Il lucano Aldo Di Giacomo è stato riconfermato segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) per i prossimi 7 anni. Il rinnovo della carica sindacale è avvenuto al termine del Congresso Nazionale che si è svolto a Rimini con la partecipazione di 200 delegati in rappresentanza di tutte le regioni italiane. Con Di Giacomo è stata riconferma la strategia del S.PP. sui temi della tutela delle condizioni di lavoro del personale di polizia penitenziaria, della sicurezza nelle carceri e fuori, dell’adeguamento dell’ordinamento giudiziario per la certezza della pena, delle misure da adottare nei confronti di criminali detenuti negli istituti di pena e dei migranti che commettono nel Paese reati specie contro donne ed anziani. Le numerose iniziative assunte negli ultimi anni – sostengono i delegati – hanno conseguito risultati importanti quali il recente annuncio del Ministro Salvini di proporre al Ministro Bonafede di estendere la sperimentazione della cosiddetta “pistola elettrica” anche al personale di polizia penitenziaria, gli oltre 3 milioni di firme di cittadini raccolte a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare sulla legittima difesa, il piano di installazione di sistemi di videosorveglianza all’ingresso di scuole e in centri per l’infanzia, disabili ed anziani allo scopo di prevenire i casi di bullismo e violenze contro bambini, anziani e persone con disabilità. Il congresso ha dato mandato al segretario di intensificare la campagna “sicuri a casa propria” ribadendo che c’è un nesso strettissimo tra sicurezza dentro e fuori gli istituti di pena.
Di Giacomo nel ringraziare i delegati della fiducia riconfermata ha rinnovato l’impegno ad occuparsi dei problemi di sicurezza dei cittadini in divisa e senza e per affrontare quella che è diventata l’ “emergenza migranti”. Quanto accaduto con il volo charter dei migranti, di cui alcuni ospiti del CPR di Palazzo S.G. , da espellere e invece rimessi in libertà a causa del guasto al velivolo – commenta – è clamoroso e al tempo stesso significativo del punto di non ritorno in cui siamo arrivati nell’affrontare l’immigrazione clandestina con approssimazione e senza quel coordinamento necessario. Il rimpatrio nei Paesi di origine di clandestini e di quanti delinquono nel nostro Paese va organizzato evitando di fare ancora figuracce come questa.