Anche in questa provincia si vanno sempre più diffondendo gli esercizi di compro oro. Solo nel 2012 sono state rilasciate dal Questore 15 autorizzazioni all’esercizio dell’attività, praticamente raddoppiate rispetto allo scorso anno.
Attenta è la Questura che effettua frequenti controlli amministrativi perché non mancano casi di abuso.
“Portando da noi i tuoi preziosi potrai ottenere liquidità immediata garantendoti il recupero dei tuoi beni entro trenta giorni dal deposito”, recitava così l’annuncio pubblicitario riportato su un periodico locale che non è sfuggito all’attenzione dei poliziotti della Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale della Questura.
L’attività pubblicizzata era chiaramente quella dei prestiti su pegno in oro, quella dei cosiddetti “monti di pietà” come venivano definiti una volta, ma l’esercizio che la reclamizzava era uno dei tanti “compro oro” diffusisi recentemente anche a Matera, a cui questa attività non è consentita.
Un agente si è finto cliente ed ha impegnato alcuni oggetti d’oro che gli sono stati resi dopo una ventina di giorni dietro restituzione della somma di 390 euro prestata, maggiorata del 10 per cento più I.V.A. e ricevendone persino la relativa fattura.
E’ allora intervenuto Il personale della Squadra Amministrativa. Dall’esame del registro tenuto dall’esercente risultavano altre operazioni analoghe.
Pertanto al titolare dell’esercizio e la commessa sono state contestate le violazioni accertate del reato di abusiva attività finanziaria. I due sono stati denunciati all’A.G. e l’attività è stata sospesa per 15 giorni.
Nel corso di altri controlli svolti dagli agenti della Squadra Amministrativa, i titolari di altri due compro oro del capoluogo sono stati sanzionati per non aver provveduto ad annotare sull’apposito registro tutti gli oggetti preziosi acquistati.