È stato arrestato su via Partenope, lungomare di Napoli, mentre stava cenando con la moglie, l’ex parlamentare di Forza Italia Diana De Feo, per festeggiare il suo 89° compleanno, che è il 24 giugno. Ma è proprio nel locale che l’ex direttore del Tg4 Emilio Fede è stato fermato intorno alle 20.30 del 22 giugno perché accusato di avere evaso i domiciliari: due carabinieri in borghese sono entrati nel ristorante, l’hanno portato in albergo e invitato a non uscire. “Sono terrorizzato. Ancora non riesco a capire come ad un individuo possa succedere quanto accaduto a me – ha dichiarato Fede al Corriere della Sera -. Sono in questa camera d’albergo chiuso senza poter uscire o affacciarmi alla finestra”. Poi ha aggiunto di essere “malato” e che “tutto ciò che ho vissuto è fuori da ogni logica”, anche perché ricorda di avere “finito di scontare gli arresti domiciliari“.
Emilio Fede: “È stato terrorizzante. Stavo festeggiando il compleanno e mi hanno arrestato come fossi il peggiore dei delinquenti”
Condannato in via definitiva a 4 anni e 7 mesi nell’ambito del processo Ruby Bis, ha scontato 7 mesi ai domiciliari e deve completare la pena con 4 anni di servizi sociali, ma sarebbe partito da Milano in direzione Napoli dopo avere avvisato i carabinieri di Segrate, senza però attendere l’autorizzazione del giudice del tribunale di sorveglianza milanese. Secondo il suo avvocato Salvatore Pino, quello che gli viene contestato è di averli avvisati non prima di partire ma dopo. Pino ha poi precisato che il suo assistito si trovava nel capoluogo campano per “delle cure” e che “ha l’autorizzazione ad andare per comprovate esigenze di cura e ha avvisato i carabinieri di Segrate”. Il legale ha chiarito che Fede, dopo aver già scontato 7 mesi della sua pena (perché ha anche ottenuto lo ‘sconto’ della liberazione anticipata), è già sotto la soglia di 4 anni di pena residua e per questo ha già chiesto in via provvisoria l’affidamento in prova ai servizi sociali. “Siamo in attesa del provvedimento”, ha detto il difensore, chiarendo che formalmente, dunque, il giornalista è ancora in detenzione domiciliare. I carabinieri, dopo averlo riportato in albergo, gli hanno intimato di non lasciare la struttura fino alla decisione del magistrato di sorveglianza, prevista il 24 giugno alle 15 davanti al giudice di Napoli Fabio Provvisier.
L’arresto di Fede solleva anche le polemiche: per il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri “è una vergogna” e chiede che venga subito rilasciato mentre sul fronte del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista ricorda quando, vent’anni fa, “Fede era uno potente” e “trombettiere di un sistema politico spazzato via dalla Storia”. Una stagione “dell’impunità, della superbia, della boria, delle leggi ad-personam, dei politici che in strada rispondevano “lei non sa chi sono io” che è “morta e sepolta” soprattutto “grazie al Movimento 5 Stelle che ha portato normali cittadini nelle Istituzioni“.
A 89 anni il rispetto delle regole non è dovuto? Staremo a vedere come finisce. Ricordo che dopo le cene eleganti si lamentava di esser rimasto al verde. Poverino”. Lo scrive su Facebook il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra (M5S), commentando l’arresto a Napoli di Emilio Fede per evasione dai domiciliari.
Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani, Consigliere dell’Associazione Coscioni e membro del Consiglio generale del Partito Radicale: “Nicola Morra è un miserabile”. Di seguito la nota integrale.
E se dicessi che Nicola Morra non è degno di essere classificato tra gli appartenenti al genere umano? Le parole usate dal Presidente della Commissione Antimafia per commentare l’arresto di Emilio Fede lo collocano idealmente non tra gli assetati di giustizia, ma tra gli aguzzini di un campo di concentramento.
Da cosa nasce l’accanimento del signor Morra, mi chiedo, se non dall’incomprensibile desiderio di infierire contro chi ha pagato il suo conto con la giustizia? Che uomo è un uomo che affonda la lama contro un uomo inerme e che soffre? Morra dovrebbe vergognarsi.