Sono 11 gli avvisi di garanzia inviati dai Carabinieri del Noe per l’inchiesta sui rifiuti smaltiti nel Centro Oli dell’Eni di Viggiano condotta dalla dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Gli inquirenti Laura Triassi e Francesco Basentini. Secondo l’accusa per almeno tre anni e mezzo l’Eni avrebbe smaltito in modo illegale i rifiuti prodotti dal Centro Oli di Viggiano con la collaborazione di alcuni imprenditori locali. In questa inchiesta sono indagati Enrico Gheller, responsabile del distretto meridionale dell’Eni, dirigenti di Tecnoparco, tra cui Faustino Somma e il figlio Michele, che è anche presidente di Confindustria Basilicata, Giulio Spagnoli e il presidente Nicola Savino, l’imprenditore materano Giovanni Castellano, il commissario del Consorzio per lo sviluppo industriale della Provincia di Matera Gaetano Santarsia e l’ex amministratore delegato di Sorgenia Massimo Orlandi, dimissionario dal luglio scorso. L’inchesta risale al 2010 e le persone coinvolte sono accusate di traffico illecito di rifiuti. I Carabinieri del Noe nella giornata di mercoledì 19 febbraio in compagnia del pm Laura Triassi hanno seguito le operazioni di campionamento dei liquidi contenuti nelle vasche del Centro Oli di Viggiano svolte dai tecnici incaricati, gli ingegneri Paolo Rabitti e Alfredo Pini. Nei prossimi giorni i campioni prelevati saranno analizzati in laboratorio per verificare la composizione chimica in modo da chiarire le modalità con cui sono stati smaltiti i rifiuti a Tecnoparco, diventato il punto terminale di gran parte dei rifiuti prodotti dalle estrazioni di petrolio in Basilicata.
INCHIESTA DDA PZ SU SMALTIMENTO RIFIUTI CENTRO OLI ENI: IDV ANNUNCIA PRESIDIO LEGALITA’
“L’inchiesta della DDA di Potenza sullo smaltimento dei rifiuti prodotti dal Centro Oli Eni di Viggiano ci impone di accelerare il progetto di apertura di un “Presidio di legalità” in Val d’Agri, come Italia dei Valori ha già fatto a Casal di Principe, nel cuore della Terra dei Fuochi, e a Taranto, dove l’Ilva continua a rappresentare un rischio per i cittadini”. A sostenerlo è la segretaria regionale di IdV per la Basilicata Marialuisa Cantisani commentando gli sviluppi dell’inchiesta della magistratura antimafia del capoluogo lucano.
“Per noi di IdV – continua – ambiente, salute e territorio non sono mai stati in vendita e tanto meno lo saranno per dare disco verde alle compagnie petrolifere di estrarre idrocarburi a proprio piacimento. E’ evidente che – secondo le notizie sinora apprese – chi doveva controllare su quello che si ipotizza come traffico illecito di rifiuti non lo ha fatto o lo ha fatto solo formalmente. Di qui la nostra sollecitazione alle istituzioni, agli organismi, aziende che hanno responsabilità di recuperare tempo perduto e distrazioni. Pensiamo che innanzitutto l’Osservatorio Ambientale di Marsiconuovo istituito con il principale scopo di fornire informazione trasparente e di un monitoraggio costante debba svolgere il suo compito senza attendere le conclusioni del lavoro di magistratura e periti incaricati dai magistrati. Intanto il significato civile e politico della nostra iniziativa è quello di costruire con le comunità locali un puntello di legalità e di tutela per essere presenti e vigili in quei territori devastati da distruzione ambientale al pari della mafia e della criminalità organizzata, per far ripartire da territori e dalla legalità l’attività politica del nostro partito. L’inchiesta – afferma ancora Cantisani – coinvolge anche un altro territorio: quello dell’area industriale di Pisticci dove i reflui dell’impianto di Viggiano vengono traferiti per essere trattati. Una situazione che ha già registrato la mobilitazione e le proteste dei residenti di Pisticci scalo per l’aria insalubre ed insopportabile oltre che delle popolazioni del Metapontino”.
Centro Oli Eni, 11 avvisi di garanzia per traffico illecito di rifiuti, nota di Nicola Savino (presidente di Tecnoparco Valbasento Spa)
In relazione all’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, il presidente di Tecnoparco Valbasento SpA Nicola Savino esprime piena fiducia nel lavoro dell’autorità inquirente e attende sereno l’esito degli accertamenti in corso che confermeranno la correttezza e la legalità delle attività svolte da Tecnoparco SpA e da Eni SpA. Quanto sopra nella consapevolezza che tali attività nel loro concreto svolgimento non ha danneggiato e non danneggiano la salute e l’ambiente pubblici.
Nicola Savino, presidente Tecnoparco Valbasento SPA
CSAIL-INDIGNATI: INCHIESTA “ECOMAFIA A SEI ZAMPE” RIAPRE ANTICA FERITA
L’inchiesta, coraggiosamente definita “ecomafia a sei zampe” che – esordisce Filippo Massaro – finalmente ha avuto oggi il merito di raccontarla ai cittadini, riapre l’antica ferita in Val d’Agri che è segnata dalla totale sfiducia sui controlli in materia ambientale. L’accusa dei magistrati rivolta agli undici indagati eccellenti è pesante al punto da coinvolgere direttamente la DDA: per almeno tre anni e mezzo l’Eni avrebbe smaltito in maniera illegale i rifiuti prodotti dal Centro Oli di Viggiano. Dunque si cosparge ancora sale su quella ferita attraverso una pesante denuncia che – continua Massaro – ci ricorda quella relativa allo smaltimento dei fanghi di Tempa Rossa 2 (anch’essa emersa e che si vorrebbe far finire nel dimenticatoio). Ancora una volta si evince l’assoluta inerzia incapacità ed inadeguatezza dell’azione Regionale dell’ex Governatore-sceicco De Filippo che di fatto ha sempre vergognosamente delegato alle compagnie – Eni in Val d’Agri e Total nel Sauro – il compito di controllore-controllato fino a quando non accade, meno male, l’auspicato intervento della Magistratura. Gli Indignati lucani continuano a chiedere a chi deve controllare su tutti i fattori (salute, ambiente, territorio) di farlo e si chiedono: e se non si fosse scoperchiato la pentola, la grave situazione di inquinamento dei terreni e di pericolo per la salute cui sono a conoscenza tantissimi cittadini dell’area industriale di Viggiano sarebbe rimasta sepolta come i fanghi di Tempa Rossa 2 ? Il presidente del Csail-Indignati Lucani, Filippo Massaro, più volte ha comunicato alla Magistratura, Guardia di Finanza , Carabinieri, Regione Basilicata ecc. che, negli anni 82-85 durante l’esecuzione dei Lavori per la realizzazione dell’Area Industriale di Viggiano (finanziati con la ex Legge 219/81) , sempre a notte inoltrata, addirittura quando nevicava, colonne di autotreni di provenienza ….. ? carichi di ………? che scaricavano sui terreni interessati ai suddetti lavori materiali per colmare il dislivello dell’area . Purtroppo nessuna risposta e nessun intervento di verifica in merito. I fenomeni di tumori sino ai casi di morte accertata a causa di tumori hanno assoluto bisogno di verità, chiarezza e giustizia per chi ha perso i propri congiunti.
Filippo Massaro, Csail-Indignati Lucani