Si è avviato l’iter processuale per la definizione delle reali cause che hanno determinato il crollo di una palazzina in vico Piave a Matera nella mattinata dell’11 gennaio 2014, provocando la morte di Dina Antonella Favale e succesivamente di Nicola Oreste.
Nella mattinata di martedì 31 ottobre 2017 presso il tribunale di Matera si è aperta l’udienza preliminare presieduta dal gip Rosa Nettis. In tribunale si sono costituite le parti civili e si sono fissate le date successive per la discussione delle richieste di archiviazione proposte dalla Procuratrice Annunziata Cazzetta e per la discussione dei rinvii a giudizi per altri soggetti.
Le richieste di archiviazione sono state proposte per i due ingegneri vigili del fuoco, Maddalena Lisanti eDomenico Masciandaro, quest’ultimo recatosi sui luoghi dell’evento solo tre giorni prima del crollo, per l’ingegnere Vincenzo Andrisani, collaudatore dei lavori in corso d’opera eseguiti al piano terra nel locale del signor Nicola Andrisani, per il titolare dell’impresa che eseguiva i lavori sopra menzionati, Emanuele junior Taccardi e per la signora Ornella Cianfrone, moglie dell’ingegnere Nicola Oreste.
Analogamente si procederà nella discussione delle motivazioni alla base delle richieste di rinvio a giudizio per reati a vario titolo per i seguenti soggetti: signor Nicola Andrisani, proprietario dell’immobile al piano terra, Francesco Paolo Andrisani, direttore di cantiere, architetto Rossella Bisceglie, progettista delle opere architettoniche e direttore dei lavori delle stesse opere architettoniche, ingegnere Francesco Paolo Luceri, progettista delle opere strutturali e direttore dei lavori delle strutture, ingegnere Emanuele Lamacchia Acito, responsabile dell’ufficio lavori pubblici del Comune di Matera, dottoressa Delia Tommaselli, dirigente all’epoca dei fatti contestati dell’ufficio lavori pubblici del Comune di Matera, ingegnere Francesco Tataranni, dirigente dell’ufficio urbanistica del Comune di Matera, i signori Rosa ed Eustachio Andrulli, proprietari del locale al piano terra insistente sull’unità fondiaria dell’immobile del defunto ingegnere Nicola Oreste.
Le successive udienze sono fissate per il 6 novembre in cui si concluderanno le attività inerenti la costituzione delle parti civili, il 20 novembre 2017 per avviare le discussioni relative alle richieste di archiviazione e successivamente saranno fissate ulteriori udienze per entrare nel merito delle discussioni relative alle richieste di rinvio a giudizio.
Durante la prima udienza si sono già verificate le prime discussioni relative alle varie figure professionali coinvolte nel processo. In particolare dopo 4 anni pare si inizi a fare chiarezza sul ruolo e la funzione dell’imputato Rossella Bisceglie, architetto e progettista delle opere architettoniche e direttore dei lavori delle opere architettoniche, per la quale l’avvocato Leonardo Pinto che la rappresenta ha finalmente chiarito il ruolo e la funzione del suo assistito indipendente dalle funzioni di calcolatore statico e di direttore dei lavori delle strutture che fino a questo momento le erano state ascritte come responsabilità in cooperazione con l’ingegnere Francesco Paolo Luceri, sebbene l’architetto Rossella Bisceglie non abbia mai firmato calcoli statici e non sia mai intervenuta nella direzione dei lavori delle strutture, notizie che comunque erano state già acquisite dal Pubblico Ministero durante i primi giorni dell’inchiesta. Sulla scorta di queste prime dichiarazioni e rivelazioni da parte dell’avvocato Pinto, che ha innescato una rivisitazione secondo una maggiore chiarezza dei fatti che si sono susseguiti, lo stesso avvocato preannuncia che qualora il gip rigettasse le richieste di archiviazioni si aprirebbero nuovi scenari processuali e si individuerebbero posizioni giudiziarie coerenti con le reali funzioni che gli archiviandi hanno condotto durante le attività correlate ai lavori e alla gestione della cosa pubblica.
Michele Capolupo