Si è svolta nella mattinata di lunedì 11 novembre 2013 presso il Tribunale di Matera l’udienza relativa al procedimento giudiziario che riguarda la questione della collocazione del deposito delle scorie nucleari a Scanzano Jonico. A Matera per partecipare all’udienza in qualità di testimoni gli ex ministri Altero Matteoli e Carlo Giovanardi.
A tal proposito l’attuale Vice Ministro dell’Interno Filippo Bubbico, all’epoca dei fatti Presidente della Regione Basilicata, ha sporto denuncia nei confronti di due giornalisti, l’uno estensore di un articolo, Nicola Piccenna, e l’altro direttore della testata giornalistica, Nino Grilli , in cui si riproduceva quanto riportato dal verbale del Consiglio dei Ministri in merito alla collocazione del deposito nella cittadina lucana, con particolare riferimento alla posizione dello stesso Bubbico rispetto alla decisione dell’allora esecutivo nazionale.
Riportiamo di seguito la documentazione significativa relativa all’udienza che si è svolta in mattinata a Matera inviata alla nostra redazione dal giornalista Nicola Piccenna.
Imputati per diffamazione a mezzo stampa: Nino Grilli (direttore responsabile) e Nicola Piccenna (caporedattore che firmò). L’articolo era intitolato: “Alto tradimento per il Generale Filippo Bubbico”. Nell’articolo venivano riportate affermazioni dell’allora ministro Carlo Amedeo Giovanardi il quale riferiva che nel Consiglio dei Ministri del 13/11/2003 (quello in cui si decise di ubicare a Scanzano il deposito unico di scorie nucleari italiano) era emerso che Filippo Bubbico era a conoscenza dell’intenzione di ubicare a Scanzano il deposito e che avrebbe dichiarato che “non avrebbe fatto le barricate” per impedire tale dislocazione. Peraltro, come potrete leggere (allego l’articolo), non si afferma che Bubbico fosse effettivamente consenziente ma si pone il quesito in forma interrogativa: “
“Se fosse stato un vero generale, per Bubbico si sarebbe potuto ipotizzare l’alto tradimento, “intelligenza col nemico”. Sarebbe stato degradato con ignominia. Fortunatamente è solo un politico e se la caverà con un calo di consensi (forse) oppure chiarirà che è tutta un’invenzione, che i documenti citati sono falsi e che nessun incontro ha sancito patti e contropartite. La conoscenza è l’anima del progresso”.
Ma Bubbico ha inteso lamentare una diffamazione querelando i giornalisti e allegando una pregressa querela già inoltrata contro Carlo Giovanardi.
Nell’udienza dell’11/11/2013 è emerso che:
1) la querela di Bubbico contro Giovanardi è stata archiviata dal Tribunale dei Ministri di Catanzaro (competente territorialmente) poiché Giovanardi produsse il verbale del Consiglio dei Ministri che confermava esattamente per vere le sue affermazioni (allego il verbale per la parte specifica);
2) Giovanardi Carlo Amedeo e Matteoli Altero, testi del processo interrogati in data 11/11/2013, hanno confermato la loro partecipazione al Consiglio dei Ministri (13/11/2003) e le affermazioni in esso contenute;
3) Matteoli Altero, ha specificato che è Emilio Nicola Buccico l’avvocato cui faceva riferimento nelle sue affermazioni riportate tra virgolette nel ripetuto verbale: “Vorrei dire solo una cosa a supporto dell’ultimo intervento di Letta. Il Presidente della provincia interessata aveva chiesto l’aiuto, il consiglio e il supporto giuridico di un noto avvocato (permettetemi di non fare il nome, anche per il ruolo che ricopre attualmente) che è anche un mio caro amico. Ho organizzato l’incontro tra questo noto avvocato e il Presidente della provincia che voleva essere supportato dal punto di vista giuridico per quello che accadeva e per quello che poteva accadere. L’incontro c’è stato, l’avvocato si è messo a disposizione e per una di quelle coincidenze fortunate che talvolta si verificano, è anche amico del sindaco del comune interessato. Veramente, più di così non potevamo fare e tutto questo lo abbiamo fatto nel silenzio più assoluto e siamo arrivati all’ individuazione del sito in quel comune prescelto proprio per le sue caratteristiche di sicurezza”.
