Si è concluso venerdì scorso 13 novembre, nella Corte di Appello di Potenza, il procedimento penale in danno degli eredi di Canio Pierro, difesi dall’Avvocato Cristiana Rosano, del foro di Bari. La suprema Corte d’Appello ha confermato la sentenza di 1° grado nei confronti di Francesco Paolo Tataranni, infermiere in pensione di Matera classe 1950, accusato di falso in testamento olografo ai danni degli eredi universali di Canio Pierro, deceduto il 10 giugno 2013 a Pomarico, nel materano, suo paese d’origine, dove era tornato per godersi finalmente la pensione, dopo decenni di intenso lavoro nel settore meccanico (si occupava nella zona Paip di Matera di pompe d’iniezione per motori).
Questo, nello specifico, il reato contestato in primo grado e confermato in appello: in concorso con persona non identificata, Tataranni su un foglio recante la firma autentica di Canio Pierro, fece redarre a Matera l’8 aprile 2013 il falso testamento olografo (con la sua nomina ad erede universale di tutti i beni), facendolo pubblicare con atto del notaio il 2 settembre dello stesso anno.
Confermata dunque in appello la responsabilità penale di Tataranni, il quale, in primo grado, era stato invece assolto dall’imputazione di essersi fatto giustizia da sé, sentenza verso la quale la pubblica accusa non ha voluto ricorrere. L’infermiere in pensione, nella circostanza, al fine di esercitare un preteso diritto, avrebbe posto in essere atti idonei e diretti appunto a farsi giustizia da sé con violenza sulle cose: per recuperare infatti due bombole di ossigeno, detenute nell’officina meccanica di Canio Pierro, avrebbe provato a scassinare la serratura utilizzando un martello, non riuscendo però a concludere l’operazione, essendo sopraggiunte le forze dell’ordine.
Nella foto l’avvocato Cristiana Rosano