“L’intervento del personale penitenziario – uno delle centinaia che si ripetono l’anno grazie alla professionalità e sensibilità degli agenti – che ha salvato la vita ad un detenuto di soli 20 anni che nel carcere di Potenza ha tentato il suicidio, rafforza la nostra posizione nei confronti del piano del Ministro Nordio, annunciato dopo i tre suicidi, di cui due nel carcere di Torino e il terzo a Rossano Calabro, sulla cosiddetta detenzione differenziata con l’intenzione di trasferire detenuti cosiddetti meno pericolosi in caserme o immobili demaniali dismessi, denota la grande confusione che regna nella gestione dell’Amministrazione Penitenziaria con l’effetto di aggravare una situazione che è già ampiamente sfuggita di mano al controllo dello Stato”. E’ il commento di Aldo Di Giacomo, segretario S.PP che aggiunge: “il segno più evidente che il Ministro è “nel pallone” è forse la citazione del suicidio del nazista Goring in riferimento alla morte delle due detenute di Torino con un azzardato e scandaloso paragone al controllo che non è stato effettuato non certo per responsabilità della polizia penitenziaria. Francamente ci poteva risparmiare il richiamo al gerarca nazista passato alla storia per gli efferati crimini commessi. Tra l’altro il Ministro per attuare il suo piano svuota-carceri scarica ogni incombenza sui Provveditori regionali dell’Amministrazione Penitenziaria che quindi dovrebbero risolvere il problema del reperimento delle nuove carceri senza indicare quali sono le fonti finanziarie a cui attingere e quanto tempo ci vorrà. Ci chiediamo in Basilicata a quali immobili pensa. Come si guarda bene da spiegare con quali soldi si assumerebbero nuovi agenti dopo aver tagliato risorse persino per la mensa e il vestiario degli agenti. Una strategia dunque messa in atto da chi per oltre 40 anni è stato magistrato e conosce bene l’ordinamento giudiziario che per alcuni aspetti – aggiunge – va oltre quella all’insegna del buonismo perseguita dai governi precedenti di centrosinistra, come riprovano l’abolizione dell’abuso di ufficio, la riforma delle misure cautelari diventate per il Governo la priorità indicata nonostante l’impegno contenuto nelle dichiarazioni programmatiche della Premier Meloni ad affrontare le emergenze del sistema penitenziario. Ciò ci rammarica molto perché con il nuovo Governo di centrodestra avevamo creduto anche noi in una svolta a partire da un cambiamento di rotta nell’amministrazione penitenziaria. Per tutto questo – aggiunge Di Giacomo – non sono più rinviabili l’ avvicendamento del Capo del DAP e la definizione di misure di reazioni forti – che abbiamo chiesto da tempo – come forte e senza precedenti è l’attacco che viene dalle carceri”.
Di Giacomo ricorda che il S.PP. ha promosso la mobilitazione nazionale con un’azione di protesta indetta per il 18 settembre prossimo con un appello al personale penitenziario a far sentire forte la propria voce.