Il segretario generale regionale del SIULP, Sindacato Unitario Lavoratori di Polizia, Remo Buonsanti, ha inviato una lettera aperta al Prefetto di Potenza e al Questore di Potenza per sottolineare le criticità del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Palazzo San Gervasio. Di seguito il testo integrale inviato alla nostra redazione.
SIULP: “Un Giano bifronte custodisce le porte del Viminale”
L’aumento esponenziale di approdi di migranti sulle nostre coste sta mettendo aprova la tenuta dell’apparato del CPR di Palazzo San Gervasio. Detta situazione, data la mancanza di uomini, espone a stressanti carichi di lavoro il personale addetto, ponendo i mezzi e la logistica degli uffici della Questura di Potenza allo stremo delle forze. A nostro avviso pregiudica i diritti del personale e la capacità operativa degli altri settori dell’attività di Polizia, compromettendo la tenuta del sistema della sicurezza e dei servizi al cittadino.
Gli ultimi accadimenti verificatisi l’11 aprile al CPR di Palazzo San Gervasio avvalorano la tesi sostenuta da sempre dal SIULP, cioè che detti centri sono vere e proprie bombe ad orologeria. La fuga di clandestini, in attesa di rimpatrio, non è il risultato del caso ma del caos. L’immaginario Giano bifronte, frutto dell’appropriata metafora posta nel titolo è stato sicuramente il custode della decisione delDipartimento nella riunione del 16 marzo
u.s. . Infatti, durante i lavori riguardo la mobilità ordinaria del personale è stata elaborata la tabella che dettagliatamente rappresenta gli incrementi del personale che nel prossimo periodo, aprile 2018 e la successiva mensilità di febbraio del 2019 saranno movimentati nelle province.
I “rinforzi” programmati per Potenza, esprimono le facce del Giano che porge una faccia attestando l’aumento del personale, ma dall’altra non garantisce neanche la copertura del personale che andrà in pensione e quello che sarà trasferito in uscita trovandoci quindi al punto di partenza.Non sono state valutate attentamente le condizioni dell’organico per fronteggiare queste situazioni. Circa Venti uomini rispetto a novanta, potrebbero essere un numero proporzionato in condizioni diverse ma qui parliamo di gente disperata che non ha nulla da perdere. Se si fosse verificata, la fuga di massa avrebbe potuto rappresentare un problema anche per la sicurezza dei cittadini. E nonostante tutto quello che è accaduto la reazione del personale è stata altamente professionale e ha scongiurato più gravi conseguenze. A Palazzo San Gervasio un CIE è stato trasformato in CPR con una capienza massima di 150 immigranti prevalentemente di nazionalità Tunisina già condannati per reati di vario titolo che sono in attesa di rimpatrio. Malgrado i soldi già spesi, la struttura appare ancor oggi un cantiere aperto, dove i colleghi svolgono i loro turni in dei container. Bisognerebbe domandarsi secondo quale scienza, coscienza e criterio, è stata decretata l’idoneità di questo sito e chiedersi il perché non sono state valutate altre soluzioni alternative. Infatti basti pensare alla NON volontà di giudici di svolgere le udienze di convalida all’interno della struttura per la mancanza di locali idonei (come invece accade nel resto d’Italia), costringendo ogni volta gli operatori ad effettuare il trasferimento dei clandestini verso le strutture giudiziarie con un ulteriore dispendio di energie, risorse e costi.Dovendo considerare questi ultimi il quantum delle trasferte del personale in servizio per i vari spostamenti, quantificandoli con gliattuali parametri, in circa € 30,00 cadauno giornalieri.
I poliziotti in servizio al CPR sono a pezzi, in senso fisico e anche morale. Fanno del loromeglio per evitare fughe e probabili rivolte, pur essendo consapevoli che avranno la peggio.
Pertanto questa OO.SS. chiede a gran voce di potenziare il numero del personale considerando un rafforzamento di almeno quindici unità fermo restante quelle già assegnate
Non possiamo permettere che giorno dopo giorno, con le fughe gli immigrati si portano via un pezzo di struttura ma soprattutto un pezzo dell’integrità fisica dei dipendenti.
Al danno si aggiunge la beffa…..La collocazione del CPR dista dalla Questura di Potenza circa 80 Km, pertanto per fronteggiare le innumerevoli esigenze che il centro richiede, necessita un’aliquota maggiore di personale già presente, ma di tutta risposta il Dipartimento ha pensato bene, con una nota inviata alla Questura di Potenza, di sospendere al 30 di Aprile l’aggregazione dei Sovrintendenti ed Agenti in quanto a codesta Questura sarà assegnato altro personale (9 unità).
