E’ durato circa tre ore e mezza l’interrogatorio di Maria Benedetto, direttore amministrativo Asm da venerdì scorso nel carcere femminile di Potenza a seguito dell’inchiesta giudiziaria condotta dalla Guardia di Finanza di Matera sul sistema sanitario lucano. Al termine dell’interrogatorio che si è svolto presso il Palazzo di Giustizia di Matera l’avvocato difensore di Maria Benedetto, Riccardo Laviola, ha rilasciato una dichiarazione ai giornalisti: “Maria Benedetto ha chiarito tutte le contestazioni con risposte logiche volte a contestualizzare determinate contestazioni e sopratutto volte a riempire vuoti e dubbi derivanti dalle intercettazioni, non tanto perfette. Naturalmente aspetteremo nel proseguo una perizia che ci consenta di avere migliore cognizione di tutte le indagini che all’interno di un’interrogatorio di garanzia riteniamo corroborate dalle risposte date dalla mia assistita in termini di spiegazione e di logicità di determinate condotte addebitate nei numerosi capi di imputazione che sono stati resi noti. L’interrogatorio è stato abbastanza lungo ma è stato anche articolato. Ci sono stati approfondimenti da parte del giudice dottoressa Nettis, erano presenti anche il Procuratore della Repubblica Argentino e il Pubblico Ministero che ha coordinato le indagini Colella, e anche loro hanno rivolto domande. Alla fine sono state fatte domande dal sottoscritto. Posso dire che la dottoressa Benedetto ha risposto a tutte le domande che sono state formulate, ha cercato di dare una risposta logica, di colmare vuoti derivanti dalle intercettazioni ambientali ed è stata sottoposta all’ascolto di una intercettazione sulla quale ha dato tutte le sue risposte. E’ ovvio che in questa sede la difesa ha ritenuto l’intervenuta cessazione delle esigenze cautelari e ciò sopratutto in relazione a due circostanze fondamentali: la prima sono le intervenute dimissioni da direttore amministrativo dell’Asm protocollate e prodotte in questa sede al Gip, la seconda è che vi è stata una richiesta di collocazione in aspettativa e sul cessato pericolo di inquinamento probatorio e anche sulla possibilità di reiterare delitti dello stesso tipo. Naturalmente per questa considerazione fondamentale la difesa ha ritenuto di chiedere la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare e solo subordinatamente anche la concessione di misure meno afflittive che possano restituire alla dottoressa Benedetto alla serenità della propria famiglia. I pubblici ministeri si sono riservati due giorni per esprimere il proprio parere, restiamo in attesa delle determinazioni del giudice per le indagini preliminari”.
Michele Capolupo
La fotogallery dedicata all’avvocato Riccardo Laviola difensore di Maria Benedetto e l’uscita del cellulare della Polizia Penitenziaria dal Tribunale di Matera (foto www.SassiLive.it)