Il presidente dell’USPP Giuseppe Moretti hanno inviato al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, al Sottosegretario di Stato del Ministero della Giustizia, Jacopo Morrone, al Signor Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Francesco Basentini, al Signor Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Piera Conte per chiedere la messa in sicurezza del personale in servizio nella Polizia Penitenziaria. Di seguito la nota integrale.
Oggetto: Richiesta messa in sicurezza lavoro Polizia Penitenziaria.
Egregio Signor Ministro,
durante lo scorso anno abbiamo più volte sollecitato la S.V. a voler assumere delle iniziative concrete per mettere al riparo il personale appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria dal rischio incolumità per la propria vita in conseguenza dell’escalation delle aggressioni che si stanno verificando nelle carceri italiane a causa, è bene scriverlo chiaramente, della -scellerata- decisione
di aprire le celle detentive, oggi chiamate surrealisticamente “camere di pernottamento”,
generalizzando un sistema di gestione dei detenuti c.d. “a regime aperto” e della -indecorosa modifica del sistema di controllo dei soggetti ristretti. Quest’ultima misura, chiamata allegramente “vigilanza dinamica” che, è bene ricordare anche questo, è stata introdotta con il parere unanimamente contrario di tutte le rappresentanze sindacali ed in particolare con la forte opposizione di questa Federazione che più volte ha stigmatizzato questo tentativo di mascherare le reali carenze organiche del Corpo a danno dell’ordine e della sicurezza dei penitenziari, sta di fatto generando un declino della autorità a cui precedentemente rispondevano i detenuti che oggi, hanno la possibilità di organizzarsi in gruppi rischiando che siano messi a fuoco e fiamme gli istituti qualora si chieda loro di rispettare delle
semplici regole previste dall’ordinamento penitenziario. L’anno nuovo di fatto, dopo essersi chiuso con la rivolta di Trento e con molteplici azioni violente verificatesi in vari istituti e dipendenti anche dalla impossibilità del poco personale in servizio di gestire anche detenuti con problematiche psichiatriche, lasciati liberi di creare eventi critici nelle sezioni detentive ordinarie, si è aperto allo stesso modo con vari episodi di una gravità inaudita con feriti tra le fila del personale e disordini che per un caso non hanno avuto l’esito peggiore.
In particolare quanto accaduto nel carcere di Brissogne ad Aosta merita una riflessione che la dice lunga sul sistema sanzionatorio attualmente adottato nei confronti di detenuti violenti, infatti da quanto appreso informalmente, stavolta la sommossa sarebbe stata promossa da un detenuto straniero che dovrebbe essere estradato in questi giorni, il quale appresa la notizia del provvedimento che lo riguardava ha pensato bene di fomentare altri detenuti stranieri mettendo il personale in grave difficoltà col rischio di ripetere la devastazione verificatasi a Trento prima di Natale.
Orbene tale detenuto sembrerebbe non essere nuovo a tali comportamenti e il fatto grave che era ad Aosta a seguito di un trasferimento disciplinare. Se tutto questo è necessario quando non si può più gestire un detenuto all’interno di una struttura, il problema resta irrisolto perché se questi viene inviato in un’altra sede penitenziaria (in questo caso Aosta) dove tutte le sezioni sono aperte,
è inevitabile che si replichino azioni critiche e nuovi tentativi di disordine. Altro caso che ha aperto l’anno nuovo è quello occorso nel carcere di Campobasso più detenuti che si erano accaniti contro un altro detenuto ha anche causato il ferimento del
Comandante, il ferimento di altri agenti di cui addirittura per uno la rottura di un braccio, solo perché intervenuti a salvare il soggetto preso di mira. A ciò si aggiunga il fatto che le sanzioni disciplinari sono spesso dei veri e propri paliativi o addirittura come pare nel caso di Trento non siano neanche irrogate.
Egregio Signor Ministro, USPP dice basta! Non possiamo tollerare oltre quanto sta accadendo! Per tale ragione chiediamo l’immediata apertura di un tavolo di confronto permanente per superare il sistema di gestione dei detenuti attualmente in uso nelle carceri che unitamente alla necessità di porre in essere idonee misure per mettere in sicurezza il lavoro del personale di Polizia
Penitenziaria verificando le condizioni in cui questo opera singolarmente in ogni struttura, ridia dignità a chi ogni giorno rischia la vita lavorando per la sicurezza dello Stato. Ribadiamo nello specifico quanto già richiesto in sede di precedenti incontri con codesto
Ministro, ovvero una Legge che punisca chi usa violenza contro le forze dell’ordine e che inasprisca la pena ai detenuti che aggrediscono gli agenti di Polizia Penitenziaria che assicurano la legalità e la sicurezza in carcere secondo quanto prevede la Costituzione Italiana.
Non si può pensare di ottenere risultati di recupero se chi sta nelle carceri non viene indottrinato verso il rispetto delle regole di convivenza e civili, di qualsiasi Paese o etnia esso sia! L’USPP pretende che tali principi siano alla base di un modello di gestione dei detenuti che ripristini il ruolo di rappresentanti dello Stato degli agenti, superando norme inique come quelle sulla tortura di fatto scritte per imbavagliare l’azione delle forze dell’ordine nel ripristino dell’ordine e della sicurezza civile.
Egregio Signor Ministro,
non è questa la prima volta che ci rivolgiamo al vertice politico del Dicastero della Giustizia e molte delle cose riportate in questa missiva sono già state denunciate in passate corrispondenze rimaste inevase ma confidiamo nel Suo personale impegno per mettere in pratica quello che Lei stesso in ogni intervento rivendica, ovvero ridare serenità a chi opera per la sicurezza e il benessere dell’Italia,
donne e gli uomini a cui non bastano scuse, seppur mai ricevute dalle istituzioni prima che lo facesse codesto Ministro, ma occorrono azioni concrete e risolutive che garantiscano il lavoro svolto da questi eroi, prima che accada l’irreparabile.
Per l’USPP non ci dovrà essere mai più un avvio dell’anno come questo e, pertanto, in assenza di iniziative atte a risolvere le problematiche di cui in argomento, si vedrà costretta a scendere in piazza per denunciare all’opinione pubblica e se sarà necessario all’Europa, quanto sta accadendo, non ultimo anche rispetto al depotenziamento del Corpo che si vuole al di fuori di Uffici
dove invece è previsto dalla Sua Legge istitutiva. In attesa di un cortese riscontro, si porgono distinti saluti.