Ci sono anche due materani tra le 25 persone appartenenti a tre diverse organizzazioni criminali, una delle quali di stampo mafioso, arrestate nella notte nella vasta operazione condotta dalle forze dell’ordine che ha coinvolto Scanzano Jonico, Policoro, Nova Siri e Montalbano Jonico. Le persone arrestate operavano sul litorale jonico-lucano e si occupavano del traffico di droga, sopratutto cocaina e hashish. Uno dei clan sgominati nel corso dell’operazione capeggiato da Gerardo Schettino, un ex carabiniere di 53 anni, che fu arrestato per la prima volta nel 2004. Il clan che capeggiava, denominato proprio “Schettino”, è considerato dagli investigatori e dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza dotato di una “mafiosità emersa in tutta la sua evidenza”. Durante la notte, per circa tre ore ,il Metapontino è stato “assediato” da 170 carabinieri, impegnati nel Ros e nel comando provinciale di Matera, 70 uomini della Polizia di Stato di Cosenza, 70 agenti della Guardia di finanza. In azione anche uno speciale nucleo guastatori. Decine anche le perquisizioni domiciliari effettuate. Sono state eseguite in mattinata nche 22 perquisizioni finalizzate alla ricerca di armi e droga e sequestri di beni, terreni e attività imprenditoriali nelle province di Matera, Potenza, Bari, Lecce, Foggia, Milano e Salerno. I particolari sono stati diffusi in una conferenza stampa a Potenza del procuratore capo della Direzione distretuale antimafia, Francesco Curcio.
Di seguito i particolari dell’inchiesta antimafia
In data odierna, a conclusione di complesse indagini, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Potenza, che ha coordinato le indagini, i Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Matera, dalle Squadre Mobili delle Questure di Potenza e Matera e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Matera hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare personale in carcere ed agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. Distrettuale del Tribunale di Potenza, nei confronti di 25 indagati, responsabili di aver fatto parte, a vario titolo, di un’associazione armata di stampo mafioso con base a Scanzano Jonico (Matera), denominata clan “Schettino”, dedita principalmente al racket delle estorsioni in danno di imprenditori del ed allo spaccio di stupefacenti, e di altro sodalizio criminale, denominato gruppo “Russo”, attivo nel traffico c nello spaccio di sostanze stupefacenti, principalmente cocaina e hashish (inizialmente i dite gruppi operavano in modo coordinato e, come emerso dalle successive indagini, in seguito si dividevano anche con forti e violenti contrasti).
E stata altresì disarticolata un’ulteriore associazione, denominata gruppo “Donadio”, operante nel comune di Montalbano Jonico (Matera), finalizzata al solo traffico c spaccio di stupefacenti, di cui si riforniva anche dai primi due sodalizi.
Il territorio interessato è quello della costiera jonica lucana.
Tra gli arrestati, 12 sono associati a diverse case circondariali ed altri 13 sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.
I destinatari dei provvedimenti sono i seguenti:
Clan “SCHETTINO”:
– SCHETTINO Gerardo, nato a Viggianello (PZ) il 25.10.1964, residente a Scanzano Jonico – MT;
– PORCELLI Domenico, nato a Bitritto (BA) il 25.11.1973, residente a Scanzano Jonico – MT
– LO FRANCO Nicola, nato a Matera il 27.10.1966, residente a Nova Siri — MT
– MARINO Domenico, nato a Policoro (MT) il 23.12.1989, residente a Scanzano Jonico — MT
– BRUNO Giovanni, nato a Taranto il 30.09.1985, residente a Scanzano Jonico – MT
– PUCE Michele, nato a Matera il 18.08.1976, residente a Scanzano Jonico — MT;
– POCI Maurizio Sandro, nato a Campi Salentina (LE) il 12.08.1963, residente a Pisticci (MT);
– LOPATRIELLO Mario, nato a Pisticci (MT) il 22.08.1970, ivi residente;
– DI DOMENICO Piero, nato ad Avellino il 03.04.1967, residente a Pisticci — MT
– MONTANO Maria, nata a Pisticci (MT) l’01.10.1966, ivi residente,
– NICOLETTI Francesco, nato a Matera il 26.11.1968, ivi residente;
– SCHETTINO Giuseppe, nato a Bari il 28.02.1988, residente a Scanzano Jonico — MT;
– CIRELLI Giuseppe, nato a Policoro (MT) il 05.02.1990, residentc a Scanzano Jonico
– TUCCI Giuseppe, nato a Matera il 08.09.1967;
– LATRONICO Giuseppe, nato a Policoro (MT) il 03.02.1963, residente a Pignola – PZ;
– LEONE Marco, nato a Roma 1’01.11.1987, residente a Scanzano Jonico — MT;
Gruppo “RUSSO”:
RUSSO Rocco, nato a Tursi il 28.08.1969, ivi residente;
RUSSO Francesco, nato a Cerignola (FG) il 17.09.1975, ivi residente;
NUZZO Donatello, nato a Stigliano (MD il 05.03.1979, residente a Scanzano Jonico – MT;
FUSCO Antonio Donato, nato a Policoro (MI) il 13.06.1978;
MELZIADE Silvano, nato a Canosa di Puglia (BA) l’11.08.1966;
GRASSANO Pietro, nato a Stigliano (MT) il 30.07.1982;
Gruppo “DONADIO”
DONADIO Leonardo Salvatore Gianluca, nato a Montalbano Jonico (MT) il 23.03.1969, ivi residente;
RENNA Michele, nato a Policoro (MT) il 14.02.1975, residente a Montalbano Jonico;
un altro indagato, nipote del primo, non destinatario di alcuna misura cautelare.
