Il Comando Stazione Forestale di Matera ha accertato la presenza di una cava abusiva all’interno dell’area del Parco Regionale delle Chiese Rupestri del Materano.Gli uomini della Forestale durante una serie di controlli mirati a verificare la regolarità delle cave presenti in zona parco, hanno accertato la mancanza di autorizzazioni al prelievo di una cava di tufo sita in località Pedale della Palomba, infatti erano scaduti i termini di validità dell’attività estrattiva. Il conduttore della cava non aveva effettuato i rinnovi dell’autorizzazione regionale e del nullaosta paesaggistico dato che la zona è sottoposta a vincolo. L’area di cava interessata dai lavori di estrazione della superficie di circa due ettari, le macchine operatrici, le attrezzature nonché i blocchi di tufo già estratti sono stati sottoposti a sequestro penale.
Il responsabile della cava è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per coltivazione abusiva di cava in zona sottoposta a vincolo paesaggistico.
In merito al comunicato diffuso dal Corpo Forestale dello Stato di Matera riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota inviata dal signor Salvatore Pietragallo, titolare della cava ritenuta abusiva in seguito ai controlli effettuati.
Consta che il comando Stazione Forestale di Matera abbia diramato un comunicato stampa avente ad oggetto l’accertamento della presenza di una cava presuntivamente abusiva all’interno dell’area del Parco Regionale delle Chiese Rupestri del Materano.
In qualità di titolare della coltivazione suddetta è doveroso apportare alcune precisazioni in proposito. In primis si evidenzia che si tratta di azienda unica nel territorio materano, in attività all’incirca da un trentennio, sempre nel pieno rispetto delle leggi e dei vincoli burocratico-paesaggistici. Nel caso di specie, come rappresentato anche agli agenti del corpo forestale intervenuti, cui è stata consegnata tutta la documentazione, il sottoscritto si era tempestivamente e nei tempi dovuti adoperato presso i competenti uffici regionali al fine del rinnovo di tutte le autorizzazioni necessarie per il prosieguo dell’attività estrattiva. A più riprese ha reiterato tale richiesta ricevendo assicurazioni di pronta soluzione in proposito, di fatto mai formalmente seguite dai dovuti provvedimenti autorizzativi. Imputare pertanto una coltivazione abusiva di fatto conseguente solo ed esclusivamente a ritardi burocratici, è operazione fuorviante, considerando altresì l’effetto dirompente che tale misura ha avuto sull’attività imprenditoriale, già fortemente in crisi come tutto il comparto edilizio. In ogni caso si è provveduto ad affidare la questione ad un legale per la tutela di tutti i diritti ritenuti lesi.
Petragallo Salvatore
ritengo sia giunto il momento che i responsabili degli errori burocratici ed omissioni paghino direttamente.
E’ assurdo che la P.A., attraverso il proprio personale irresponsabile, svolga i suoi compiti istituzionali in maniera scorretta, in danno ai cittadini. Solo in questo modo sarà possibile porre rimedio a tali fumose azioni di giustizia che, in taluni casi, possono verosimilmente apparire gratuite persecuzioni.