Quest’ultima circostanza, svela uno degli aspetti più controversi e misteriosi di una vicenda mai del tutto chiarita che vide all’opera tanti personaggi di primo piano della politica e delle istituzioni che poi negarono ogni coinvolgimento.
Evidenza ulteriore del fatto che senza il lavoro della stampa libera e professionale, nulla avremmo saputo dell’incontro tra Buccico, Carelli e chissà chi altri.
Evidenza ulteriore che al giornalismo scomodo, nessuno fa sconti ma che nemmeno (quel giornalismo) sconti ne chiede.
Noi finiamo sotto processo per aver riportato in forma dubitativa e chiedendo a Bubbico e Company chiarimenti su affermazioni riportate in un verbale del Consiglio dei Ministri accertatamente vero sulla base del quale Giovanardi (latore delle medesime affermazioni) era stato precedentemente sollevato da ogni responsabilità. Ci sembra una vergogna che il sistema giudiziario sprechi soldi, tempo e risorse che potevano essere meglio destinate. Ci sembra, doveroso, che l’Ordine dei Giornalisti (Regionale e Nazionale) assumano una posizione chiara, forte e immediata a tutela dei suoi iscritti che non possono essere trascinati in giudizio per aver riportato notizie esattamente come indicate in un verbale del Consiglio dei Ministri.
Ulteriore elemento di riflessione, deve costituire la circostanza che Filippo Bubbico, attuale vice-Ministro degli Interni, quando si costituisce parte civile contro Nino Grilli e Nicola Piccenna, ben sapeva che per le medesime vicende Carlo Giovanardi era stato prosciolto da ogni responsabilità. Vi è un intento vessatorio che nulla ha a che vedere con la tutela della propria onorabilità.
In ultimo, al nostro servizio pubblico (TGR Basilicata), vogliamo rimproverare di non aver MAI dato spazio agli imputati (Grilli e Piccenna) in questa come in tutte le altre vicende di diffamazione a mezzo stampa in cui sono stati coinvolti, preoccupandosi sempre di dare spazio ai soli querelanti. In data 11 novembre 2013, Rai 3 Basilicata non ha fatto eccezione, intervistando i testi ed il vice-ministro Filippo Bubbico che, come al solito, parla senza alcun contraddittorio, nemmeno quello che un giornalista attento e documentato avrebbe potuto (dovuto?) ricavare dagli atti disponibili. Fare i giornalisti è semplice, essere giornalisti un po’ meno.
Nicola Piccenna
Riportiamo di seguito la nota relativa all’udienza che si è svolta in mattinata a Matera inviata alla nostra redazione dal giornalista Nino Grilli.
Dalle parole ai fatti. Cosa vale di più?
Verba volant, scripta manent: la locuzione latina è antica e persino scolpita nella comprovata consuetudine. Una pillola di saggezza che dovrebbe insegnarci qualcosa, invitandoci ad avere una certa prudenza nelle nostre manifestazioni quotidiane. Il detto dovrebbe assumere particolare rilevanza in campo giudiziario, diventando prova provata di vicende di ogni genere. Soprattutto per affermare la veridicità dei fatti. I fatti comprovati poi da atti pubblici non dovrebbero dare adito a dubbi di sorta, in tema di giudizi. Eppure capita che l’affermazione della verità spesso viene affidata alle parole, nella disperata ricerca di invalidare dichiarazioni scritte e sottoscritte persino dagli stessi autori delle vicende portate in giudizio. Torniamo a parlare di libertà d’informazione, operata nel rispetto dei dettati costituzionali che si tenta in tutti i modi, da parte di presunti intoccabili, di tramutare nella solita diffamazione a mezzo stampa. Fatti scritti quindi e non parole al vento quelli riportati da chi cerca semplicemente di riferire situazioni tendenti a stabilire la veridicità delle situazioni, ma che chiamano in causa personaggi, soprattutto politici che, chiamati a loro volta a rispondere delle loro responsabilità e comportamenti, non trovano altra soluzione che ricorrere a querele confidando nella loro presunta autorevolezza, derivante dalla loro posizione che evidentemente e in maniera del tutto