C’è anche l’imprenditore materano Angelo Tosto, presidente di Datacontact (società di call center che all’epoca dei fatti contestati era legata al gruppo HDC e di cui Tosto ne possedeva il 49%), consigliere comunale della lista civica con la quale si era candidato a sindaco di Matera e politico del movimento PeR (Popolari e Riformisti) tra le persone coinvolte nella sentenza di primo grado relativa al processo che si svolge presso il Tribunale di Milano, seconda sezione penale, sul fallimento del gruppo HDC, la società di Luigi Crespi, ex sondaggista legato all’ex premier Silvio Berlusconi. Il crack di HDC aveva fatto emergere un buco di circa 40 milioni di euro. Il bilancio della sentenza di primo grado è di tredici condanne, sette assoluzioni e risarcimenti in via provvisionale per 5,2 milioni di euro. L’imputato maggiormente colpito dal processo è proprio Luigi Crespi, che dovrà scontare sette anni di reclusione, quattro anni al fratello Ambrogio, 4 anni e 6 mesi per la moglie Natascia. 5 anni per Andrea Marini, 5 anni e 6 mesi per Giuseppe Rochira, 2 anni 6 mesi per Ferdinando Superti Furga, 2 anni 6 mesi per il dottore commercialista materano Ascanio Turco, 2 anni per l’ex manager di Publitalia Fulvio Pravadelli, 2 anni 2 mesi per Massimo Mingolla e per Maurizio Novebaci e 3 anni di reclusione per Angelo Raffaele Tosto. Come pena accessoria a tutti gli imputati condannati in primo grado è stata imposta l’inabilità all’esercizio di imprese e uffici direttivi per dieci anni. Valerio Bello ha patteggiato 2 anni di reclusione. Tra le persone assolte figurano i Fedele Confalonieri presidente di Mediaset e Alfredo Messina ex manager Fininvest, oggi parlamentare Pdl, che rispondevano di favoreggiamento, Enrico Maria Fagioli Marzocchi ex amministratore di Efibanca e l’ex banchiere Giampiero Fiorani. Naturalmente il processo andrà avanti e resta ancora due gradi di giudizio prima di emettere la sentenza definitiva anche se non va scartata l’ipotesi di una prescrizione dei reati contestati considerati i tempi lunghi della giustizia italiana e che i fatti contestati risalgono al 2004.
Riportiamo di seguito la dichiarazione rilasciata dall’imprenditore materano Angelo Tosto sulla vicenda giudiziaria nella quale è coinvolto.
Di fronte ad una sentenza di questo tipo il commento più immediato è quello che va nella direzione di voler prendere le distanze da una giustizia non giusta, liquidatoria ed approssimativa, guardando ancora con fiducia alla correttezza di quella “giustizia” suprema che, certamente, è altra ed altrove. L’intricata vicenda Hdc mi ha visto nel 2004 difendere con le unghie e con i denti la società Datacontact, che già allora generava sul territorio locale fra Matera e Bari oltre 500 posti di lavoro, cresciuti poi negli anni fino a diventare gli oltre 1400 attuali. Pur fra mille ostacoli e difficoltà ai tempi fu fatto con coscienza, responsabilità e nel rispetto delle norme, tutto ciò che imprenditorialmente e finanziariamente era possibile fare per evitare che nel domino del fallimento del Gruppo venisse travolta la società, che godeva – come documentazione e bilanci attestano – di una posizione di trasparenza e solidità ben differente rispetto alla gran parte delle restanti società facenti parte della galassia Hdc. Convinto ed orgoglioso allora della correttezza dell’approccio adottato, continuo ad esserlo ancora oggi con ostinazione e tenacia, difenendendo quei principi e valori che guidarono allora le scelte compiute per acquisire il 51% delle quote societarie in capo al Gruppo, solo così dando seguito e continuità all’azienda Datacontact. Si trattò di esperienza faticosa da tutti i punti di vista, che consentì di avviare un percorso