, la vice prefetto Emilia Capolongo, il questore della Polizia di Stato di Matera, Luigi Liguroi, il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, l’assessore regionale Donatella Merra, l’Arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina, Monsignor Pino Caiazzo e la giudice del tribunale di Matera, Tiziana Caradonio.
Il progetto, denominato “Una stanza tutta per sé”, è frutto della collaborazione del Club Matera Soroptimist con il locale comando dell’Arma, nel solco tracciato dal protocollo sottoscritto presso il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri dal Comandante Generale, Giovanni Nistri, e dalla Presidente del Soroptimist International d’Italia, Mariolina Coppola, finalizzato a disciplinare l’attività di collaborazione nell’ambito di tale programma. Un’iniziativa nata nel 2015 che ha consentito l’allestimento, all’interno di oltre 100 caserme dell’Arma, di locali protetti, accoglienti e tecnologicamente attrezzati, per sostenere le donne e le persone più vulnerabili nel delicato momento della denuncia di violenza. La stanza è stata arredata pensando anche alle esigenze dei minori, grazie al contributo di aziende locali per quanto riguarda divani, poltrone e mobili e alla generosità di artisti come Margherita Serra, che ha donato un’opera d’arte ispirata proprio al tema della violenza sulle donne.
L’obiettivo del nuovo spazio è offrire alle vittime di violenze o abusi un ambiente dedicato, che tenda a rendere meno traumatico l’approccio con gli investigatori e a trasmettere una sensazione di accoglienza della persona e di attenzione per le sofferenze subite.
L’inaugurazione di “Una stanza tutta per sé” a Matera rappresenta un ulteriore strumento per il contrasto alla violenza di genere, di cui viene celebrata la Giornata internazionale ogni anno il 25 novembre.
Carabinieri e Club Matera Soroptimist International inaugurano “Un stanza tutta per sé”, report e interviste cerimonia inaugurale
È’ finalmente attiva “Una stanza tutta per sé”, la stanza per l’ascolto e le audizioni protette delle donne vittime di violenza, nata dalla stretta collaborazione tra il Club Matera e il Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Matera.
La presidente del Club di Matera, Patrizia Minardi ha aperto insieme al Generale di Brigata Rosario Castello, Comandante della Legione “Basilicata”, la conferenza stampa alla presenza delle autorità civili e militari, Sua eccellenza, l’arcivescovo, Giuseppe Caiazzo, il questore Luigi Liguori, il comandante provinciale col. Giuseppe Antonio Cardellicchio; la vicaria del prefetto Rosalia Ermelinda Camerini, il Magistrato Tiziana Caradonio in rappresentanza del Presidente del Tribunale di Matera, il Sindaco Raffaello De Ruggeri, l’Assessore regionale Donatella Merra, il Presidente della Provincia Piero Marrese.
Rivolgendosi alle autorità civili e militari, ringraziandoli per la loro autorevole presenza , non solo formale ma sostanziale perché è necessaria una alleanza interistituzionale per affrontare temi delicati e complessi come quello della violenza sulle donne; ha dichiarato che l’11 gennaio 2020 è nato il club di Matera del Soroptimist International “voi autorità civili e militari presenti anche al nostro battesimo, avete consegnato a noi una grande fiducia e noi oggi ve la restituiamo attraverso un progetto concreto, una stanza dedicata all’ascolto delle donne vittime di violenza”. Un progetto concreto che ha visto la partecipazione attiva di sponsor materani come Calia Italia, Strammiello Trasporti, Mutinati, BMG, Fiorincentro, L’arte in cornice che hanno, insieme alle socie soroptimist, interpretato il protocollo nazionale per l’arredamento della stanza e dato forma e anima alla stanza, portando nella stessa, tradizioni e valori della nostra comunità.
Una stanza tutta per sé, ha ribadito la presidente Patrizia Minardi, prende ispirazione dal titolo di un saggio-romanzo di Virginia Wolf del 1929. Virginia Wolf, considerata una pietra angolare del femminismo, interpretava e scriveva il “mondo delle donne” attraverso i “vuoti” piuttosto che attraverso i “pieni”.