suscettibile ritengono essere assolutamente intoccabile. Capita così che autorevoli documenti scritti rischino di diventare carta straccia, al cospetto delle parole che spesso in maniera piuttosto sconvolgente vengono pronunciate da codesti intoccabili o presunti tali. Ma veniamo ai fatti! Nell’anno 2003 la Basilicata ha corso il rischio di vedersi allocare nel comune di Scanzano J. il deposito nazionale delle scorie nucleari. Una rivolta popolare scongiurò questo pericolo con una manifestazione oggi denominata e persino onorata nel nome di una piazza in quel comune jonico come la rivolta dei centomila cittadini lucani che capeggiati dai rappresentanti istituzionali dell’epoca protestarono per quella decisione. In testa al corteo figuravano tra gli altri l’allora presidente della regione Filippo Bubbico che anche con quell’azione acquisì grande consenso e considerazione, passando nel tempo dal seggio senatoriale a quello di saggio e anche attualmente di vice ministro, l’allora presidente della provincia materana Giovanni Carelli e l’allora sindaco di Scanzano J. Mario Altieri. Sta di fatto che un verbale del Consiglio dei Ministri dell’epoca (governo Berlusconi) riporta (per iscritto e virgolettate) alcune dichiarazioni dell’ora Ministro Matteoli, secondo cui era stato acquisito il parere di Bubbico in merito alla decisione della collocazione del deposito nel comune jonico. In sostanza il verbale riporta che Bubbico portato a conoscenza della decisione, avrebbe dichiarato di non condividerla, ma che comunque obtorto collo non si sarebbe opposto alla decisione, salvo poi(in tribunale) sostenere la sua estraneità nella decisione. L’ex-ministro Altero Matteoli , audito in un’udienza recente al Tribunale di Matera, ha invece confermato in pieno quanto riportato dal verbale del Consiglio dei Ministri(e non carta straccia), e che coinvolge nella decisione, tra gli altri, anche Bubbico. Ma c’è di più! L’allora ministro Giovanardi, in un’intervista, ha rilasciato alcune dichiarazioni, riferendo quanto riportato dal verbale del Consiglio dei Ministri, tra cui la posizione di Bubbico dichiarata in quel verbale. Bubbico per questo ha querelato Giovanardi. La questione è stata esaminata dal Tribunale dei Ministri che, valutati atti e circostanze, ha archiviato il caso dando di fatto ragione a Giovanardi. Lo stesso Giovanardi, audito in udienza al Tribunale di Matera, ha confermato il tutto. Con la deposizione ha cercato di avvalorare in qualche modo un documento (il verbale del consiglio dei Ministri e non -ripetiamo- carta straccia) che, in quanto atto autorevolmente pubblico non può essere disconosciuto o confutato. Fin qui la locuzione latina che abbiamo citato trova esatta corrispondenza: scripta manent e verba volant! Un settimanale locale (“Il Resto” ndr) ha pubblicato un articolo raccontando la vicenda, riportando le dichiarazioni rilasciate dall’ex-Ministro Giovanardi. A supporto dell’articolo anche con copia del Verbale del Consiglio dei Ministri, da cui si desumono chiaramente e senza ombra di dubbio, per iscritto, fatti e circostanze, tra cui ovviamente quanto riguarda lo stesso Bubbico che, anche in questo caso, ha querelato (per diffamazione) l’autore dell’articolo(Nicola Piccenna) e il direttore del settimanale(Nino Grilli). Nell’udienza che si è tenuta di recente al Tribunale di Matera (11.11 u.s.), peraltro, sono emerse altre situazioni del tutto particolari con il coinvolgimento, su dichiarazioni dell’ex-Ministro Matteoli, di altri personaggi compartecipi alla vicenda come l’ex-sindaco Mario Altieri, il generale Jean, l’ex-presidente della provincia Giovanni Carelli ed una presunta consulenza sulla normativa da adottare per l’allocazione del deposito da parte dell’avvocato Nicola Buccico, che, a sua volta, nel contempo, ha querelato gli stessi giornalisti sostenendo di non essersi mai occupato della vicenda riguardante il deposito delle scorie nucleari a Scanzano J.. In altre