C’è grande preoccupazione tra i titolari di imprese e laboratori artigiani, delle numerose pmi, per affrontare le nuove restrizioni della zona rossa che comprendono le chiusure per tante attività artigiane di vendita diretta, di ristorazione e bar, di servizi alla persona come i centri di estetica e salute. Se ne fa interprete Rosa Gentile, componente Giunta Nazionale e presidente Confartigianato Matera. “Secondo il nostro Centro Studi che svolge un monitoraggio continuo della situazione – riferisce – il 32% delle imprese a noi associate avrà delle difficoltà a ripartire dopo la pandemia. E’ un numero purtroppo destinato a crescere sotto i colpi delle nuove restrizioni e che naturalmente ci spaventa e richiede da parte nostra la necessità di mettere in campo una rappresentanza concreta di prossimità per aiutare queste aziende, per dare loro un futuro”.
“Parliamo di un settore – aggiunge – che durante le differenti fasi della pandemia ha tenuto ‘accese’ le comunità. Un modello d’impresa che mette insieme oltre a un Pil economico che è misurabile anche un Pil sociale che è altrettanto importante per la sopravvivenza delle nostre comunità. Si tratta di un mondo, quello dell’artigianato, che finora non ha ricevuto gli aiuti che si sperava. Per questa ragione il Presidente Granelli ha chiesto al Premier Draghi un cambio di passo sui ristori rispetto al governo precedente. I ristori li abbiamo contestati -sottolinea- per il modo in cui venivano calcolati, visto che andava fatto secondo noi un calcolo più allungato nel tempo. E anche sui codici Ateco non siamo rimasti soddisfatti perché si escludevano delle aziende di filiera che avevano subito dei danni”, aggiunge ancora. Di certo gli aiuti attuali non sono sufficienti per garantire una ripresa adeguata alle nostre aziende e garantire loro un futuro. Anche perchè, sottolinea la dirigente di Confartigianato, alcuni comparti sono stati travolti dall’emergenza sanitaria ed economica. Noi siamo preoccupati per i nostri settori che hanno subito un contraccolpo durissimo per la pandemia. Pensiamo a tutte le piccole imprese artigiane che sono nell’arredo, nel mondo del turismo, della ristorazione. Oppure degli eventi, delle organizzazioni fieristiche, della fotografia, piuttosto che gli Ncc e i trasporti di persone”, aggiunge ancora.
Ci sono state però delle eccezioni. “Dobbiamo però dire -spiega – che ci sono dei comparti come quello alimentare, delle costruzioni, del digitale e del commercio elettronico soprattutto, che hanno avuto in questo periodo una tenuta importante, con dei numeri positivi”. E gli artigiani hanno cercato di trovare vie d’uscita alla crisi. “Nel corso della pandemia -sottolinea- è raddoppiata la quota dei piccoli artigiani che utilizzano il commercio elettronico per la loro attività, con 122 mila imprese in più che utilizzano questi strumenti rispetto a marzo scorso”. “Le nostre imprese -afferma Gentile- hanno dimostrato una capacità di adattamento e resilienza che ha veramente stupito tutti ma riflette il Dna dei nostri imprenditori che non si sono dati per vinti ma hanno riconvertito la loro azienda, ad esempio nei prodotti medicali e o della meccanica di precisione”, aggiunge.
“La pandemia, inoltre -sottolinea – ha evidenziato la bontà del lavoro che abbiamo fatto sul sistema della bilateralità. Noi siamo sì per un ammortizzatore universale ma anche per il sostegno alla specificità della bilateralità. Il sistema della bilateralità artigiana durante la pandemia ha aiutato 750 mila lavoratori, 212 mila imprese artigiane, ed erogato prestazioni fino a 2 miliardi di euro. Fsba è stato un ammortizzatore straordinario”.
Ma per Confartigianato la vera ‘svolta’ può arrivare da un cambio di passo nella campagna di vaccinazione anti Covid-19. “E’ necessario accelerare sui vaccini” sottolinea infine Gentile.