“A quante altre risse in carcere dobbiamo continuare ad assistere come quella che, nelle ultime ore, si è verificata nell’istituto penitenziario di Foggia con il coinvolgimento di ben oltre un centinaio di detenuti, nella “faida” tra cerignolani e baresi? E a quanti altri poliziotti aggrediti dobbiamo prestare soccorso e cura, come è avvenuto, per l’ennesima vota, ieri a Bologna con un agente e un sovrintendente della Polizia Penitenziaria picchiati brutalmente da un detenuto?”. Da queste due domande prende le mosse la nuova iniziativa del segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo, in sciopero della fame dal 25 giugno scorso, che ha scritto al Presidente Marcello Pittella e ai Prefetti di Potenza dott.ssa Giovanna Cagliostro e di Matera dott.ssa Antonella Bellomo. “Mi rivolgo a voi, ciascuno per la propria responsabilità istituzionale – scrive Di Giacomo – per sollecitare un’urgente iniziativa congiunta sulla sempre più esplosiva situazione che riguarda, anche se con problematiche diverse, le carceri in Basilicata. Non siamo più disposti ad assistere inermi all’autentica mattanza di personale di polizia penitenziaria nelle carceri dove ogni giorno 15 poliziotti in media sono costretti a ricorrere alle cure di sanitari e dove a farla da padroni sono i malfattori”.
Nel ribadire di voler proseguire lo sciopero della fame ad oltranza ”vale a dire sino a quando non ci saranno primi atti concreti ed efficaci da parte del Governo e in particolare del Ministro alla Giustizia on. Alfonso Bonafede in direzione di un intervento adeguato alla drammaticità della situazione” Di Giacomo aggiunge nella lettera: “ persino negli istituti di pena che dovrebbero essere di “massima sicurezza” i detenuti dispongono di telefoni cellulari, armi sia pure improprie, droga ed hanno ogni forma di libertà. E’ da tempo che denunciamo inoltre che le celle sono diventate aule di reclutamento di nuova manovalanza criminale e nel caso di detenuti di fede islamica scuole di radicalizzazione con l’evidente rischio che, appena usciti, sono i nuovi potenziali attentatori.
Ritengo pertanto necessario – conclude – un incontro per istituire un Osservatorio formato da autorità ministeriali, direzione degli istituti, Regione e Prefetture, con la presenza di rappresentanti sindacali del personale di polizia penitenziaria per un primo esame sulle azioni da intraprendere anche e soprattutto nei confronti del Ministero alla Giustizia e del DAP. Per il coinvolgimento del DAP mi sembra urgente un primo contatto dopo la recente nomina del Consiglio dei Ministri del magistrato di Potenza Francesco Basentini a capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria al quale esprimiamo la piena disponibilità di collaborazione.
Lug 03