Detto dato secondo questa organizzazione sindacale risulta artatamente falsato in quanto alla data del 18 aprile (data dell’ultima mobilità del personale), le unità assegnate alla Questura di Potenza non risultano come potenziamento, ma bensì come rimpiazzo di personale che dall’anno 2017ad oggi è in quiescenza o trasferito ad altra sede. Inoltre, con tale criticità va considerato che a fronte di un ingente numero di ospiti presenti al CPR (90 circa) gli uomini destinati dal Ministero (9 unità) in sostituzione degli aggregati, a nostro avviso, appaiono alquanto insufficienti nei turni di lavoro più delicati come quelli notturni.
Nell’organizzazione del CPR, grava un ulteriore criticità sulla Questura di Potenza riguardo l’accompagnamento dei migranti che, per le più svariate ragioni richiedono un’assistenza sanitaria e la necessità di esser accompagnati pressola struttura ospedaliera, per ricoveri prolungati per più giorni.
L’accompagnamento nelle strutture sanitarie, comporta il piantonamento H24 da parte del personale, che nella maggior dei casi è effettuata dal personale in forza aUfficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico sottraendolo così dal loro compito principale del controllo del territorio. Questo continuo e disorientato incessante prelievo di uomini per i summenzionati servizi, non consente agli operatori di avere una continuità sul territorio, non offrendo quindi alla cittadinanza una sufficiente presenza.
Orbene, durante la nostra analisi, questa OO.SS. sostiene la necessità di riorganizzare i turni di serviziochiedendo un quadro permanente e di ripristinare la presenza del Reparto mobile e del battaglione dei Carabinieri in pianta stabile durante l’arco dell’intera giornata per assicurare un’efficace svolgimento dell’attività di sicurezza e controllo per il suddetto territorio.
In tale contesto, non possiamo sempre e comunque lasciare il “cerino” in mano al Questore della Provincia, benchè egli rappresenti l’Autorità Tecnica di P.S. e come tale, su di lui incombono specifiche responsa¬bilità di coordinamento delle Forze di Polizia, dovendo ovviamente stabilire le modalità tecnico-operative utili al raggiungimento degli obiettivi fissati
Per il bene di tutti, siamo quindi a chiedergli uno “scatto di reni” e fortunatamente, stiamo tutt’ora interlo¬quendo con una persona che per quanto ci riguarda, dimostra competenza in materia e una spiccata inclinazione nel confronto con le OO.SS. e ancor più con il SIULP, massima espressione sindacale nel Comparto Sicurezza.
Perciò, alla luce di quanto fin’ora esposto, questa O.S., sente forte la necessità e il dovere di chiamare in causa il Prefetto di Potenza, Giovanna Cagliostro in cui il SIULP lucano vorrà trovare in lei un interlocutore giustamente attento alle responsabilità generali dell’O.P. e della sicurezza pubblica nella provincia e la sovraintendenza all’attuazione delle direttive emanate in materia per assicurare unità di indirizzo e di coordinamento dei compiti e delle attività della Forza Pubblica di cui dispone”.
Il senso di responsabilità e il ruolo che il SIULP da oltre 37 anni ha assunto, ci pone su un gradino più in altro rispetto a chi, almeno fino ad ora, non è stato in grado di sollevare la questione.
Siamo quindi a rivendicare con forza il nostro ruolo, quello di un Sindacato non solo competente nella intrin¬seca materia della sicurezza, ma prodromico alla tutela del personale. Pertanto saremo intransigenti laddove qualcuno, in questa fase, vorrà relegarci ad una mera funzione di consultazione. Siamo della convinzione che nelle relazioni più moderne, è invece necessario che le parti condividano obbiettivi comuni per ridare al cittadino servizi qualitativamente più esigibili ed evitare conflittualità con il proprio datore.
Il SIULP Basilicata, nelle more di indire una specifica conferenza stampa, fin dora chiede alla Segreteria Na¬zionale, il suo consueto e qualificato supporto, laddove non saranno fornite in tempi brevi, le risposte a tale problematica. Sarà loro premura, in tal caso, portare lo stato della vertenza ad un livello di attenzione maggiore coinvolgendo il Ministro degli Interni e se necessario interpellare le fonti parlamentari, benchè siamo convinti che le Autorità locali, a ben donde, sapranno affrontare energicamente e bene la questione.
Nel porci a disposizione per qualsivoglia audizione ed in attesa di riscontro, si porgono distinti saluti.