Maltrattamenti al Centro permanenza rimpatri di Palazzo San Gervasio, intervento Esposito (Cgil Potenza): “Fatti estremamente gravi e frutto di una politica migratoria che guarda esclusivamente a operazioni di controllo e contenimento e non alla gestione del fenomeno migratorio e ai diritti. I Cpr vanno chiusi”. Di seguito la nota integrale.
“Quanto emerso dall’inchiesta della Procura di Potenza circa i presunti maltrattamenti nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Palazzo San Gervasio, oltre ad essere estremamente grave, trova purtroppo riscontro in quanto denunciato dalla Cgil di Potenza la scorsa estate, quando chiedemmo al Prefetto di Potenza l’autorizzazione a poter visitare il centro, mai ottenuta, e chiedendo quindi un intervento immediato per verificare quanto allora era emerso da alcuni fatti di cronaca e dall’Asgi. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, facciamo nostro l’appello del Procuratore Curcio affinché si riveda al più presto il sistema di accoglienza nel nostro Paese”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito.
“I Centri di permanenza per i rimpatri – ha detto Esposito – vanno chiusi poiché non garantiscono il diritto d’asilo e il rispetto dei diritti umani. Accoglienza e inclusione devono essere le linee guida di nuove politiche dell’immigrazione nel segno dell’umanità. Non possiamo accettare che la nostra Costituzione e i diritti vengano calpestati. Non è accettabile che i migranti vengano rinchiusi in questi lager, privandoli dei più elementari diritti e in condizioni spesso disumane. I Cpr sono frutto di una politica migratoria che guarda esclusivamente a operazioni di controllo e contenimento e non alla gestione del fenomeno migratorio, ai diritti e alla necessità di guardare alle persone che arrivano come nuovi europei e pezzi già esistenti della nostra società. Una visione distorta del reale e dei principi di questo Paese: nessuna strategia da parte del Governo che non fa alcuno sforzo per considerare i migranti non come stranieri ma come titolari di diritti.
Il rischio della mancanza di strategia, come è evidente anche nel caso di Palazzo San Gervasio, è che si riproduca una stagione di ghetti e di disagio sociale nei singoli territori e che l’accoglienza continui a rimanere un tema esclusivo del ministero dell’Interno mentre dovrebbe e potrebbe rappresentare un ambito ampio in cui al centro ci siano i diritti, i servizi e si possano riattivare economie, valorizzando anche territori marginalizzati e spopolati se coinvolti tutti gli attori in campo: Governo, Regioni, Comuni, terzo settore, sindacati, potrebbero rappresentare ciascuno per la propria competenza un motore di evoluzione in termini di diritti umani, sviluppo dei territori, tutela dei diritti, lotta allo sfruttamento.
Come Cgil – ha concluso Esposito – continueremo a monitorare la situazione e a mobilitarci affinché vengano rispettati i diritti di tutte le persone detenute nel centro. Alla Regione Basilicata, che non ha mai proferito parola su quanto sta avvenendo, in un silenzio assordante, chiediamo di nominare quanto prima il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, così come in più riprese sollecitato anche dal Garante nazionale”.