Il segretario regionale del Siulp Remo Buonsanti e il segretario generale della provincia di Potenza, Giuseppe Trombetta hanno inviato una lettera alla segreteria nazionale Siulp, alla direzione centrale dell’immigrazione e al Questore di Potenza per chiedere maggiore attenzione delle istituzionali nazionali e locali nei confronti del Centro per rimpatri di Palazzo San Gervasio. Di seguito la nota integrale.
Oggetto: C.P.R. Palazzo San Gervasio, pregi e difetti.
Tendenzialmente lo strumento del “comunicato sindacale” viene utilizzato per sollevare dubbi, evidenziare problemi nella gestione di questo o quel servizio oppure, in alternativa, muovere in maniera decisa e incisiva le dovute critiche ad una politica gestionale poco condivisibile o lesiva dei diritti dei lavoratori.
A distanza di un mese dalla riapertura del C.P.R. di Palazzo San Gervasio, il S.I.U.L.P., sempre attento al bene primario del personale in servizio, dopo aver preso atto delle determinazioni logistiche e organizzative inerenti le lacunose sistemazioni alloggiative del personale che opera fuori sede, con nota prot. 7.7.0/sf/1702021 datata 26-02-2021 e diretta all’ufficio Relazioni Sindacali, è dovuto, suo malgrado, intervenire in merito lamentando le inconcepibili situazioni di difficoltà verificatesi nel tentativo di reperire, da parte della Prefettura, ulteriori alloggi rispondenti alle esigenze gestionali e funzionali tipiche del servizio in esame senza trascurare l’adozione delle dovute cautele da porre in essereal finedi contenere la recrudescenza del fenomeno pandemico in atto ed in continua evoluzione.
A tal riguardo, con nota N.555-DOC/C/DIPPS/FUN/CTR/1091-21 datata 09 marzo 2021 e diramata dalla Segreteria del Dipartimento della P.S., constatiamo favorevolmente le direttive emanatedal Superiore Ministero nell’invitare le Autorità Territoriali delGoverno, nella figura dei Prefetti,a profondere ogni sforzo possibile affinché venga garantita agli interessati una sistemazione alloggiativa in camera singola, ma ad oggi, purtroppo nulla è cambiato.
Questa O.S., con non poco sconcerto e sgomento, prende atto degli ennesimi allarmismi ingiustificati che in questi giorni si sono susseguiti attraverso fuorvianti informazioni circa la riapertura del C.P.R. di Palazzo San Gervasio, definendolo un “gigante malato”, omettendo che fino ad ora, la trasparenza con approccio multidisciplinare nel pieno controllo della credibilità, ha dato solo ed esclusivamente lustro alla Questura di Potenza a livello nazionale; di particolare rilievo, il tanto incriminato Ufficio Immigrazione distaccato presso il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Palazzo San Gervasio, risulta, in merito all’attività di identificazione ed espulsione dei cittadini irregolari, aver raggiunto gli obbiettivi preposti in maniera eccellente. Per comprendere nel migliore dei modi la ratio ispiratrice di quanto appena asserito, è opportuno rimarcare che,il risultato ottenutonel primo trimestre 2020, nonostante la criticità sanitaria dovuta alla pandemia Sars Cov2è di gran lunga maggiore (110 rimpatri) in confronto al dato riscontrato nell’intera annualità 2019 (180 rimpatri).
Oltretutto dalla riapertura del Centro, avvenuta in data 22 febbraio 2021, si è raggiunto il singolare risultato di 76 rimpatri nell’arco di un mese,sottolineandole particolari difficoltà operative, logistiche e gestionale riscontrate all’atto del rimpatrio di un cittadino Nigerino. Gli straordinari obiettivi conseguiti sono stati peraltro riconosciuti positivamente anche dalla Direzione Centrale dell’Immigrazione e dalla Magistratura che, a loro volta, non hanno mancato di sottolineare la professionalità degli operatori attribuendogli il merito di aver saputo ricostruire rapporti istituzionali che sembravano compromessi definendo il CPR della Questura di Potenza un unicum nel patrimonio nazionale.
Pienamente consapevoli che, non c’è rosa senza spine, il S.I.U.L.P., apparentemente sornione ma MEMORE degli impegni sottoscritti, videnzia come a tutt’oggi, nonostante le rassicurazioni ricevute dal Dipartimento in merito all’incremento del piano di potenziamento previsto per l’anno 2021 (circ. n.555/RS/39/71/0970 datata 09.10.2020), nulla è stato fatto né tantomeno considerato che C.P.R. e Questura sono due realtà consolidate che operano parallelamente ed entrambe necessitano di un numero congruo di assegnazioni per garantire la piena funzionalità ed efficienza di entrambe; non è neppure lontanamente ipotizzabile assegnare 5 unità, come avvenuto negli ultimi movimenti, a fronte di una carenza effettiva di risorse umane nel ruolo Agenti, Assistenti e Sovrintendenti, previsti nella pianta organica della Questura di Potenza. Questo status di perenne stillicidio condiziona sfavorevolmente sia la qualità di vita dei dipendenti che la Dirigenza stessa la quale, suo malgrado, deve distogliere metodicamente personale impiegato in altri importanti servizi istituzionali (Volanti, Squadra Mobile e Uffici vari).
Non poche perplessità e disservizi ha destato la recente rideterminazione, inerente la rotazione dell’aliquota Ispettori assegnata al predetto Centro, tanto da pregiudicare la piena efficienza dei compiti previsti per le varie figure impegnate in loco, nonché l’acuirsi delle situazioni di rischio connaturate all’improvvisa mancanza del personale trovatosi improvvisamente monco dal 16 Marzo del C.A.
Ulteriore criticità è stata riscontrata allorquando in distinti episodi, diversi migranti sono giunti presso il Centro senza aver effettuato, come previsto dai protocolli sanitari vigenti in materia di contenimento del Covid-19,nessun tampone molecolare ma semplicemente un test rapido o sierologico.A riprova di quanto affermato, nella serata del 24 Marzo e poco prima di effettuarne l’accompagnamento per la successiva espulsione dal territorio Nazionale, un trattenuto è risultato positivo al Covid per cui è stato rinviato il rimpatrio dello stesso e dei quattro concittadini conviventi nello stesso modulo abitativo. Appare evidente dunque che qualcosa nell’osservanza delle disposizioni in atto non abbia funzionato come previsto mettendo seriamente a repentaglio l’incolumità degli Operatori di Polizia.
Alla luce di quanto evidenziato da queste segreterie sindacali, si ritiene doveroso chiedere alla segreteria Nazionale e alla Direzione Centrale dell’Immigrazione di farsi portavoce con i giusti interlocutori presso il Dipartimento R.U. affinché un intervento tempestivo, mirato e risolutivo porti a sanare le doglianze rappresentate.
Nella speranza che nessuno si sottragga alle proprie responsabilità ma, di contro e inserendosi a pieno titolo nella questione, voglia raccogliere il testimone al fine di definire le argomentazioni particolarmente sentite da queste segreterie col solo scopo di poter continuare a fornire un servizio importante ed essenziale che dia lustro all’Amministrazione.
In attesa di un urgente riscontro, l’occasione è gradita per porgere distinti saluti.