Nell’ambito dell’attività trasversale di polizia economico-finanziaria condotta dal Corpo della Guardia di Finanza nella lotta al “sommerso” sia d’azienda che da lavoro, i militari della Brigata di Metaponto hanno individuato 9 lavoratori stranieri che prestavano la loro opera senza regolare assunzione.
I lavoratori in nero, tutti di nazionalità romena e domiciliati nella vicina Puglia, sono stati localizzati in agro di Bernalda dai militari delle Fiamme Gialle di Metaponto intervenuti direttamente nei campi, mentre prestavano la propria opera a favore di un imprenditore agricolo che non è stato in grado di giustificare diversamente la loro presenza sugli appezzamenti agricoli da lui condotti.
Il sommerso d’azienda e/o da lavoro sono fenomeni intimamente connessi anche ad altri “comportamenti” che penalizzano l’economia nazionale, quali la corruzione e la criminalità economica organizzata, producendo ulteriori conseguenze negative, in termini di carente sviluppo, distorsione dei mercati, minore attrattività del sistema paese per gli investitori esteri.
Al titolare dell’azienda, al termine dell’ispezione, è stata contestata la maxisanzione prevista per l’impiego di lavoratori subordinati “in nero” unitamente ad altre sanzioni complementari previste dalla normativa che disciplina i rapporti di lavoro non regolarizzati, per una somma complessiva di oltre 30 mila euro.
OPERAZIONE DI CONTRASTO AL FENOMENO DELL’INTERMEDIAZIONE DI MANODOPERA IN AGRICOLTURA.
Il Direttore della Direzione Territoriale del Lavoro di Matera informa che oggi in Metaponto di Bernalda, ispettori del lavoro e Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro in servizio presso la D.T.L. di Matera, unitamente a personale del Comando Stazione dei Carabinieri di Metaponto, hanno portato a termine una rilevante operazione che testimonia come non solo sia pienamente in vita il fenomeno dell’intermediazione di manovalanza in agricoltura ma che tale sfruttamento sia commesso da extracomunitari in danno di cittadini della medesima provenienza.
Infatti, a conclusione di un concordato servizio finalizzato alla repressione del fenomeno del c.d. caporalato, funzionari ispettivi e Carabinieri procedevano a denunciare alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera un cittadino extracomunitario residente in Metaponto censurato, identificato mediante conoscenza diretta e in possesso di regolare permesso di soggiorno, in quanto ritenuto responsabile del reato d’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro previsto dall’art. 603 bis del c.p.
Le Indagini in parola scaturivano a seguito di varie denunce nei confronti del citato extracomunitario presentate da alcuni lavoratori extracomunitari. Questi lamentavano che il “caporale” non avesse provveduto a corrispondere in loro favore la retribuzione pattuita malgrado l’impresa utilizzatrice avesse già anticipato nei riguardi dell’intermediario le somme illecitamente concordate.