parole, per concludere, esiste un documento scritto, che non da adito ad alcun dubbio, com’è appunto il verbale del Consiglio dei Ministri, che riporta fatti inconfutabili e decisamente chiari nella loro esposizione, che pongono in tutta evidenza la veridicità della situazione. Esiste anche una sentenza del Tribunale dei Ministri che ha avvalorato quegli stessi contenuti, esprimendo un giudizio negativo nei confronti di Bubbico. Esiste e continua a trascinarsi un procedimento giudiziario sollevato da Bubbico a carico di due giornalisti che, seppure confortati da documenti scritti, sono colpevolizzati per aver riportato in un articolo di un settimanale dei fatti, la cui veridicità è stata già persino acclarata anche in altra sede giudiziaria, nel rispetto della correttezza e della libertà d’informazione, subiscono querele e devono difendersi dall’accusa di diffamazione. Esiste, inoltre, un colpevole disinteresse da parte dell’Ordine dei Giornalisti e degli organi d’informazione in merito all’affermazione della libertà d’informazione, soprattutto quando ad essere coinvolti(e in Basilicata avviene con assoluta metodicità) sono alcuni presunti intoccabili potenti. Appaiono più importanti le parole di quest’ultimi, come nel TG regionale della Basilicata del giorno 11.11 u.s., dove il cronista ha riferito che Bubbico, interpellato sulle dichiarazioni rilasciate da Giovanardi nell’udienza dell’11.11 u.s., avrebbe detto che Giovanardi ha mentito, dimenticando(!) che lo stesso Giovanardi per quella stessa vicenda è stato assolto su querela dello stesso Bubbico. Non trovano mai riscontro d’interesse né le opinioni dei diretti interessati (i giornalisti ndr) che pure sono dotati di parola, ma non vengono mai sistematicamente ascoltati. La speranza è che trovino definitivo e decisivo riscontro gli scritti (alias verbale del Consiglio dei Ministri e non – ripetiamo ancora – carta straccia), altrimenti verrebbe a mancare qualsiasi fiducia nella serietà delle istituzioni e nella consapevolezza del potere giudiziario. In epoca non sospetta il proverbio verba volant, scripta manent (ossia le parole volano, gli scritti rimangono) lo disse Caio Tito al senato romano! Ma vale ancora? Ai posteri l’ardua sentenza!
Nino Grilli
ho appena visto il servizio RAI.
E’ stato fatto da un giovane forse non ancora esperto ed ha intervistato i cosiddetti big.. Certo la cosa curiosa è che voi due siete l’oggetto del contendere , la querela, e loro si esibiscono. In definitiva non siete voi ad aver detto il falso ma Giovanardi , secondo Bubbico, ma la querela a Giovanardi è stata archiviata perchè egli produsse copia del verbale al tribunale di Catanzaro ed allora? Il miglior escamotage possibile è: buttiamola in politica che è come dire “ tutto finisce a taralluci e vino”.
che Bubbico abbia partecipato alle manifestazione di Scanzano è un dato ma forse lo ha fatto perchè NON POTEVA NON FARLO. Sarebbe bello acquisire note e dibattiti che infuocarono in quei giorni via Anzio ed anche dichiarazioni spassionate del Magistrato-Assessore. Cosa impossibile perchè troppo signore!
MA CI RENDIAMO CONTO?????????
In quei giorni insieme a tante belle persone eravamo, ininterrottamente, alla stazione di Metaponto. E’ stata un’esperienza bellissima perchè spontanea su cui purtroppo i politicanti ci hanno messo il cappello. L’informazione del Tg3 basilicata anche in questo caso è a servizio dei “potenti di turno”. Infatti in questa occasione sono subito andati dal senatore e vice ministro Bubbico a fargli dire cià che voleva, mentre negli ultimi tre anni non hanno avuto il tempo di chiedergli (come denunciato pubblicamente dal “Comitato Sos Costa Jonica”) perchè non aveva fatto stipulare la fidejussione per i danni che i porti Argonauti e Marinagri avrebbero arrecato alle spiagge di Metapoto e Scanzano. Il senatore e vice ministro Bubbico dovrebbe dimettersi da tutti gli incarichi pubblici e chiedere scusa al popolo lucano.