Nel medesimo contesto sono state eseguite 22 perquisizioni domiciliari, nei confronti di ulteriori indagati, alla ricerca di armi e droga.
I principali reati contestati, sono:
associazione per delinquere di stampo mafioso (art. 416 bis c.p.); associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti (artt. 74 c 73 del D.P.R. 309/1990);
incendio e danneggiamento a seguito di incendio (art. 424 e 423 c.p.);
minaccia aggravata dal metodo mafioso (art. 612 c.p. aggravato dall’art. 7 legge 203/1991);
estorsione aggravata dal metodo mafioso (art. 629 c.p. aggravato dall’art. 7 legge 203/1991);
detenzione e porto illegale di armi (artt. 2, 4 e 7 legge 895/1967);
tentato omicidio e lesioni personali (artt. 56, 575, 577 e 582 c.p.);
trasferimento fraudolento di valori aggravato dalla finalità di agevolarc il sodalizio mafioso (art. 12 quinquies D.L. 306/92, convertito in L. 356/92 – ora art. 512 bis c.p. -, aggravato dall’art. 7 legge 203/1991).
L’attività — svolta brillantemente da Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, mediante intercettazioni telefoniche, pedinamenti, perquisizioni e sequestri, anche in arresti in flagranza di reato — ha evidenziato l’esistenza, sul versante ionico della Basilicata e dunque in Provincia di Matera, di una realtà criminale di eccezionale pericolosità che, non solo, si pone in costante collegamento con i sodalizi criminali operanti nei territori delle regioni limitrofe, ma che ha sviluppato una propria autonoma capacità di intimidazione e di “governo” criminale del territorio, inducendo assoggettamento ed omertà.
Si tratta di un fenomeno che si è sviluppato per anni e che si è profondamente radicato nel sociale ed economico dei territori interessati, come i diversi filoni d’indagine – che hanno monitorato un periodo di anni ( dal 2011 ad oggi) – hanno di accertare.
Assai preoccupante, e pienamente dimostrativo dell’inquinamento del tessuto socioeconomico dei territori in questione, la circostanza che la collaborazione delle vittime di estorsioni, incendi, violenze, sia stata molto scarsa, e che, solo l’attività investigativa svolta con eccezionale professionalità da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, abbia consentito di ricostruire la dinamica e la causale dei fatti, oltre che l’individuazione dei responsabili.
La mafiosità del gruppo Schettino è emersa in tutta la sua evidenza, da circostanze di fatto che pongono le attività del sodalizio in esame nel solco di quelle tradizionalmente svolte dalle associazioni di stampo mafioso calabresi, pugliesi, campane, siciliane:
Imposizione della guardiania, estorsioni in danno di operatori economici, incendi dei beni degli operatori economici riottosi, reinvestinento in attività lecite dei proventi illeciti, controllo di attività economiche, tentativi d’infiltrazione negli appalti pubblici, fittizia intestazioni di beni, esistenza di un rigida scala gerarchica che con si interrompe
neanche in presenza dell’arresto dei capi e dell’organizzazione, disponibilità di armi da guerra, assistenza agli in difficoltà o ristretti in carcere, formule rituali di affiliazione, repressione violenta dei dissidi interni, caratterizzano in pieno il programma criminoso del sodalizio.
Nel corso dell’attività di indagine sono stati complessivamente sottoposti a sequestro, in diversi momenti, 7 kg circa di sostanza stupefacente di vario tipo (fra cocaina, hashish, eroina e mariijuana) e, soprattutto, si sono individuati ( e sul punto le indagini sono in pieno svolgimento) alcuni degli investimenti del clan Schettino ( locali, fabbricati, terreni ), naturalmente a presta-nomi, che, pure, in data odierna, sono stati sottoposti a sequestro.
Le indagini sono tuttora in corso e suscettibili di ulteriori sviluppi.
Il video del blitz