La donna è assente nella vita professionale, nel mondo dell’istruzione e del sociale, è assente dalla partecipazione al voto e dalla vita politica: il suo peso è zero! Le donne “non contano nulla” sottolineava con lucida consapevolezza e “come contiamo poco e come tutte queste moltitudini annaspano per restare a galla”. La storia della donna è una storia di assenze, abitata da fantasmi.
Questa immagine plastica del vuoto e dell’assenza, contrapposta al pieno, ci riporta alla interpretazione della storia millenaria di Matera. Una città che vive in virtù del vuoto, dell’arte dello scavare dell’uomo nella roccia per ricavare abitazioni; ci riporta al vuoto come assenza, come miseria, come sofferenza, come mancanza di condizioni di igiene sanitaria che rendono impossibile la vita degli uomini nei Sassi.
Eppure, solo da quel vuoto, dalla miseria e dall’assenza, è stato possibile per Matera e i materani, costruire il “riscatto”, l’orgoglio di appartenenza, il riconoscimento delle identità, la costruzione del pieno della vita e dell’umanità… così Virginia Wolf, parte dall’assenza, dal mondo abitato dai fantasmi, dall’assenza di rapporto tra donna-corpo- linguaggio per ricostruire “una stanza tutta per sé”, una stanza – mondo nella quale la donna trova la sua corporeità, il suo linguaggio emotivo, il suo coraggio e la sua libertà: “ se guardiamo in faccia il fatto – che non c’è neanche un braccio a cui dobbiamo appoggiarci – ma che dobbiamo camminare da sole e dobbiamo entrare in rapporto con il mondo della realtà, allora si presenterà l’opportunità”.
Il tema è che i fantasmi che abitano il mondo delle donne, generano orrore, violenza bieca e cieca, paura e sottomissione, sopraffazione sui diritti naturali inalienabili, senza i quali, non è possibile vivere e dare senso allo stare insieme in comunità. Sconfiggere i fantasmi, vuol dire dare corpo, sentimento, diritti, umanità alla donna, partendo dal piccolo ambiente della stanza per abitare finalmente “pienamente” il mondo.
E’ vero che tanti passi, dal 1929 ad oggi, sono stati fatti in termini di partecipazione delle donne, dal diritto al voto del 1946 alla possibilità di iscriversi all’università ( cosa che per la Wolf non fui possibile) dalla possibilità di occupare posti di responsabilità; eppure ancora oggi siamo di fronte ai fantasmi, al vuoto, ad una società che difficilmente riesce a riconoscere il valore e la professionalità delle donne e che uccide con violenza efferata, psicologica e fisica, il valore intrinseco della donna, oltre che come moglie, mamma, convivente!
Noi donne soroptimiste, nate nel 1921, per la difesa di alcune sequoie in Oakland, che stavano per essere abbattute, abbiamo ritenuto di dover combattere, ininterrottamente del 1921 ad oggi, per la difesa e la conquista dei diritti naturali e civili inalienabili delle donne.
Oggi ci presentiamo qui, insieme all’Arma dei carabinieri, chiedendo un’alleanza di valori e di azioni, chiediamo un’alleanza anche con tutte le istituzioni presenti che a vario titolo si occupano della violenza di genere. Non chiediamo nulla, ma vogliamo contribuire a salvare la donna, dando il nostro contributo con il cuore e la nostra professionalità; vogliamo contribuire alla crescita umana per la crescita della nostra società perché senza donne non esiste una società sana.
Ringrazio tutte le socie e in particolar modo, per la creativa e fattiva collaborazione, l’architetta Cristina Amenta, le architette Franca Digiorgio e Mimi Coviello, Sara Minardi e Patrizia Orofino per il coordinamento del gruppo di lavoro, Anna Elena Viggiano e Rosa Gentile; per l’arma dei carabinieri, il ten.col. Samuele Sighinolfi la capitana Michela Stefano per la fiducia concessa e la grande professionalità. Senza di loro, nulla sarebbe stato fatto.
La fotogallery dedicata alla presentazione del luogo protetto per le audizioni di donne e minori vittime di violenza (foto www.SassiLive.it)