A distanza di due anni esatti dalla sentenza di primo grado del Tribunale di Matera è arrivata anche quella della Corte di Appello di Potenza per il crollo di una palazzina in vico Piave a Matera avvenuto l’11 gennaio 2014, che provocò la morte di due persone, Dina Antonella Favale e Nicola Oreste.
Per i reati di omicidio colposo la Corte di Appello ha dichiarato la prescrizione per tutti gli imputati. Confermata invece agli imputati la condanna a pagare i danni morali e materiali alle famiglie dei defunti.
Per quanto riguarda il reato del crollo della palazzina la Corte di Appello ha condannato a tre anni l’architetto Rossella Bisceglie, progettista di opere architettoniche e direttore dei lavori delle opere architettoniche e Francesco Paolo Andrisani, titolare di una ditta esecutrice di lavori mentre per l’ingegner Francesco Paolo Luceri, progettista delle opere strutturali e direttore dei lavori, la Corte di Appello ha previsto pena sospesa (2 anni) con eliminazione delle pene accessorie.
Bisceglie, Andrisani e Luceri dovranno anche risarcire i danni derivanti dal crollo ai proprietari degli appartamenti della palazzina e degli altri beni, come ad esempio le vetture parcheggiate in via Piave e danneggiate a seguito del crollo.
Gli imputati che possono beneficiare della prescrizione sono Nicola Andrisani, proprietario di un immobile al pianterreno nel quale erano stati attivati lavori di riqualificazione e che nella sentenza del Tribunale di Matera aveva ricevuto una condanna a due anni e sei mesi di reclusione, l’ingegner Emanuele Pio Lamacchia Acito, strutturista addetto all’ufficio opere pubbliche del Comune di Matera e Delia Maria Tommaselli, dirigente del Comune di Matera del settore opere pubbliche, per questi ultimi due la pena era stata già sospesa in occasione della sentenza del Tribunale di Matera.
Michele Capolupo
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