di svolta e di rinascita professionale, vedendo pian piano ma con costanza crescere e consolidare numeri, esperienze professionali, qualità nonché fiducia da parte di una rosa sempre più ampia di prestigiosi committenti. Cosa sia oggi Datacontact, pur in un contesto di mercato complesso e sempre più in affanno, lo dimostrano i numeri, quegli stessi numeri che oggi forse si desidera semplicisticamente negare o mettere a rischio, sfibrando energie, passione ed entusiasmo. Assumere in queste ore una posizione di silenzio rispetto alla sentenza avrebbe significato da parte mia avallare un giudizio sommario e non esaustivo, come in questo Paese e ancor più localmente spesso si è abituati a fare, complice una parte della stampa ma anche una buona parte di quei disattenti lettori che si accontentano della golosità di un titolo gridato senza andare fino in fondo nel merito della notizia riportata, contribuendo poi ad alimentare il tam tam del fatto del giorno nella propria cerchia relazionale. Con ferma serenità d’animo non mi resta invece che attendere il prosieguo dell’iter processuale che porterà nella fase d’appello a rimarcare la posizione di estraneità dai fatti contestati, ringraziando pubblicamente tutti coloro – e sono tanti – che in queste ore hanno fatto sentire la propria vicinanza ed amicizia. Infine – ma non certo per importanza – non mi resta che rassicurare personalmente quanti hanno temuto in queste ore contraccolpi aziendali dalla vicenda, e mi riferisco in particolare a tutti i dipendenti e collaboratori ed alle loro famiglie. Pur restando certamente una legittima preoccupazione di fronte ad un pesante clima d’incertezza complicato ulteriormente dai fatti, con cui ci accingiamo ad approcciare la fine dell’anno e l’inizio del nuovo, su una cosa potranno esser certi. Con ancor più forza e determinazione mi batterò sin da subito per il bene “lavoro” continuando personalmente a difendere – insieme alla mia famiglia ed a tutte le persone che quotidianamente profondono il proprio impegno e professionalità in azienda – la forza di una idea imprenditoriale che ha tutte le caratteristiche per superare il mare in burrasca, consapevole delle difficoltà e delle problematiche attuali ed alle porte, ma con la convinzione che non si possa e debba disperdere un patrimonio di esperienza e di valore come quello faticosamente sin qui costruito.
Angelo Tosto
La giustizia “non giusta” colpisce tutti. Quindi tutti sono innocenti. Può darsi che la sentenza di appello dimostri la estraneità ai fatti contestati.
bisogna essere garantisti fino all’ultimo grado di giudizio. Tosto, se è innocente, riuscirà certamente a dimostrarlo
quante malelingue sul suo conto …e com crist lo fatt! ma quando si e trattato di uscire i soldi lo ha fatto sempre ALLA GRANDE!!!! NAN FASC NUDD KA QUANN T IEKK IN MEZZ LA VI FASC FINT CA NAN T CANOSC IN FONDO IO LI VOGLIO BENE!!!DAI ZIO ANGEL0 DIMOSTRA LA TUA INNOCENZA!!!PS I PRIMI A SPARARLO ADDOSSOO SONO QUELLE PERSONE CHE HANNO MANGIATO A SBAFO A SUE SPESE X 3 ANNI!!!!!!!!
ma tu fai sempre il difensore del diavolo
Presidente siamo convinti che riuscirà a dimostrare la sua innocenza ed estraneità ai fatti, ed a ribaltare
questa ingiusta sentenza…le siamo vicini noi tutti in questo difficile momento e conoscendola sappiamo che
lotterà con i denti affinchè giustizia sia fatta. Forza Angelo
dio vede e provede
Conosco il Rag. Tosto da moltissimo tempo e sono certo della sua estraneità su questa antipatica faccenda. Angelo Tosto non é assolutamente una persona che desta sospetti. Coraggio Presidente finirà tutto brillantemente nel più breve tempo possibile e saremo felici anche noi.
Pasquale
patetici…
patetici….
Tosto non mollare!!!!