Giovedì 25 novembre ricorre la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” e la Polizia di Stato è presente a Matera con un ufficio mobile in Piazza Vittorio Veneto per richiamare l’attenzione dei cittadini sul tema, mettendo a disposizione le proprie competenze onde aiutare le donne a sentirsi meno sole e a liberarsi di violenze e sopraffazioni, a volte nascoste e vissute in solitudine.
Nonostante la giornata fredda e nebbiosa, molte sono le donne, ma anche gli uomini, che si avvicinano al Camper della Polizia di Stato – che resterà in piazza fino alle 14 – rivolgendo domande e chiarimenti. A fornire risposte e assistenza c’è il personale qualificato della Polizia di Stato, tra cui il medico, ma anche la psicologa dei Servizi Sociali del Comune di Matera e personale del C.A.I. – Centro Antiviolenza Italiano.
L’iniziativa fa parte nel progetto “Questo non è amore”, campagna nazionale permanente finalizzata a prevenire la violenza di genere e la data dell’iniziativa è stata scelta non a caso nella “Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne”, con numerose manifestazioni che si stanno svolgendo in tutta Italia, volte a sensibilizzare la società sulla condizione della donna oggi e sull’importanza della difesa dei diritti delle donne.
Con l’occasione, in piazza è distribuito un opuscolo informativo, realizzato a cura della Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, per offrire alla cittadinanza un servizio di informazione, sensibilizzazione e aiuto sui temi del contrasto alla violenza di genere, anche per l’emersione del “sommerso”, con l’obiettivo di aiutare le donne a difendersi da violenze fisiche, psicologiche, verbali ed economiche. Come afferma il Capo della Polizia dal Prefetto Lamberto Giannini, infatti, “il silenzio aiuta l’aguzzino, mai la vittima”.
Spesso il primo passo è il più difficile: la paura di essere giudicate, la vergogna di raccontare dettagli della propria vita privata, il timore di rimanere sole. A volte però basta solo una spalla a cui appoggiarsi, qualcuno con cui parlare, una rete di sostegno indispensabile per iniziare un nuovo percorso di vita libero dalla violenza e dal dolore.
Sono 89 al giorno le donne vittime di reati di genere che si contano in Italia, secondo le segnalazioni raccolte dalle Divisioni Anticrimine delle Questure e nel 62% di casi si tratta di maltrattamenti in famiglia.
Il tasso più alto di donne che si rivolgono alle Forze dell’ordine per le richieste di ammonimento si registra nelle regioni del Sud. Grazie anche alle iniziative già realizzate dalla Polizia di Stato sul campo della prevenzione, è stato possibile registrare una leggera diminuzione dell’andamento degli omicidi di genere: se nel periodo gennaio-agosto 2020 gli omicidi di donne dovuti a violenza di genere era pari al 48% del totale, nell’analogo periodo del 2021 la percentuale è scesa al 41%.
Nel 72% dei casi l’autore è il marito o l’ex marito; in 1 caso su 2 ha usato un’arma da taglio; il 70% delle vittime sono italiane.
Sale il dato delle donne che lasciano figli piccoli: nel gennaio-agosto 2020 era del 25%, mentre nell’analogo periodo del 2021 del 31%; è del 40% se si considerano gli omicidi commessi fino alla data della pubblicazione della brochure.
Sul fronte della prevenzione l’ammonimento del Questore continua a essere il provvedimento più efficace: secondo il Direttore Centrale Anticrimine, Prefetto Francesco Messina, “La sfida contro il femminicidio si gioca esclusivamente nel campo della prevenzione”, e infatti l’intervento repressivo, ovvero l’arresto di chi arriva a compiere un atto del genere, assume un valore del tutto relativo poiché avviene laddove gli strumenti preventivi non abbiano avuto efficacia.
Il numero più alto di ammonimenti per atti persecutori si registra al Sud; quello degli ammonimenti per violenza domestica, invece, nelle regioni del Nord Italia.
Aumenta di poco il numero delle recidive nei casi di violenza domestica: i soggetti denunciati successivamente all’irrogazione dell’ammonimento passano dal 7% al 9%; diminuiscono sensibilmente invece le recidive per atti persecutori: dall’11% al 6%. Nel 49% dei casi i soggetti ammoniti, sia per stalking che per violenza domestica, vivono o hanno vissuto con la vittima.
Si offre, però, anche una mano agli uomini maltrattanti, a coloro che agiscono violenza senza ancora sfociare in un reato più grave che richieda un intervento di polizia giudiziaria. La Polizia di Stato, grazie al protocollo Zeus, indica anche agli uomini un percorso utile per uscire dal ciclo della violenza, una strada per gestire la loro rabbia.
La Polizia di Stato rappresenta, in questo senso, uno snodo fondamentale di una rete composta da istituzioni, enti locali, centri antiviolenza e di recupero dei maltrattanti, associazioni di volontariato che si impegnano ogni giorno per affermare un’autentica parità di genere, contro stereotipi e pregiudizi.
In un periodo storico caratterizzato da emergenze che hanno segnato la storia di tutto il mondo, la Polizia di Stato ha adattato il suo approccio operativo attualizzandolo con nuovi strumenti tecnologici, come l’app YouPol, che tuttavia non sostituisce – per i casi gravi – la chiamata al Numero di Emergenza Unico Europeo “112” e/o 113, soprattutto nei casi di pericolo imminente. 24 ore su 24 e per 365 giorni all’anno, questo numero è sempre attivo, però YouPol può aiutare le vittime e i testimoni di atti di violenza domestica a chiedere aiuto.
La campagna “Questo non è amore” non si ferma al 25 novembre, poiché è fondamentale che l’azione di prevenzione e di informazione sia portata avanti costantemente, tutto l’anno.